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Come operano i rappresentanti di preziosi?

Distinto signor Lenti, mi chiamo Alessandro, e mi scuso subito se questa email può sembrare una perdita di tempo.


Vado al punto, io mi occupo, insieme al mio gruppo, della realizzazione di corto metraggi e lungo metraggi per hobby e ora staremmo cercando di fare il salto e puntare in alto.


Le dico questo perchè la sceneggiatura che stiamo componendo riguarda la storia di un rappresentante di preziosi, solo che le informazioni su come si svolge tale professione sono rare e non sappiamo bene dove rivolgerci, sappiamo che spesso girano con valigette con un campionario anche di cospicuo valore, ma non riusciamo a comprendere se hanno percorsi prestabiliti, o comunicati solo all'ultimo momento per evitare il diffondersi delle notizie, non sappiamo che grado di conoscenza in gemmologia deve avere un rappresentante.


Sono questioni per noi vitali per dipanare una sceneggiatura solida.

Saprebbe suggerirci dove rivolgere queste e altre domande?


Scusi ancora per il tempo rubato.


Cordiali saluti

Alessandro.

 

Buona sera, Alessandro

 

agire nel ramo commerciale dei gioielli é un'attività che si può svolgere secondo modalità molto diverse, innanzitutto in conseguenza del fatto che l'agente dipenda da una ditta oppure ne sia sia lui stesso il titolare.

 

Quanto alle conoscenze gemmologiche, queste possono spaziare dallo zero più completo, quando il prodotto trattato non abbia pietre preziose, fino a un'approfondita (e appassionante...) preparazione nel caso opposto.

 

Per le rimanenti informazioni, però, niente da fare:

 

Comunque contento d'aver riportato a casa la pelle, oltre a vari tentativi io ho collezionato tre rapine e non quindi ho nessuna intenzione di fornire informazioni a proposito del modus operandi del settore.

 

Un settore nel quale nessuno vorrebbe recitare dal vivo la parte che mi ha visto protagonista... :-)

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Facendo affinare dell'oro avrei bisogno di capire come poter concretamente "controllare" che i risultati del saggio...

Buonasera,

vorrei chiederLe un'indicazione riguardo a quali sono gli obblighi e le procedure standard (immagino e spero ben definite per legge o da regolamenti di Bankitalia) che una raffineria deve rispettare nell'effettuare il saggio di purezza dell'oro (industriale) alla stessa ceduto per la successiva raffinazione.


In altre parole, avrei bisogno di capire come poter concretamente "controllare" che i risultati del saggio effettuato presso la raffineria siano reali e non (eventualmente) manipolati da parte della medesima al fine di corrispondere un minore compenso per l'oro acquistato.

La ringrazio anticipatamente

Cordiali saluti

 

Buona sera, Stefano

 

il discorso sarebbe lungo, perchè lei non precisa se ipotizza un'affinazione "una tantum" o non invece un rapporto regolare e continuativo.

 

Comunque, quali che siano le procedure e le incombenze legali dei vari banchi metallo, al suo posto ci sono solo un paio di precauzioni che le potrei raccomandare caldamente:

 

1  - fusione e affinazione in momenti diversi, con saggio del titolo

in un laboratorio terzo, nel caso di un'operazione casuale,

 

oppure

 

2  -  qualcuno che se ne occupi con regolarità, in sua vece,

nell'ipotesi di operazioni ripetitive.

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Africa: oro e gemme...

Buongiorno, sono titolare di una concessione di una miniera in Africa dove si trova oro e varie pietre.


Gradirei avere informazioni per sviluppare la mia conoscenza in merito, fate corsi mirati e online?

 

Buon giorno, E.

 

ho una discreta esperienza dell'Africa, tanto per l'oro quanto per le gemme, e le anticipo subito che per il metallo dovrà attrezzarsi almeno con un forno per fondere la polvere d'oro in lingotti, altrimenti non le accetterebbero poi il prodotto.

 

Né in Italia, né tantomeno in Svizzera.

 

Quanto ai corsi le trasmetto i dettagli richiesti, precisandole che però che non mi é chiaro cosa intenda lei per "corsi mirati".

 

In ogni caso non é possibile sviluppare online questo tipo di didattica, almeno NON per chi debba poi investire molte risorse in conseguenza.

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Corso per tagliatori di gemme.

Salve signor Gianfranco


Sono Alberto da Milano e le chiedevo se conosce qualche scuola che organizza corsi per tagliatore di gemme a Milano o nei dintorni, o visto che a Valenza c'è il FORAL, e vicino Trieste la Lapidarium, ma essendo un po' distante mi chiedevo se ci fosse qualcosa di più vicino alla mia residenza o in Lombardia.

Inoltre essendo interessato a frequentare un corso di gemmologia, mi chiedevo che tipo di attestato è obbligatorio (per legge) per poter poi firmare un certificato gemmologico, una perizia, un certificato di autenticità o simili.

