Pietre di colore

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Mi hanno regalato uno zaffiro che ha un colore violetto e non mi sembra autentico: Lo butto via?

Buon giorno,

volevo farle una domanda sugli zaffiri.
Ho sempre visto nelle vetrine zaffiri blu, mi hanno regalato uno zaffiro che ha un colore violetto e non mi sembra autentico, l'ho fatto vedere a un gioielliere, che mi ha detto che e' sicuramente falso.

Lo butto via?

Chi me l'ha regalato e' stato all'estero e mi ha assicurato che era autentico, non so davvero come comportarmi.

Anna

Buona sera, Anna

 

"Lo butto via"?

Per favore NON si azzardi nemmeno a immaginare l'esecuzione della ventilata minaccia!  :-)

 

Non so cosa lei intenda per "l'ho fatto vedere a un gioielliere", ma chiariamo subito che a mio avviso una semplice occhiata NON è assolutamente sufficiente, e con un'analisi appropriata le sarebbe stato detto di QUALE TIPO di "falso" si tratti.

 

Tanto per la cronaca la informo poi che il violetto sarebbe un colore molto pregiato e altrettanto raro negli zaffiri, perché originato dalla somma di rosso e di blu miscelati, di solito, in felice proporzione reciproca.

 

E gli zaffiri che lei ha visto in vetrina spaziavano certo da un delicato celeste glicine fino al violetto di cui sopra, ora che sono stati praticamente esclusi dal mercato quelli molto più scuri (blu verdastro) delle qualità meno pregiate.

 

Che poi l'esemplare a lei non sembri "autentico" non é un dramma, ma si tratta di un sospetto che potrà chiarire senza indugi con un'attenta e precisa analisi gemmologica.

 

Mantenga quindi la calma e fino a conclamata prova contraria si fidi dell'amico che le ha fatto il regalo...

Anche se le "sole" non sono certo una prerogativa soltanto nazionale.   :-)

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La crudele sorte di una magnifica gemma!

ho comprato in Tanzania una tanzanite di 7 carati e mezzo, a forma di goccia.

Sfortunatamente il gioielliere, al momento di montarla, l'ha rotta a causa di uno shok termico.

Potrebbe cortesemente indicarmi quanto può essere il valore di una pietra di questa caratura?

Buon giorno, Chiara

 

mi spiace, ma senza vedere la sua tanzanite (o, almeno, quello che ne rimane) mi é impossibile azzardare un qualsiasi valore.

 

Purtroppo il suo é un caso non infrequente perché alla diffusione del bellissimo cristallo NON si accompagna una contemporanea conoscenza delle sue caratteristiche, e relative precauzioni di trattamento.

 

Micidiale poi lo scambio con lo zaffiro, di durezza ben più elevata.


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vorrei intraprendere una attivita' commerciale inerente l'importazione delle pietre grezze

Sig. Lenti buongiorno


vorrei intraprendere una attivita' commerciale inerente l'importazione delle pietre grezze (nello specifico dal Brasile).


Premetto che non ho ancora iniziato, quindi sto cercando di avere maggiori ragguagli in merito a tutte le sfaccettature normative e al da farsi appunto per lo start up della mia futura attivita',

le spiego in breve in attesa magari di un incontro in sede da lei a Valenza o da me in ufficio a xxx, ove acconsentira'.


Ho letto qualcosa ma non sono convinto volevo capire come fare per la certificazione Kimberly?

A chi mi devo rivolgere deve essere fatto in Brasile o qui in Italia?

Poi ho letto che necessita' di una licenza rilasciata dalla questura?


Si ma nel mio caso io andrei spero ad acquistare o a prendere in locazione un discreto appezzamento di terra con delle bellissime cascate  per appunto la raccolta, perché di questo si parla di raccoglierli  diamanti e delle altre pietre rubini smeraldi zaffiri.


A questo punto la mia perplessita' cresce in quanto diventerei proprietario quindi che tipo di attivita' devo aprire parlo di camera di commercio?


Aspetto suo gentile riscontro per porle altre domande sperando che la mia idea parta presto sicuro di poter contare sulla sua disponibilita' e competenza.


Le auguro una buon lavoro

cordiali saluti

 

Buona sera, Giuseppe

 

se avrà la pazienza di scorrere a ritroso le risposte alle domande simili alle sue troverà senza problemi la maggior parte delle informazioni che le servono.

Comprese quelle relative alla licenza di commercio preziosi che deve essere rilasciata dalla questura competente, previo sopralluogo di verifica idoneità dei locali da adibire all'attività.

 

Premessa poi l'indispensabile assistenza di un BUON commercialista (siamo sempre il Paese del bollo tondo e dell'incertezza del diritto) potremmo concordare un incontro tanto a Valenza quanto a XXX per tutti quei dettagli che é meglio approfondire di persona.

 

Intanto le anticipo che sarei stupito di sapere che dal Brasile lei possa importare corindoni ivi ritrovati, perché a tutt'oggi non mi risultano giacimenti di tali preziosi cristalli.

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Meditazioni socioeconomiche... cinesi. - 2 -

Buonasera, Gianfranco,

ho letto le tue riflessioni socio-economiche sulla Cina, che mi trovano completamente d'accordo.


