mi è rimasto questa pietra blù' 12mm x 10mm x 5mm, peso 2 grammi, era una spilla d'oro degli anni 30, 40, 50, di una nobil donna.
è una pietra che si trovava incastonata in una spilla d’oro, di una signora di 80 anni, morta da 30anni, questo per far sapere che non è di oggi…
cosa sarà un vetro oppure qualcosa di prezioso misura 12 mm x 10 mm x 5 mm, distinti saluti e un grazie
mi piacerebbe sapere se fosse uno zaffiro.
distinti saluti...
Vasco
Buona sera, Vasco
complimenti, lei ha colmato una lacuna nella mia sequenza di gemmorisposte:
mi mancava il collage!
E lei, con tre e.mail di cui faccio il mio primo gemmocollage mi ha in parte salvato da un paio di rischi che non sapevo di correre.
Ovvero quello di annoiarmi o addirittura di riuscire qualche volta ad andare a nanna a un'ora decente. :-)
Non pubblico le foto che mi ha mandato perché, oltre a essere inutili per qualsiasi identificazione, sono di una qualità infame.
Tanto da incuriosirmi perché non riesco a capire se sono sfocate, mosse o solo riprese con un telefonino…
In ogni caso, l'anzianità del suo campione NON é garanzia né della natura né dell'origine naturale del suo sperato zaffiro da dieci carati, perché le prime sintesi di corindoni blu e rossi (quelle inventate da monsieur Verneuil) risalgono alla fine del 1800 / inizi del 1900.
Visto però che la sua pietra é sciolta, qualsiasi gioielliere con un rifrattometro la potrà identificare con facilità, mentre per distinguere poi, nel caso lo fosse, uno zaffiro naturale dall'equivalente sintetico sarà necessario avere e saper usare con cognizione di causa un buon microscopio gemmologico.
Ho un anello proveniente dal Vittoriale creato da "Mastro Paragon Coppella".
Ha uno zaffiro centrale, una coroncina di brillantini e altri dodici zaffiri disposti a formare un ovale.
Pare raffigurino Gesù e gli Apostoli...
Posso fornire fotografie.
Vorrei avere una valutazione se possibile.
Buona sera, Franca
mi ha davvero incuriosito e quindi la pregherei di mandarmi la foto, ma per avere una valutazione del gioiello é necessario che lei mi porti o mi faccia avere l'oggetto.
E, se opportuno, potrei anche chiedere un consulto in affiancamento a un collega specializzato in gioielleria "storica".
P.s.
Omettendo i dettagli personali lei mi permette di pubblicare la sua e.mail?
Grazie
Gent.mo sig. Lenti,
Le allego le foto richieste.
Pubblichi pure la mai mail se le e' utile...
Grazie per la cortese e sollecita risposta.
Franca
Buona sera, Franca
oltre alla gratitudine per il permesso alla pubblicazione, le esprimo le più vive congratulazioni per lo splendido gioiello di cui mi ha mandato foto e dettagli.
Solo che per valutare questi piccoli tesori é indispensabile un'attenta e diretta osservazione, anche se nel suo caso sarei pronto a scommettere che l'anello sia stato realizzato con sopraffina capacità tecnica.
Una superiore capacità esecutiva, ovvero la sola che si possa appaiare degnamente allo squisito disegno del modello.
La corona intermedia di diamanti "taglio antico" é poi un tocco di vera poesia, una raffinatezza che eccita e stimola non solo la mia professionalità ma anche (e molto) il mio lato romantico… :-)
Amirevole l'incastonatura con le delicate "granette" che fermano i dodici apostoli, un dettaglio non secondario, perché la felice sintesi della perfezione si realizza anche con la somma di tanti e soloapparentemente secondari particolari come questo.
Onore quindi a Mastro Paragon, con un'incondizionata ammirazione! In attesa, o almeno nella speranza di ammirare quel raffinato, eccellente esempio di bellezza le indico, a parte, a chi lo si potrebbe proporre PRIMA di ipotizzare altre soluzioni, o magari una vendita all'asta.
Le aste hanno certo un buon riscontro di pubblico, ma il pezzo che lei ha la fortuna di possedere potrebbe avere un valore aggiuntivo non indifferente, e derivante da una "mistica" storica coltivata da parecchi decenni da alcuni collezionisti...
