La luce e i colori: I perchè di una lampada normalizzata

Ritorniamo sul tema "luce" per riassumerne alcuni argomenti-base.

1 - la luce è energia, e come tale caratterizzata da proprietà specifiche;
2 - il colore è una funzione, in altre parole una conseguenza, della luce;
3 - senza luce, il colore non esiste.

La luce con cui abbiamo maggiore dimestichezza è quella del giorno, visto che ne disponiamo fin dalla nascita, e anche la persona più distratta si è resa conto che i colori (dei volti, dei vestiti, delle cose in genere) cambiano notevolmente secondo l'ora, del luogo e, magari, delle condizioni ambientali in cui sono osservati.

Scattare fotografie (diapositive, anzi, più fedeli ma anche più critiche!) di un volto, o di un oggetto di mattino presto o a pomeriggio inoltrato, fra le nevi di un ghiacciaio o nel verde di un fresco sottobosco, mostrerà subito cosa sono le "dominanti cromatiche", quel fastidioso fenomeno che accentuerà la tendenza dell'immagine a privilegiare certi colori a spese di tutti gli altri. Volti bluastri, troppo rossi o tendenti al verdolino faranno forse sorridere, o magari imprecare un poco, pensando al costo della pellicola, ma tutto sommato è un'esperienza ancora economica…

Ma quanti innocenti "gemmoturisti" sono tornati a casa con la ragionevole convinzione di aver acquisito esemplari di rara bellezza, e dubitato poi di aver sofferto di gravi allucinazioni? O d'essere stati vittime di uno scambio di merce?

La spiegazione, purtroppo, è molto più banale, perché l'insidia non ha nulla di diabolico: è sufficiente infatti un poco di disattenzione, e ciascuno di noi sarà vittima di suggestioni fuorvianti e, di solito, costose.

La luce alla quale si esaminano i diamanti (e, magari, anche le pareti dell'ufficio, o le tendine dello stesso) sono tendenti al giallino? bene, sotto di essa i diamanti ci appariranno di colore migliore;

la luce sarà ricca di radiazioni rosse, e di un bel colore arancio la cartina in cui li presenta il venditore? i rubini avranno una saturazione eccellente, e sarà davvero difficile resistere alla tentazione dell'acquisto.

Anche col verde il gioco si ripete pari pari, e a questo punto saranno in diversi coloro che scrolleranno il capo (delusi?) per l'immoralità del settore…

Il giudizio, superficiale e certamente eccessivo, ignora volutamente come da anni esistano le conoscenze, e i mezzi, per evitare la maggior parte dei fenomeni su indicati: un'attenzione costante, frutto di un'adeguata preparazione, e un minimo d'attrezzatura.

I tipografi, i fotolitisti, e quanti hanno a che fare con il problema dei colori e relativa fedeltà si sono attrezzati con sorgenti di luce particolari, che rispondono a severi criteri "standard" per quanto concerne la composizione del flusso luminoso: ciascuno di loro, infatti, usa una luce "bianca" di composizione nota, con precise percentuali di ciascuno dei colori dello spettro, e fa poi riferimento a tabelle codificate da Istituti nazionali (DIN, RAL, UNI ecc… in Europa, ASA, PANTONE, Munsell e altri, oltre atlantico)

Con parecchio ritardo rispetto all'industria (i carrozzieri battono sul tempo i diamantai di qualche decennio!), finalmente anche il mondo delle gemme esce dal suo romantico isolamento e affronta il problema in modo realistico.

Alla mitica "luce del Nord" si affianca la più affidabile lampada Normalizzata, la cui adozione riduce fortemente l'errore indotto da sorgenti luminose inadatte, e consente di usare nel modo più appropriato le scale "ufficiali" di colore (i "diamond color masters"); su queste basi poggiano i "certificati d'analisi", le perizie e le valutazioni che indicano il "colore" dei diamanti.

Con le pietre di colore il discorso si complica un poco, perché le lampade Normalizzate in circolazione sono tutte a "luce fredda", piuttosto povere cioè di radiazioni rosse e arancio.

Scelta ineccepibile per i diamanti, certo, ma da considerare con un minimo di cautela per le pietre di colore, in particolare i rubini.

Una "luce fredda" li farà apparire tendenti a uno sgradevole colore violaceo, il che è certo ininfluente per la selezione "tecnica" del colore, ma è decisamente sconsigliabile per un utilizzo commerciale.

Soluzione?

Non certo una lampada allo Xenon da fotolitista, ma un attento studio preventivo delle funzioni alle quali la sorgente luminosa deve presiedere, e le relative soluzioni da personalizzare caso per caso.

Non esistono ricette universali, naturalmente, ma le possibilità d'intervento spaziano secondo un arco davvero vasto di possibilità alle quali vale la pena di dedicare la massima attenzione.

Neon, faretti alogeni, lampade ad alogenuri metallici, diffusori a luce morbida o spot a fibre ottiche dovrebbero finalmente coesistere non solo nelle vetrine, ma anche negli uffici e nei punti vendita, per illuminare ogni soggetto nel modo più efficace, e più conveniente.

Per ora non esistono ancora codifiche nè metodi sufficientemente pratici da essere adottabili come metro di valutazione per le pietre di colore; la necessità però comincia a essere avvertita quanto basta per originare non pochi dibattiti e noi speriamo quindi di poter disporre presto di un nuovo strumento di lavoro.

Non le costose americanate che di tanto in tanto seducono persino qualche austero "guru" della gemmologia, certo, ma una scala di colori standard ritagliata in cristalli sintetici di colore facilmente ripetibile...bene, c'indurrebbe in forte tentazione.

Beninteso, previa disponibilità di una lampada specifica!

 

Articolo pubblicato su Oro e Diamanti - Trezzano S/N (rivisto ed eventualmente aggiornato)