Tra la metà degli anni 90 e il 2002 mio marito, ingegnere chimico, si è occupato della progettazione di un impianto in Cina, in joint venture con la sua azienda (XXX, allora del gruppo Montedison), per la produzione di cefalosporine iniettabili (i cinesi amano le iniezioni, al contrario di noi occidentali).


Lo stabilimento si trovava (e si trova tuttora, immagino) a Jinan, ma non ricordo il nome della provincia, so che era vicino al fiume Giallo.

Gli italiani ci hanno messo il capitale e le risorse umane di alto livello, nonché la tecnologia.

I cinesi la manovalanza e la dirigenza "politica"...


Quello che avrebbe dovuto essere un affare per entrambe le parti si è rivelato tale solo per i cinesi:

in Italia non è arrivata una sola lira di utile (tutto "reinvestito" in loco), e alla fine la fabbrica è stata rilevata senza sborsare un euro dai cinesi...


Alla controparte italiana l'avventura cinese è costata cara, tra gli stipendi dei dipendenti in missione all'estero, la fornitura di apparecchiature sottocosto e la perdita del mercato asiatico delle cefalosporine....


Insomma, quella che sembrava un'opportunità per la nostra azienda si è rivelata una solenne fregatura.

E penso che ci siano molte altre aziende italiane che hanno subito la stessa sorte.

Con simpatia.

Maria Rosaria

 

Ciao, Maria Rosaria

 

mi hanno scritto in parecchi/e su questi tema, e trascurando per un momento le amate gemme aggiungo qualche ulteriore considerazione.

 

Si sono molte le aziende italiane che hanno assaggiato la correttezza e la convenienza dei rapporti "commerciali" con i degni nipotini di Mao.

 

Se guardi la campagna potresti vedere molti attrezzi individuali, tipo moto-coltivatori e simili, "made in Cina" ma con una somiglianza molto, molto marcata con quelli che fabbricavano in una cittadina poco distante da Bologna.

 

Fabbricavano, perché dopo l'esperienza cinese (fiere, viaggi e soggiorni, offerte per richieste mirabolanti, modifiche con prototipi gratuiti e nuovi impianti produttivi in Italia) non se n'é più fatto nulla, malgrado anni di tira e molla..

 

La ditta non aveva alle spalle la Montedison e quindi é fallita, mentre il titolare (mio cugino primo) ne ha ricavato un infarto e un bel funerale.

 

La realtà é che come imprenditori italiani NON siamo abbastanza preparati, finanziariamente forti e nemmeno crudamente smaliziati per confrontarci con certe realtà.

Né tanto meno per farvi fronte con strategie nazionali (o europee) in termini medio-lunghi.

 

E come nazione possiamo solo stendere un pietoso velo sulle nostre "istituzioni", quelle che nuotano nel loro dorato empireo isolate come i pesci rossi in una boccia.

 

Come i pesci rossi in una boccia, appunto, ma più costose e non altrettanto utili.

 

Sai, ho collaborato con l'ICE in missioni e ricerche di mercato all'estero, ho, presentato programmi e progetti alla Farnesina e di recente anche alla Regione Piemonte (ai tempi del nefasto regno della zarina Bresso, con la sua degna corte) e dal mio limitato orizzonte non saprei proprio come giustificare, oggi, una qualsiasi traccia di ottimismo.

 

Dai, torniamo a parlare di gemme: il mio fegato lo esige!  :-)

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Alla ricerca della Tanzanite

Salve sig. Lenti,

Cercando informazioni sulla tanzanite sono "incappato" nel suo sito, che ho trovato molto interessante come molto interessanti sno anche i consigli/suggerimenti che ho letto negli scambi di email.

Provo a quindi a farle la mia domanda.

Vorrei acquistare una Tanzanite e sono stato consigliato da amici che lavorano in Botswana di mettermi in contatto con una persona che li tratta in loco.

Dopo vari scambi di mail mi ha proposto a circa X.X00 €, giusto per fare un esempio, una tanzanite con le seguenti caratteristiche:

*1,40 ct

*Color – Blue-Violet

*Saturation – Intense

*Clarity – Lightly included (Minor noticeable inclusions that can be seen with the naked eye)

*Cut – Very good (almost perfect arrangement of facets on crowns and pavilion, stone has some minor misalignment of facets)

che mi verrebbe inviata corredata delle certificazioni.

La mie domande sono, immagino, disarmanti per la loro banalita´:


1)  quali sovrebbero essere le certificazioni che mi garantiscono di ricevere una gemma e non, mi passi il termine, un "fondo di bottiglia"


2)  e se ritiene il prezzo effettivamente vantaggioso.

La ringrazio in anticipo della sua risposta e, visto che siamo a gennaio; le auguro un sereno 2011.

Cordialmente,

Roberto

 

 

Salve, Roberto

se permette pubblicherò (debitamente censurata) la sua e.mail come esempio dell'opportunità di chiedere PRIMA di un eventuale acquisto. e non DOPO, perché tra l'altro le sue domande NON sono per nulla banali!

 

Non conosco laboratori di riferimento in Botswana, ma in ogni caso le avrei detto che io mi fido solo dei NOSTRI laboratori:

tanto per ragioni di acclarata competenza quanto per la scontata reperibilità futura...

