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Leggere il manuale va bene, ma poi é sconsigliabile improvvisarsi artificieri...

Salve, avrei una domanda:

Per essere Gemmologo a tutti gli effetti, vanno seguiti i 3 corsi di classificazioni del diamante, perle e pietre colorate?


Poi c'è bisogno di altro oppure al termine del corso si è direttamente gemmologi?


Grazie anticipatamente.

 

 

Salve, Domenico

 

fare il gemmologo, se con tale termine lei intende la professione di "gemmologo analista" in un laboratorio aperto al pubblico, richiede conoscenze precise e una consistente dose di esperienza...

 

I corsi (TUTTI i corsi) le potrebbero fornire le basi culturali e tecniche di partenza, con le quali alcuni si lanciano nel firmamento delle gemme, ma a mio parere questo vorrebbe dire sfidare la fortuna... a spese degli altri!

 

E' certo vero che la maggior parte del lavoro é normale routine (80% diamanti e il resto gemme e perle, tanto per fare un esempio NON impegnativo) ma prima o poi capiterebbero situazioni decisamente rischiose, per importi in gioco e per difficoltà analitiche...

 

Situazioni in cui sono allora essenziali degli ottimi e rapidi contatti con colleghi più esperti.

Insieme a una buona dose di umiltà e di senso di responsabilità, per evitare il rischio di avallare clamorosi e costosi "equivoci".

 

Infine, come ho già precisato più volte, la professione di gemmologo non é riconosciuta a livello ufficiale (legale, intendo), e per ora è solo il mercato che seleziona gli operatori davvero capaci.

 

Quindi, almeno per i prossimi anni, niente "colletti bianchi" che hanno, legalmente, il "titolo" per fare danni...  :-)

 

Con ciò, corsi o non corsi, non intendo certo incoraggiare nessuno a tentare l'avventura gemmoprofessionale con la leggiadra spensieratezza di una Vispa Teresa...

 

Così come sconsiglierei a chiunque di fare l'artificiere per disinnescare bombe previa lettura dell'apposito manuale.

 

Chiaro il concetto?  :-)

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Vale la pena aprire un ufficio a Bangkok per acquistare sia pietre (grezze o tagliate) sia anelli?

Buongiorno sig. Lenti, vista la sua alta professionalità nel settore volevo porle una domanda, se valeva la pena aprire un ufficio a Bangkok per poter acquistare sia pietre (grezze o tagliate) sia anelli su cui far incastonare le pietre, per poi importarli in Italia (Magari via Belgio) e poterli rivendere.


Ritiene che i prezzi di Bangkok valgano la pena?


grazie per la risposta
Claudio

 

 

Buona sera, Claudio

 

Valutate a spanne le situazioni e le condizioni ipotizzabili, per quanto poco possa valere la mia opinione la risposta è un bel no, rotondo, brutale e senza appello!

 

Vede, acquisire gioielli a prezzi appetibili sarebbe solo la parte meno problematica del suo progetto, che acquisite le indispensabili competenze merceologiche dovrebbe però considerare fin dall'inizio se puntare su modelli di gusto italiano oppure in tipico stile Thai...

 

Poi rimarrebbe il problema della licenza commerciale, della promozione e della vendita nel nostro Paese, che purtroppo non se la sta passando affatto bene:

e se non fosse in grado di offrire esemplari all'altezza dei maharaja nostrani dubito molto che con questi chiari di luna lei abbia molte chances di successo!

 

Il discorso sarebbe lungo ma le offrirò uno spunto preciso su cui meditare:

 

l'ultimo mailing cartaceo fatto da me contava oltre 17.000 imprese orafe, in Italia:

e se la Thailamdia offrisse davvero articoli con margini interessanti, senza eccessivi rischi e relative tribolazioni burocratiche, le assicuro che ci sarebbero già molti italiani (me compreso) felicemente attivi nei vari segmenti del settore.

 

Non escludo che fra detti segmenti ce ne possano essere alcuni di nicchia magari decisamente appetibili, ma lei non dimentichi mai che comperare, per difficile che sia, é quasi sempre più facile che vendere, mentre vendere (soprattutto oggi) é SEMPRE molto più facile che portare a casa i soldi.

 

Soprattutto per chi volesse iniziare da zero un'attività che presuppone una disponibilità finanziaria davvero cospicua.

  • Scritto da Gianfranco Lenti
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Ma il mondo del prezioso è la fonte dell'eterna vasellina?