Grazie e cordiali saluti
Alberto

Ps. Lia è sua moglie? Credo di aver letto qualche suo libro sulla storia dei gioielli valenzani scaricato dal sito del Foral di Valenza.

 

 

Salute, Alberto

 

Lasci tranquillamente perdere il "signor", visto che "Gianfranco" é assolutamente sufficiente!  :-)

 

A Valenza potrei presentarle un amico che é un tagliatore d'antico pelo, che potrebbe darle lezioni individuali con ritmi e orari da concordare.

 

I corsi di gemmologia si fanno per avvicinare seriamente un affascinante e sconosciuto monto, nel quale ritagliarsi (magari...) una interessante nicchia professionale.

 

Non esistono obblighi di legge per "firmare" dichiarazioni varie, e perizie in particolare, perché il solo "titolo" al quale lei potrebbe aspirare é l'iscrizione Ruolo dei Periti e degli esperti della CCIAA della sua provincia.

 

E poi, anche l'inserimento nell'elenco dei "consulenti del giudice" presso il tribunale, che sarebbe un discreto biglietto da visita.

Ma (salvo "consistenti" amicizie) anche un notevole rompimento di burocratiche scatole.

 

La dottoressa Lia Lenti é la figlia dell'ex sindaco e ex onorevole Luciano Lenti, un cugino di non so più quale grado:

ha scritto molto e molto bene sulla gioielleria valenzana, e ora collabora con la Provincia di Alessandria.

 

Ma NON é mia moglie, essendo tuttora (io) un adepto del celibato.  :-)

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Al fine di ottenerne lingotti d'oro di purezza regolamentare e successiva commercializzazione in Italia.

Buongiorno,


ho letto alcuni degli interessanti consigli dati ad altri lettori.


L'importazione di lingotti d'oro di purezza non sufficiente a definirli come "oro da investimento", al fine di ottenerne lingotti di purezza regolamentare e successiva commercializzazione in Italia, risulta essere appannaggio di soggetti iscritti presso la Banca d'Italia (U.I.C.).


Desidererei sapere se a suo parere anche la TEMPORANEA importazione di oro grezzo in forma di lingotti, al fine di una sua raffinazione in Italia e successiva cessione a SOGGETTI ESTERI, sia riservata a soggetti autorizzati dalla Banca d'Italia oppure se in tal caso (temporanea importazione) tale autorizzazione possa non essere necessaria.


Cordiali saluti
Stefano

 

Buona sera, Stefano

 

la prego innanzitutto di NON chiedermi commenti a proposito delle leggi e soprattutto dei relativi, famigerati "regolamenti" complicatori in tema, dato che ormai ho una considerevole esperienza in materia...

 

Sa, temo sempre che il mio self control possa per un attimo abbandonarmi per lasciare via libera a quelle espressioni che, pur pesanti, sarebbero certo adatte - o magari ancora troppo delicate - alla situazione che delizia gli operatori di questo e purtroppo di tanti altri settori produttivi...  nostrani!

 

Scusandomi per lo sfogo, le dico subito che la via più breve (relativamente e italicamente parlando) é quella di far spedire i lingotti da affinare o. meglio, consegnarli di persona alla dogana come merce in temporanea importazione in conto lavorazione "a titolo oneroso".

 

L'operazione sarà realizzata a nome di una ditta con sede all'estero, alla quale sarà poi rispedito l'oro affinato.

 

In tal caso non sarà necessario il beneplacito della Banca d'Italia, ma l'operazione DEVE essere effettuata per mezzo di uno spedizioniere accreditato, e i lingotti affidati a una ditta (tipo Battistolli) per ritiro, consegna al banco metalli e  successiva rispedizione al mittente del prodotto finale.

 

Si informi però dei costi PRIMA di iniziare il balletto dei papiri, altrimenti (e soprattutto per operazioni relativamente modeste) potrebbe bruciarsi tranquillamente TUTTI gli utili.

 

Un'ipotesi sensata, se non altamente raccomandabile, sarebbe quella di concordare tempi e costi "a forfait" con tutti gli operatori interessati... sempre che l'entità del gioco valga la candela.  :-)

 

Inutile aggiungere, credo, che se l'origine delle attività summenzionate fosse invece una ditta italiana tanto la burocrazia quanto le relative implicazioni sarebbero molto, molto più onerose.

 

Ma con un buon commercialista, un fegato di zinco e qualche mestolo di Valium...  :-)

 

Però a a scanso di sorprese, prima di iniziare le operazioni le direi di verificare con lo spedizioniere l'esistenza di eventuali limitazioni "morali" a proposito del Paese di provenienza del metallo:

 

perché potrebbe purtroppo accadere che uno dei nostri illuminati, onorevoli cervelli abbia ritenuto opportuno il bis con quella liliale idiozia che, secondo me, é il "Kimberly process" relativo ai diamanti.

 

E allora sarebbero (ulteriori) pasticci!

 

In bocca al lupo!  :-)