E, pur toccando ferro, le lascio immaginare il perché.   :-)

 

Ho sempre sostenuto l'inderogabile necessità di vedere, esaminare e valutare di persona le gemme e quindi non la sorprenderà certo il mio scetticismo nel caso di una transazione basata sulla reputazione e sui consigli rimbalzati di terza mano, tantopiù che lei non avrebbe nessuna possibilità di giudizio PRIMA del pagamento.

 

Né di rivalsa dopo, se andasse storta, perché quasi certamente le rimarrebbe solo la magra consolazione di compatire l'immagine riflessa in uno specchio:

la sua immagine, purtroppo.  :-)

 

Quindi, per entrare nel merito di quanto lei mi chiede:

 

1 - il prezzo indicato mi sembra decisamente alto, per una pietra solamente di 1,5 carati:

tanto che non sarebbe un problema trovare qui un esemplare di caratura analoga e della migliore qualità.

 

Ma il colore che il commercio considera il "top", o che piace a me, piacerebbe poi altrettanto anche a lei?

Le garantisco che ci sono almeno altre due, forse tre variazioni di colore in grado di far sognare

qualsiasi appassionato, ma il difficile sarebbe il descriverle adeguatamente SENZA mostrare le gemme.

 

2 -  Definire il taglio come "cut: very good" NON significa nulla perché non é specificata la forma del medesimo:

rotondo, ovale, ottagonale (quadrato o rettangolare), a goccia, a trilliant, eccetera,

né le tantomeno le dimensioni e relative simmetrie caratteristiche.

 

Il che significa che oltre a una gemma con una forma che non le piace lei potrebbe ricevere:

a - un cristallo piatto come un'ostia, o

b - profondo come un cono di gelato, e nessuna delle due forme la riempirebbero di felicità... gemmoestetica.

 

Sottolineo come positive le note relative a minori "incertezze" nelle simmetrie di taglio, e la visibilità a occhio nudo di caratteristiche interne, ma tutto sommato e SOLO IN BASE AI POCHI DETTAGLI di cui sopra io non rischierei la cifra richiestale.

 

Negativa anche l'eventuale ipotesi di richiedere una o più foto perché la natura stessa del colore nella tanzanite (cristallo tricroico) potrebbe facilmente indurre in errore tanto di sovra quanto di sottostima, nella quasi assoluta certezza che le riprese NON sarebbero certo effettuate in "condizioni di luce Standard".

 

Visto che sto smaltendo i bagordi delle recenti intemperanze, invece del calice con le bollicine mi ritengo in credito nei suoi confronti di un caffé.   :-)

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Meditazioni socioeconomiche... cinesi.

Scusa se ho scritto tutto in maiuscolo ma faccio prima, per non dover dopo il punto cambiare carattere.

Grazie per i tuoi consigli e per i complimenti sul sito, devo ancora mettere i gioielli creati da me, perche' e' una cosa lunga.

Riguardo la Cina, non essere cosi' razzista, e' vero che hanno rovinato il mercato, anche il mio, pero' se io lavoro e' grazie a loro, in tutti i posti dove ho guardato in Italia e all'estero, tutto costa il doppio e io non potrei lavorare con quei prezzi.

Buona sera, Miriam

 

io razzista?

premesso che per un motivo o per l'altro secondo me siamo TUTTI razzisti, contro i cinesi (in Cina) ho precise riserve di tipo sociale, economico e politico.

 

Volendo limitare le considerazioni alle prime due, tu comperi a prezzi bassi perché:

 

a -  in Cina si produce grazie (anche) agli schiavi dei gulag,

b -  con la clausola della "nazione meno favorita" loro esportano in tutto il mondo con il 3,5% di dogana

e noi esportiamo in Cina con il 30% di dogana, + un ulteriore dazio!

 

Altro che considerarli partners, in realtà sono un cancro che sta strangolandoci con... la corda che paghiamo noi.

E sono tanto "sfavoriti" che hanno le forze armate più numerose e armate del mondo, oltre a un'industria spaziale che mette in orbita satelliti e astronauti.

 

E in TUTTI i Paesi emergenti, dove ci sono le materie prime di maggior valore, i cinesi ci stanno buttando fuori:

sia facendo comunella con i ras locali, sia sostenendo rivoluzioni "democratiche" con scambi "equi"a favore di una qualsiasi testa di legno locale.

Un diamante contro un mitra, o quattro mine anti-uomo, per esempio.

 

E i dittatori in Africa non sopravviverebbero un mese se non fossimo NOI a sostenerli, con la tragica, costosissima buffonata (a mio avviso) delle varie ONU, CEE, FAO e compagnia cantanti,

 

Potrei continuare, ma ti faccio almeno presente che per ogni attività che chiude (e per concorrenza illecita, soprattutto) ci sono tante, troppe famiglie che non sanno più come sbarcare il lunario.

 

Ti assicuro, che io che ne conosco molti qui in Toscana, sono persone come noi, quasi tutti poveri o sfruttati, che hanno laasciato il loro Paese per miseria e lavorano al freddo e con turn-over pazzeschi, alcuni sono aperti tutti i giorni dell'anno, continuamente al freddo e io impazzirei senza un giorno di riposo.

Ma le fabbriche con cui lavoro io sono rigorose, se sbagliano di un dollaro, te lo ritrovi rimborsato la volta dopo, senza manco chiederlo.