 

Grazie per la cortesia delle risposte e per il tempo che ci dedica.
Mi permetto di porle una domanda che forse esula dalle sue competenze.


Il discorso sulla domanda precedente, quella sul vendo-oro e il D-IF, nasce dal fatto che mi sono recato da lui per disfarmi di alcuni oggetti, da me ritenuti, d'argento e non usati (non certo per realizzare ma per sgomberare spazio).


Tipo quelle scatole con all'interno serie di 15 cucchiani per caffè, gelato o dolce su cui è impressa la dicitura "800".

Più alcune sottotazze per caffè con impresso il bollo "1000".

Prima mi ha detto che sono tutti "bidoni", poi ne hai incisi tre con una mola e ha tratto da un recipiente alcune gocce di liquido he al contatto con il materiale è diventato rosso, mentre in altre parti non colorava in nessun modo il metallo.


Ora la domanda:

"Ma possibile che tutto questo materiale sia falso, magari placcato e da gettare?"

Perchè allora (come per l'oro marchiato "750") esistono marchi a garanzia dei prodotti.


Ma il mondo del prezioso è la fonte dell'eterna vaselina?


Saluti e scusi il tempo che le rubo.
Marco.

 

Caro Marco

 

lei non mi ruba tempo innanzitutto perché col sito ho il piacere di tenere i contatti con amiche e amici insieme ai quali condividere una entusiasmante passione.

 

E poi ho anche l'illusione, se non la presunzione, di fornire informazioni utili e magari tranquillizzanti ai molti che non siano (a priori...) convinti che "il mondo del prezioso è la fonte dell'eterna vasellina"...  :-)

 

A lei, per esempio, dico che il semplice "titolo" marchiato (750, 800, 925) per gli oggetti in metalli preziosi NON le darebbe, DA SOLO, NESSUNA GARANZIA:

questo deve infatti essere accompagnato dal marchio del fabbricante, una "firma" che ne rende riconoscibile l'origine e ne afferma la rispondenza con i valori percentuali (il titolo dell'oro o dell'argento) dichiarati.

 

  • Scritto da Gianfranco Lenti
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Mio figlio sedicenne coltiva una grande passione per le pietre preziose ed è intenzionato a farla diventare una professione: quali consigli...?

 

Signor Lenti,

la ringrazio tanto per la sua pazienza nel rispondere sempre saggiamente alle nostre domande di sprovveduti acquirenti.


Le racconterò come va a finire la storia del rubino danneggiato.


Approfitto per un'altra domanda:


La vicenda del rubino nasce da mio figlio sedicenne, che coltiva da sempre una grande passione per la mineralogia e le pietre preziose al punto che è intenzionato a farla diventare una professione.


Ora è al terzo anno di liceo scientifico tecnologico e la passione di bambino non si è smorzata, anzi, finito il liceo mio figlio vorrebbe diventare gemmologo e far diventare la sua passione una attività commerciale.


Quali consigli potrebbe dare a un ragazzo così giovane che desidera diventare gemmologo?


E' utile e consigliabile conseguire una laurea in geologia e anche un corso specialistico o è meglio cominciare da subito dopo la maturità seguendo solo un corso specialistico e conseguendo una certificazione di gemmologo?


So che presso il suo laboratorio si possono seguire corsi specialistici.

Può mandarmi della documentazione in merito per cortesia?


La ringrazio ancora per la sua preziosa consulenza e la sua simpatia.


Cordialmente

Ornella

 

 

Buona sera, Ornella

 

credo che nel panorama della vita la gemmosaggezza sia poca cosa, ma essendo io completamente sprovvisto di tale virtù in tutti gli altri settori la ringrazio sentitamente per il credito.  :-)

 

Mi riconosco in un sedicenne che coltiva una passione fedelmente e fortissimamente, visto che quella é proprio l'età in cui si gettano le prime basi per trasformare i sogni in realtà di vita...

 

Ma piuttosto che dare consigli a lui preferirei fare due chiacchiere mooolto franche con la sua mamma.

 

Che secondo me dovrà certo essere presente e sempre disponibile per discutere le varie ipotesi di un futuro professionale, ma dovrà assolutamente evitare di "incoraggiare" (a buon intenditor...) qualsiasi scelta, anche scolastica.

 

La laurea é un bel titolo, e data la crescente invadenza della burocrazia anche internazionale appare sempre più un titolo raccomandabile, se non proprio indispensabile.

