Il microscopio in viaggio

Il laboratorio come bagaglio appresso.

Fra le tranquille mura dell’ufficio le nostre gemme sono oggetto di attenti esami con le sofisticate apparecchiature che tanto amiamo; però, quando il Boeing ci scodella a Bangkok, a Colombo, o magari addirittura in Colombia od in Brasile, l’idea di andar per gemme coperti solo da una foglia di... lente a 10x fa correre più di un brivido.

Almeno al nostro conto corrente, visto i "pacchi" che circolano!

Già, perchè i Paesi produttori di gemme sono anche i più forti importatori di sintesi ed imitazioni, quando non le fabbricano loro stessi.
Commissionando per di più "trattamenti" particolari a veri specialisti dell’abbellimento artificiale dei cristalli meno pregiati, trattamenti che spaziano dal semplice riscaldamento a vere e proprie truffe, se non dichiarati.


E così ci si attrezza con un mini laboratorio che, ridotto all’essenziale per tipo e dimensione degli apparecchi, ci seguirà dappertutto (*) insieme agli occhiali da sole ed alla clorochina.

(*) Sui documenti doganali premettere alla descrizione dei singoli apparecchi la dizione:

"STRUMENTI PER ANALISI FISICHE ED OTTICHE".

Non menzionate nè gemme nè gemmologia per evitare di dover giurare, magari in mutande e calzini, che nelle cuciture dei vostri abiti non è nascosto il Koh In Hoor...

Premesso che lo strumento più importante è...chi lo usa, se sapete cosa cercare vi basterà poco per eliminare la maggior parte dei rischi che fanno strage fra i gemmoturisti da "inclusive tour":
un rifrattometro, un polariscopio, un microscopio, per esempio, a cui affiancare (sono di poco ingombro, e di costo ridotto) una serie di liquidi pesanti, una lampada UV, un calibro, le vostre pinzette, ed una serie di punte di durezza (4-10 Mohs, che ostenterete pur senza usarle, dato che danneggiano i campioni).

Altri strumenti come lampade UV e/o Normalizzate, bilance idrostatiche, sensori termici per diamanti, ecc., ingombri a parte, saranno considerati di volta in volta solo se giustificabili dall’oggetto della vostra caccia.

In commercio si trovano già alcuni kits che vengono proposti proprio per impieghi fuori sede ma, sfortunatamente hanno due considerevoli handicaps:
sono stati realizzati in modo rudimentale, e sono di una scomodità unica per l’uso di routine, tanto da imporre l’acquisto di una seconda serie di apparecchi per il laboratorio fisso.

Eccomi quindi sfidato a progettare un microscopio (ora brevettato) comodamente trasportabile, ma che si potesse poi utilizzare con tutte le funzioni previste in un laboratorio standard.
Affiancarlo quindi con gli altri apparecchi del caso, e decidere se alimentarlo, o meno, a batterie è stata la parte più facile, anche ha originato subito due partiti fra gli amici sfruttati come cavie.

Il partito A considera irrinunciabili le batterie, che io considero un’opzione, ed il partito B, che con maggiore esperienza ne fa tranquillamente a meno. visto che dove circolano gemme tagliate, di solito è già arrivata anche la corrente elettrica.
E le batterie hanno la malefica abitudine di lasciarvi a piedi proprio sul più bello, quando tra l’altro avete lasciato i ricambi in albergo, e quelle dell’auto non sono a tiro perché il vostro autista ha portato la jeep (e la morosa) a fare un giro!

Per i grezzi, invece, nella maggior parte dei casi ci si deve arrangiare con i liquidi pesanti, le punte di durezza , il sensore termico ed il polariscopio, dato che le faccetta trasparenti per il microscopio, e piane per il rifrattometro sono davvero scarse...

Ma torniamo allo strumento più importante: voi.

Se la vostra attività itinerante si svolge fra banche, notai, aste, assicurazioni, dogane e vecchie contesse vi serve solo una bolla di accompagnamento ed un parcheggio dove lasciare l’auto al riparo dal carro attrezzi.
Se invece andate oltre frontiera rivolgetevi ad un guru (commercialista o spedizioniere doganale) per sapere cosa vi aspetta:
bolla europea, carnet ATA per i Paesi che lo riconoscono, temporanea esportazione per gli altri.

In ogni caso, non sognatevi di rivivere le avventure del far west, perchè con i doganieri va (quasi) sempre storta.

Uscire dall’Italia non è un problema, ma al ritorno potreste ripagare l’iva sui vostri apparecchi o, se va di lusso, perdere mezza giornata a spiegare la differenza fra un polariscopio ed il supercannone di Saddam.
L’ingresso in alcuni Paesi presenta difficoltà di tipo protezionistico (Africa, Sud America, Oriente), e qui sarebbe prezioso l’aiuto di un indigeno ben introdotto, od almeno bene informato.

A volte basterà la vostra simpatia (con una bottiglia di whisky ed un paio di copie di Playboy, naturalmente) per il via libera, ma è meglio non rischiare perchè se incontrate un asceta non vi basterebbe una coniglietta in carne ed ossa!

Senza drammatizzare, comunque, dovreste riuscire a portarvi dietro quanto vi serve per utilizzarlo nel migliore dei modi.

E ne vale la pena, almeno a giudicare dai "souvenirs" che a tutti noi capita sovente di esaminare.

Se l’infelice acquirente ha portato a casa l’imitazione di un’alessandrite ove, per 50 dollari invece di 90.000, c’è anche il ricordo del viaggio di nozze a Luxor, poco male;
ma se in un lotto di zaffiri o di rubini, tornati all’ovile, si trovano tanti, stupendi sintetici che ne hanno fatto lievitare il prezzo, allora si maledirà nell’ordine:

  • la disonestà altrui, la propria buonafede, le distrazioni orientali...
  • e la mancanza di un’adeguata attrezzatura tecnica.

Troppo tardi, però, visto che non servirebbe a nulla oscurare gli specchi: il dolore oltrepassa le tende, e comunque non ci si può radere sempre ad occhi chiusi.

E, in ogni caso, ricordatevi sempre dove siete e chi avete attorno:
in certi Paesi potrebbero mostrarvi uno smeraldo con una mano, e con l’altra una pistola carica (dalla parte sbagliata)
Senza un preventivo assenso, anche la sola immersione del cristallo in alcol per vedere se rilascia il tipico olio verde potrebbe essere interpretato come un offensivo gesto di sfiducia.

Oltre tutto inutile, dato che questa prova non è determinante (esistono collanti colorati insolubili) mentre la reazione, invece, potrebbe esserlo.

 

Articolo pubblicato su Oro e Diamanti - Trezzano S/N (rivisto ed eventualmente aggiornato)

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