Nulla da ridire sui tuoi vicini di casa, i cui fratelli sono anche qui né, almeno nei TUOI confronti, sulla loro correttezza commerciale, .

Per un dollaro.

 

Ma ti faccio presente che il governo di Pechino ha truffato tutti i visitatori in occasione delle olimpiadi spacciando loro andesina gialla (comune ed economica) a caro prezzo, come andesina rossa (che invece é una gemma rara e pregiata).

 

Dopo averla subdolamente adulterata con un colorante, ovviamente...

 

Ma hai mai pensato a quanti disoccupati le esportazioni cinesi (e, soprattutto, quante di queste regolari?) hanno creato in Italia?

 

Quanti nostri "imprenditori" producevano (magari al nero, va bene) camice e pantaloni magari nei sottoscala di Napoli ma portavano almeno a casa la pagnotta.

Mentre ora dipendono solo dalla "benevolenza" di gente come Bassolino, Vendola & Co.

E a spese di tutti, naturalmente.

 

Riguardo la Cina vera e propria, non ho stima ovvio per il governo, che oltretutto oscura la televisione, perseguita i cristiani, (pero' i cinesi che sono qui, sono spesso cattolici ferventi e veramente buoni d'animo).

Ti assicuro che devono ancora imparare a truffare cone gli italiani e quelli che truffano in Italia, sono i mafiosi cinesi ma noi dobbiamo stare zitti a questo proposito.

Noi dobbiamo tacere, dici?

E che dici della PAURA (politica e fisica) delle nostre autorità, che multano a sangue un barista per un caffé senza scontrino, ma NON s'azzardano a fare i dovuti controlli nelle varie "Chinatown" nostrane?

 

Se hai dei dubbi vieni e ti accompagnerò in via Paolo Sarpi, a Milano, oppure a Novara, e se vuoi potrai comperare camion interi di merce senza fattura, che entra tranquillamente e regolarmente senza pagare nemmeno quel misero 3,5% di cui sopra, olre alle successive e conseguenti tasse.

 

Poi una persona come te, che fa questo mestiere, non puo' escludere dal sul campo, le perle cinesi, solo perché sono tali allora le pietre preziose del Sudafrica, col governo che li sfrutta come schiavi?

Non posso escludere?

E invece posso, posso e voglio, oltretutto!

Quindi per quanto posso eviterò anche in futuro di dare il mio obolo a questo subdolo mostro con gli occhi a fessura.

 

L'Africa la conosco abbastanza bene perché la frequento dalla fine del 1970 (l'Africa VERA, non quella degli spinelli di Malindi, o degli altri zoo per turisti beoti) e ti assicuro che il problema é duplice, ovvero:

a - gli africani, e

b - gli interessi dei vari "parners" mondiali.

 

Della repressione interna in Cina sembri informata, ma che ne pensi della "pulizia etnica" conseguente la britale occupazione militare del Tibet?

All'ONU non se ne parla, ma solo perché i "poveri" cinesi sono anche nel "Consiglio di Sicurezza" e ne pongono il veto.

 

La Cina sta diventando la terza potenza, e' meglio farci affari credimi, poi anche loro si pestano i piedi e presto rivedranno la loro politica commerciale, perche' spesso in Italia, da loro spendo meno che all'ingrosso in Cina e glielo dico, infatti alcune fabbriche sono in crisi per esubero di produzione e si sono messi a vendere a stock.

Certo, vendono a stock e sono altre ditte che da noi chiudono i battenti.

Però certi settori cinesi sarebbero in crisi soltanto perché loro stessi hanno scoperto che certe produzioni sono più economiche nella Corea del Nord o addirittura in Cambogia.

E ne approfittano.

 

Ma é meglio far finta di niente, così venderemo qualche Ferrari, alcuni containers di vino e magari anche tante scarpe di pregio.

Sempre che nel frattempo le nostre produzioni non siano già state delocalizzate a casa loro.

 

Vedrai che ho ragione e poi interessati alla loro cultura come quella giapponese, e' affascinante, io ho e mi metto abiti originali cinesi e faccio un figurone, cosi' come ho anche quelli indiani, (altra potenza che sta sorgendo e forse superera'  la Cina, perche' sono piu' giovani) che vendono un abiti di seta, su misura, a prezzi irrisori, altro che le sartorie italiane!

Ben lieto d'approfondire la conoscenza della loro cultura, ma solo se (e quando) saranno stati eliminati o almeno fortemente attenuati i motivi che mi rendono la Cina e i cinesi tanto indigesti.

E a proposito di meditazioni, ti ricordo che i giapponesi almeno le "fabbriche cacciavite" le hanno dovute impiantare qui, per vendere le loro auto in Occidente:

 

i cinesi nemmeno quello, e in nessuna di quelle parti del mondo da loro colonizzate economicamente.

 

Altro che vestiti di seta!

 

Ti faccio tanti auguri di fine anno e medita!

Ciao Miriam

Quanto sopra NON per amor di polemica, ovviamente, ma solo perché mi considero parte di una realtà che, purtroppo, si va deteriorando con moto "naturalmente accellerato".

 

Ovvero in caduta libera, in pratica.

 

E sono innanzitutto convinto che se la barca affonda, anche quelli che resteranno a galla non se la passerebbero molto bene.

 

Contraccambio i saluti e gli auguri.