 

Peccato che da noi lo diano ormai anche a cani e porci, col pietoso risultato di sgrammaticati somari che vantano poi luminosi successi, anche se di esclusivo odore (lezzo) politico...

 

Gemmologicamente parlando, geologia é un settore estremamente affine e se a suo figlio piacesse poi girare il mondo, magari per scoprire o addirittura "coltivare" un giacimento di gemme, sarebbe proprio la facoltà che farebbe al caso suo.

 

E nel quadro della cooperazione internazionale sarebbe una carta eccellente da giocare, a patto di mantenere le distanze da certe "ONLUS" che tutto sono meno che un onore per lo spirito di tali istituzioni.

 

Detto fra me e lei, sconsiglierei la professione di "gemmologo analista" perché un laboratorio al servizio del pubblico richiede innanzitutto una presenza costante, magari con orari da bancario, e poi perché appare ancora tristemente avveniristica per un mercato che é ancora troppo carente di cultura gemmologica.

 

E questo anche sperando che la maledetta crisi attuale possa essere se non superata almeno attenuata in un futuro non troppo lontano.

 

Ma se mio figlio volesse a tutti i costi fare il gemmologo analista, prima di diseredarlo :-) gli suggerirei la laurea in chimica, giusto per fornirgli il migliore bagaglio culturale per studiare e magari capire velocemente i moderni processi di sintesi dei materiali preziosi.

 

E i trattamenti cosmetici sempre più sofisticati e insidiosi a cui sono sottoposte le gemme.

 

Di continuo, purtroppo.

 

Quanto alla "certificazione di gemmologo" questa non esiste (per fortuna) ed è il mercato che seleziona poi i professionisti capaci eliminando poi (e non sempre...) figli di papà e millantatori magniloquenti.

 

Quindi i corsi, tutti i corsi, possono soltanto fornire le basi di un settore che affascina e che impegna quasi allo spasimo, tante sono le gemmosfaccettature della professione.

 

Poi serviranno passione, dedizione, studio continuo... e fortuna, per mirare alla consulenza, all'insegnamento (e/o alla cooperazione internazionale) o al commercio.

 

A proposito di commercio le dico subito che sarebbe l'ambìto con le più rapide prospettive di successo:

 

a patto di sapersi separare dai magnifici e amati esemplari in cambio di vile moneta...

nonché di saper nuotare disinvoltamente e velocemente in un laghetto popolato di coccodrilli travestiti da colleghi!  :-)

 

Ora, se non sono riuscito a scoraggiarla, incominci a programmare qualche fornitura "casuale" per suo figlio, che innanzitutto dovrà meritarsele:

un paio di buoni testi, magari un rifrattometro con relativo polariscopio, che intanto non la ridurrebbero sul lastrico.

 

Fino a (compleanno? Promozione?) un bel microscopio gemmologico.

 

In preda al crampo dello scrittore cioé del pianista, adesso smetto anche se ci sarebbe ancora molto altro da aggiungere.

 

Ma se volesse approfondire qualcuno dei suelencati punti, visto che siamo quasi a portata di voce accompagni suo figlio da queste parti e vedremo di cantare in coro le gemmonovene natalizie.  :-)

 

  • Scritto da Gianfranco Lenti
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Un vecchio anello, forse di platino.

Ho avuto da mia nonna un anello particolare, ha delle iniziali e delle lavorazioni ornamentali,


un orografico mi ha detto che potrebbe essere o di acciaio o anche di platino perché le loro caratteristiche di metalli dice che sono quasi le stesse.


Questo anello mia nonna lo trovo più circa 30 anni fa' come posso sapere a chi apparteneva che valore avrà e se e' antico e davvero in platino?


Le iniziali sono una su l' altra e sembrano una "i" e "c"

 

 

Buona sera, Angelo

 

le iniziali incise sull'anello non servono a nulla, salvo il caso in famiglia non ci sia qualcuno a cui ricondurle.

 

All'interno dell'anello dovrebbero esserci altri marchi e, anche se per i gioielli davvero vecchi si tratta più di un caso che di una regola, da questi potrebbe avere delle indicazioni precise a propsito del metallo impiegato e magari anche del fabbricante.

 

Avrei qualcosa da ridire a proposito delle similitudini fra platino e acciaio, non foss'altro perché il platino é uno solo mentre gli acciai sono molte decine e con caratteristiche fra loro diversissime, tanto per rimanere solo fra quelli più diffusi...  :-)

 

Per avere informazioni attendibili e possibilmente complete dovrà comunque rivolgersi a un orafo.