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Il controllo delle perle... a martellate.

SALVE IO SONO QUELLA CHE PRENDE A MARTELATE LE PERLE, PER VEDERE SE SONO VERE.

DUNQUE, IO MI STO FACENDO UNA CULTURA IN PERLE MA CI SONO DELLE COSE CHE NON MI QUADRANO.

HO CONPRATO RECENTEMENTE, DELLE PERLE 10-11 MM AAA, DI ACQUA DOLCE , CHE HO VISTO SONO DI MADREPERLA  FINO AL CENTRO, CIOE' NON C'E' NUCLEO E SONO FATTE TIPO CIPOLLA.

MOLTO BELLE E A PREZZO DAVVERO BASSO.

IO CREDEVO FOSSERO AKOYA, POI MI HANNO SPIEGATO CHE LE AKOYA HANNO UN  NUCLEO DENTRO E QUINDI NON SONO FINO IN FONDO DI MADREPERLA, HANNO SOLO UN COLORE LUMINOSSISSIMO E OVVVIAMENTE PIU' SONO PERFETTE PIU' COSTANO.

 

MI HANNO ANCHE DETTO, CHE IL PREZZO E' DOVUTO AL FATTO, CHE IN GIAPPONE CHE LE HA INVENTATE E CHE LE VENDE, ANCHE SE IL 75% PROVIENE DALLA CINA, IL PREZZO NON E' DOVUTO SOLO ALLA QUALITA' MA AL FATTO CHE LORO COMPRANO LOTTI D'ACQUA, CHE PAGANO MOLTO, ESSENDO IL GIAPPONE PICCOLO, POI  DEVONO ACQUISTARE  MOLTO, PERCHE' I NEGOZI VENDONO SOLO QUELLE.

 

PAGANO MOLTO DI AFFITTO E INFINE C'E' MOLTO SCARTO.

IN CONCLUSIONE, IO PAGO 8.000 EURO, UN FILO CHE NE VALE LA META', TOGLIENDO LE SPESE.

 

ALLORA LA DOMANDA E' COVIENE COMPRARLE O PRENDERE QUELLE CINESI D'ACQUA DOLCE, CHE OLTRETUTTO SONO TUTTE DI MADREPERLA?

ALTRA DOMANDA, MIA MAMMA HA UN FILO DA 40 ANNI, CHE GLI HANNO VENDUTO COME GIAPPONESI, IL COLORE E' ROSATO MA NON LUCIDO, IO NE HO ROTTA UNA E DENTRO C'E' UN NUCLEO DI VETRO, CON DUE STRATI DI MADREPERLA:

L'HANNO TRUFFATA?

INFINE MA LE AKOYA SONO SOLO DI ACQUA SALATA?

BUON NATALE E GRAZIE

 

 

Ciao, Miriam

 

sono riuscito a ripescare la tua e.mail, e ora provo a risponderti.

 

A patto che, in futuro, tu NON mi scriva tutto in maiuscolo:

é meno leggibile, e poi equivale a gridare secondo la "netiquette" ... :-)

 

Innanzitutto tua manna NON é stata truffata, perché le perle coltivate (Akoya comprese) sono prodotte a partire da un nucleo artificiale che. di solito, é una sfera di vetro attorno alla quale si depositano "a cipolla" i vari strati di conchiolina.

 

E, appunto, diametro, perfezione del mantello e del suo "oriente", scarti di selezione, moria di ostriche e aborti  durante il processo di accrescimento sono fattori che incidono pesantemente sul prezzo finale.

 

"IN CONCLUSIONE, IO PAGO 8.000 EURO, UN FILO CHE NE VALE LA META', TOGLIENDO LE SPESE", dici tu.

E' un'affermazione che mi sembrerebbe alquanto gratuita:

Considera infatti che, a mio avviso, saremmo in molti a costare molto meno se ci "togliessero le spese"...

come l'auto, l'albergo e l'amante, per esempio.  :-)

 

Non mi sono interessato delle perle di acqua dolce "cinesi" perché a causa degli effetti che (con la complice stupidità di noialtri occidentali, purtroppo) sta causando alla nostra economia ho crisi di rigetto per quasi tutto quanto proviene da quella Nazione.

 

Non so quindi se i giapponesi affittino o meno acque cinesi per le loro pregiate, specializzatissime coltivazioni, anche se la cosa non mi stupirebbe:

oltre a un ambiente favorevole e a costi ampiamente negoziabili, in Cina troverebbero anche obbedienti schiavi a costi irrisori.

 

E con opportune "triangolazioni" attraverso ditte di comodo potrebbero anche approfittare della "clausola della Nazione meno favorita".

 

Ti confermo che le perle si possono produrre partendo da un nucleo qualsiasi:

come materiale, come forma e (entro certi limiti) anche come dimensione.

 

Però il grosso della produzione ruota attorno ai nuclei di vetro o di madreperla, ma non saprei darti altri dettagli a proposito delle produzioni cinesi.

 

Visto che tu ti stai facendo una cultura in proposito sarò felice se vorrai ampliare e aggiornare le mie conoscenze alla prima occasione.

Per ora aggiungo che "Akoya" é il nome del volonteroso mollusco (Pinctada fucata) che usano in Giappone e in Cina per produrre le splendide sferette...     :-)

 

Ovvio quindi che nulla impedirebbe di cercare anche la produzione di perle senza nucleo, ma ne risentirebbero troppo i tempi di raccolta e l'aumento degli scarti...

 

Complimenti per il tuo sito, che ha anche un impatto visivo molto accattivante.

 

E buon anno!

  • Scritto da Gianfranco Lenti
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Pulitore a ultrasuoni per gioielli.

 

Ciao Gianfranco,

ti disturbo per un parere.


E' vero che non possono essere puliti col sistema a ultrasuoni le tanzaniti (e gli smeraldi, i coralli, le perle e le turchesi)?


Volevo acquistare uno di quegli aggeggi che par riescano a pulire e a rendere sempre splendenti i gioiellini vari ma il venditore mi ha detto che bisogna fare attenzione alle pietre "tenere"... perché sarebbe alto il rischio di rottura !!!


Tu che ne dici? Non l'avevo mai sentito...

Grazie, buone feste e a presto  :-))


Maria

 

Ciao Maria

 

non solo non mi disturbi. ma ti ringrazio DUE volte per la domanda:

 

- la prima perché mi dai modo di parlare dei dannati aggeggi anche agli altri visitatori del sito. e

 

- la seconda perché domandando PRIMA hai evitato di mettere in pericolo le tue pietre.

 

Il lavaggio a ultrasuoni é, a mio avviso, semplicemente DA EVITARE per tutti i gioielli con pietre preziose.

 

Non perché alcune di queste non lo sopportino, ma innanzitutto e sempre come misura precauzionale a tutto campo.

Prima o poi potrebbe sfuggirti (distrazione, stanchezza, delega ad altri) un'immersione a spese di esemplari "delicati", e allora sarebbero dolori... irreparabili.

 

Ti confermo che alcuni cristalli (smeraldi in particolare) ma anche altri materiali come appunto turchesi e malachiti o coralli potrebbero essere seriamente danneggiati (perle e opali lo sarebbero certamente), ma questo NON significa poi che tu possa tranquillamente e spensieratamente procedere con rubini, zaffiri o diamanti, tanto per citare i materiali più "solidi".

 

Nulla esclude infatti che proprio uno di questi si trovi in una situazione di stress (presenze  tensioni nel reticolo cristallino, accenni di fratture preesistenti o indotte da urti, ecc.) per cui il relativo soggetto offrirebbe una tenacità e una resistenza inaspettatamente ridotte.

 

Il lavaggio con gli ultrasuoni, che é una tecnologia di derivazione meccanica, si presta benissimo per pulire grandi quantità di prodotti metallici, fra i quali anche il catename d'oro destinato alla vendita a peso.

In pratica consiste nel bombardamento con onde sonore di intensità e frequenze le più varie i materiali immersi in solventi adatti, per tempi attentamente calcolati.

 

Ma adottare questo metodo per i gioielli personali é soltanto un rischio NON ripagato nè da tempi più brevi né da risultati migliori.

 

Quindi, un panno morbido appena appena inumidito con acqua tiepida per perle, opali e coralli, e acqua e sapone neutro forse un poco più caldi per malachiti e turchesi.

Il tutto con la massima delicatezza e per il tempo strettamente necessario all'asportazione di ogni traccia di sudore, profumi e cosmetici.

 

Zaffiri, rubini e diamanti sopporterebbero benissimo la bollitura in acqua saponata, seguita poi da un intervento con l'onnipresente ex spazzolino da denti...

a patto però che il successivo risciacquo sia fatto in acqua (distillata sarebbe meglio) solo dopo aver lasciato raffreddare il gioiello, oppure riscaldando anche l'acqua di risciacquo  q.b. per evitare gli insidiosi shock termici.

 

Un discorso a parte, e qualche precauzione in più, per gli smeraldi, che potrebbero risentire di lavaggi troppo aggressivi (acqua bollente e solventi vari, come benzine, acetone, alcol isopropilico, ecc.).

A volte, nelle micro-fratture di alcuni smeraldi é stato infiltrato dell'olio, magari colorato in verde, per rendere più gradevole l'aspetto della gemma.

 

E quindi non é raro il caso in cui anche solo una sbrigativa pulitura a vapore nel retro del negozio abbia asportato in tutto o in parte tale maquillage, con orrore e spiacevoli discussioni fra le parti in causa.

 

In ogni caso le tue tanzaniti non dovrebbero correre pericoli nemmeno se le facessi bollire insieme agli spaghetti.  :-)

 

Cordiali salutoni, e buone feste anche a te.

 

  • Scritto da Gianfranco Lenti
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email riservata per il gent.mo sig. Lenti

 

Buongiorno sig. Lenti,

chissà se si ricorda della sottoscritta (sono la fortunata fanciulla a cui il marito ha regalato una bella tanzanite presa in viaggio di nozze ad Arusha), e chissà se in questi giorni prefestivi risponde alle email delle rompiscatole come me!


Sempre con l'auspicio di coniugare il piacere dei viaggi con l'acquisto di qualche bella pietruzza, (questa estate mi sono fatta scappare

una verettina di diamanti e zaffiri a un ottimo prezzo, in Giordania...


La volevo di smeraldi, bisognava ripassare per vedere ovviamente

le pietre da rimontare su quello stesso anello, i tempi erano stretti causa partenza imminente e temevo che monta e rismonta si sarebbe rovinato il tutto, insomma, come dice mio marito, andava presa così com'era e basta!,


Ma vabbè, ormai è andata), sempre per coniugare queste due piacevoli passioni, stiamo valutando un viaggio in Thailandia, Bangkok alla scoperta dei bellissimi templii e qualche giorno di mare in qualche isoletta poco turistica.


Ho letto che a Bangkok si trova la Gem Gallery (con altre tre filiali disseminate per il paese) che ha un'esposizione pazzesca di pietre e gioielli a prezzi competitivi.


Addirittura avrebbero la blasonata certificazione Iso 9002 e 9001 (per quello che valgono queste certificazioni...).


Orbene, lei conosce questo posto?

Si fanno acquisti sicuri?

I prezzi sono veramente competitivi?


La mia paura più grande, non avendo gli strumenti adatti per analizzare le gemme, se non gli occhi, è che mi rifilino pietre sintetiche.

(rischio altissimo in Thailandia, a quanto ho letto, per lo meno per i rubini).


Se compro in questo posto il rischio esiste?

Lei ha mai comprato lì o è un posto per turisti?

Io vorrei prendere uno smeraldo di almeno un carato (a Roma hanno sparato alto, per pietre però, stupende e ben montate devo dire).


Gli smeraldi sintetici vengono fatti così bene che presentano pure le inclusioni così da imitare quelli veri o sono completamente lisci e puliti?


Lo so che dovrei venire a fare uno dei suoi corsi (e non sa quanto mi piacerebbe!) ma considerata la distanza è impossibile!

Mi devo solo basare sulle letture e sui suoi consigli, se sarà così gentile da darmene.


E' ovvio che se dovessimo fare un buon acquisto sarebbe il primo a vederlo, prima anche delle mie amiche (che, se devono

farsi regalare qualcosa, sono fissate con le grandi firme, e non capiscono che una buona percentuale del prezzo la pagano di pubblicità.


Sono fissate con le gioiellerie più costose, e non capiscono il valore di una pietra scelta tra mille e fatta montare da un bravo artigiano, così da avere il "pezzo unico", ma il mondo è bello perchè è vario, così si dice, no?).


Ritornando al tema centrale, alla Gem Gallery e a quello che di buono lì si può trovare, ho anche la preoccupazione che in Thailandia dove tagliano molte gemme, riguardo agli smeraldi che, da quello che mi risulta (mi corregga se sbaglio), sono "endemici" di sudamerica e africa, bisogna fare ancora più attenzione e leggevo di limitarsi a comprare solo rubini e zaffiri, pietre "del posto".


Questo suggerimento vale anche per la Gem Gallery o lì si può comunque comprare tutto in relativa tranquillità?


Non le chiedo dei diamanti perchè quelli è veramente difficile sceglierli a occhio nudo... bisogna fidarsi solo delle caratteristiche riferite senza possibilità di controbattere.. per le pietre di colore l'occhio umano invece credo che possa un minimo aiutare.


Scusi tutte le chiacchiere, i dubbi e le perplessità, ma lei è l'unica persona a cui io e mio marito possiamo rivolgerci per un consiglio serio!


Le auguro di trascorrere un felice e sereno Natale e le auguro un 2011 pieno di soddisfazioni e di belle pietruzze!


Stefania

 

Buona sera, Stefania

 

premesso che, secondo me, suo marito le ha regalato la tanzanite per ben più reali meriti che non la semplice fortuna, ebbene si:

 

a  -  in questi allegri giorni prefestivi mi ricordo della soprascritta, simpatica fanciulla (che sadicamente mi aveva scritto da un altro indirizzo... mi pare), e

 

b  - rispondo alle e.mail di gentili interlocutrici che mi distraggono dall'influenza e, forse, da una bella bronchite.

(Ma niente paura, nessuna delle due é gelosa!)  :-)

 

A parte questo sarà bene chiarire che io NON sono e NON POTREI ESSERE "l'unica persona a cui io e mio marito possiamo rivolgerci per un consiglio serio", tanto per rimanere con i piedi per terra.  :-)

 

Aggiungo poi che suo marito aveva ragione da vendere, mi stupisce leggere che, tempo permettendo, lei avrebbe accettato un anellino rimasticato, e per di più "al buio"...

Bah, e poi io mi prendo tanti mal di pancia sperando di risparmiare ai gemmoturisti almeno qualche assolo alla Louis Armstrong!  :-(

 

Se non piove immagino che si godrà le delizie di Ko Samui o di qualche altra paradisiaca isoletta, ma mi spiace di non poterla aiutare a proposito della Gem Gallery:

intanto perché non la conosco, e poi perché non ho mai comperato nulla in quelle o in altre catene di negozi thai:

 

io mi sono fatto un mazzo considerevole girando per taglierie e per grossisti di mezzo mondo, ma sempre ben lontano dai luoghi bazzicati dai turisti!

 

La Thailandia é famosa non solo per le gemme del sottosuolo ma anche per le taglierie delle medesime, che attirano  grezzi da lavorare da tutto il mondo, ora che le simmetrie e le qualità della lavorazione sono notevolmente migliorate.

 

Ma il vivace, pittoresco e ipnotico mercato delle pietre preziose ha sviluppato anche un parallelo, immenso e variegato sottobosco di truffe, oltretutto variamente configurate, e quando lei farà un corso sulle gemme le illustrerò una mezza dozzina di raffinati "pacchi made in Thai".

 

Naturalmente ci sono operatori seri, e alcuni sono tanto importanti da essere ben reputati anche a livello internazionale, ma in tal caso i prezzi non sarebbero particolarmente allettanti.

 

Insieme al valore di una gemma naturale si riporterebbe a casa soprattutto il positivo ricordo di un acquisto fatto in un'occasione felice.

 

Volendo rischiare ci sarebbe invece solo l'imbarazzo della scelta, e se l'emozione non fosse sufficientemente intensa si potrebbe magari corroborare con un approfondito contatto con la polizia locale, le cui referenze commuoverebbero fino alle lacrime degli intenditori come Raffy Cutolo o Totò Riina, per non parlare di Berny Provenzano... :-)

 

Per ora le caratteristiche interne degli smeraldi, ma anche di zaffiri e rubini naturali sono ancora diverse da quelle che si osservano nei cristalli sintetici e in certe insidiose imitazioni, ma il rischio rimane comunque altissimo, soprattutto senza competenze e strumentazioni del caso:

 

se ama quel genere di brividi provi pure, ma si giochi (solo) il controvalore di una cena, perché casomai ci faremmo poi una bella risata liberatoria.

 

Già che ci siamo le faccio presente che da Bangkok attivano vagonate di corindoni (rossi, per la maggior parte) definiti "rubini al piombo" che altro non sono se non vetro rosso (al piombo, appunto, ma non solo) che ingrandisce, congloba e consolida frammenti di corindone di infima qualità.

 

I soggetti che se ne ricavano dopo la sfaccettatura saranno anche scenografici, ma merceologicamente sono al livello dei Rolex cinesi.

 

E l'occhio, tanto per i diamanti quanto per le pietre di colore, é utilissimo:

come e solo per la scelta di una cravatta da regalare al felice consorte, però.

 

So che é difficile resistere alla tentazione di acquistare a prezzi irrisori certe porcherie  - e alcuni/e sprovveduti/e  dicono persino che "come rubini sono rubini..." ma la prego, nel caso anche lei ne portasse a casa qualcuna NON me lo dica, e mi lasci intatta la stima nel suo buon gusto.

 

Mi permetta però una domanda, che ripeto innanzitutto a me stesso da tanto tempo:

perché mai a Bangkok dovrebbero vendere degli smeraldi di ottima qualità a prezzi inferiori che non a Roma, a Milano, a Catania o a Bari?

 

Quanto alle amiche stregate dalle "firme", beh, perché no?

 

Io credo che sia giusto firmare un pezzo QUANDO fosse davvero bello, e altri credono invece che un pezzo sia degno di nota PERCHE' é firmato:

bene, che almeno i maghi del marketing (del marketting, sarebbe più corretto dire) si guadagnino i loro favolosi compensi, no?

 

Non mi stupisco né mi scandalizzo, ovviamente, ma casomai divento triste nel constatare quanta gente deleghi buon gusto e buon senso alle furbate di ben assortiti "couturiers".

Ma continuo e continuerò a lavorare a gomito a gomito con veri maestri orafi, i cui pezzi di vera bravura non hanno bisogno di fascinosi e plsticosi... :-) testimonials.

 

Attendo il reportage al vostro ritorno, e intanto vi auguro buon viaggio, e buone feste.

 

  • Scritto da Gianfranco Lenti
  • Categoria: Pietre di colore
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Un bellissimo e... sconosciuto soggetto.

Gentilissimo signor Lenti,

spero che Lei mi può aiutare.


Ho trovato al mare questa pietra e vorrei sapere se si tratta di una gemma. Le allego qualche foto.

La ringrazio anticipamente,

cordiali saluti


Nataly

 

 

Buona sera, Nataly

 

sarei davvero felice di aiutarla, ma se tentassi un'identificazione solo attraverso le foto che lei mi ha mandato le renderei certamente un pessimo servizio, e per varie ragioni!

 

La prima, tanto per farle un esempio, é che nelle varie fotografie il colore é diverso, quasi certamente a causa dell'uso di luci e di fondi diversi...

 

In ogni caso la prego di credermi sulla parola se le dico che, a volte, é molto difficile raggiungere una certezza nell'identificare un soggetto anche avendo a disposizione il campione per TUTTE le analisi consentite dalle varie dotazioni tecniche disponibili...

 

E oltretutto il suo esemplare é anche allo stato grezzo:

 

questo significa che NON si potrà rilevare l'indice di rifrazione (o gli indici di rifrazione) e anche che sarà molto difficile cercare col microscopio all'interno del soggetto un particolare significativo per l'identificazione:

cioé, un particolare "diagnostico".

 

Non so da dove lei mi scriva, ma se avesse l'occasione per raggiungere Valenza sarà un piacere studiare con lei un soggetto che mi ha incuriosito anche per le curiose macchie rosse che evidenzia.

 

Se invece la distanza fosse proibitiva le suggerirei di contattare un geologo che, quasi certamente in grado di utilizzare gli opportuni strumenti d'analisi, potrà risolvere il mistero della natura, e forse anche della provenienza, del suo sconosciuto esemplare.