A me, come appassionato "del bello" capita a volte il piacere e la fortuna di ammirare oggetti nei quali sono sintetizzati gusto estetico, sensibilità artistica, nonché maestria creativa ed esecutiva…
E vorrei proprio essere io il felice possessore di un oggetto come il suo: per provare "urbi et orbi" che bellezza ed eleganza NON dipendonoda profusioni magari esagerate di oro, diamanti e gemme multicolori.
Come sembrano credere, purtroppo, in molti. :-)
Un anello del genere é una delizia per gli occhi di chiunque ami l'armonia del bello, ovvero "l'impronta di un sorriso" realizzata con l'indiscutibile arte di un maestro orafo d'altri tempi.
Poi, per la gioia degli occhi anche di altri gioiellieri, pubblico la foto (grazie per l'eccellente ripresa) dell'anello anche "visto da sotto", perché si possano ammirate le perfette simmetrie della costruzione in più fasi.
E anche la cura della finitura che, essa sola, varrebbe per me quanto e magari più di una firma.
Per sua informazione, anni addietro ebbi il piacere di ammirare un semplicissimo ciondolo in stile antico, un merletto d'oro che circondava un travolgente smeraldo centrale.
Uno smeraldo di un delizioso verde appena appena mosso da un delizioso e tipico "giardinetto", esibiva una nevicata di diamanti simili a quelli del suo anello e montati con una perizia e una delicatezza da batticuore emotivo.
Proprio come la maestria evidenziata dal suo anello, che con il centro e il giro in zaffiri inalbera (oltretutto!) l'amato colore di quegli aviatori con cui il vivace, indomito e biricchino D'Annunziocondivise non poche imprese! :-)
Quindi le anticipo che il suo pezzo é un oggetto da gioielliere antiquario, e fra Milano, Firenze e Roma gli interlocutori, pur non una folla, non mancherebbero.
Non abbia fretta di venderlo, e quando si sarà fatta una precisa idea del valore su cui basare una richiesta, per favore me ne informi:
nel frattempo io inizierò a risparmiare sulle sigarette e, nel caso, sarei felice di raggiungerla con tutti i dolorosi risparmi per farle anche la mia offerta:
affare fatto? :-)
Il taglio davvero antico dei piccoli diamanti nell'ovale intermedio
La delicata rifinitura del metallo che trattiene gli zaffiri di contorno.
La squisita cura dei dettagli anche nelle zone non "a vista"
allora grazie della CERTISSIMA risposta :-) certe volte l'Italiano dà adito a equivoci nel voler essere troppo cerimoniosi.
La ringrazio davvero per il chiarimento e per il suggerimento di assoluto buonsenso, alla fine parlando di bellezza e colori bisogna scegliere più con gli occhi e l'istinto che con il calibro e le giuste nozioni; anche perchè come lei sottolinea non parliamo di gemme da 4 e oltre carati.
Ammetto che non potrei permettermi una gemma di questa qualità e di quella caratura, quindi preferisco puntare al colore riducendo le dimensioni.
Mea culpa anche sull'utilizzo di un termine come "variabili del cristallo", nella mia testa (di appassionato e non esperto, né gemmologo, né professionista), al momento suonava come qualcosa di sensato, ma che di per sé significa poco.
Per inciso intendevo se un taglio più o meno profondo fosse pregiudicato dal pleocrosimo che manifesta il rubino, ma lei ha colto al volo.
Infine sulla purezza sono considerati eye-clean (CMT-I sul certificato), qualche scherzetto esterno, ma come dire "è la natura, baby".
A proposito di Gubelin e piccioni sanguinanti, oltre a definirne il colore (il famoso rosso carminio intenso e ricco che tanto più si accende di rosso tanto più è desiderabile), affermò che alla fine si tratta anche di un segno dei tempi. I guisti cambiano e l'approccio al colore pure, quindi probabilmente da qui deriva il significato oramai effimero del termine, probabilmente se non fosse per l'abuso sarebbe anche carinamente poetico.
Infine, così, en passant, le mando il video di presentazione della gemma che delle tre mi ha più colpito. Non ha molto valore in sé visto che con la luce giusta e le giuste impostazioni tutte le gemme sono TOP, però fa ben sperare e il certificato ne è la prova.
Spero di non causarle qualche problema nella capacità della sua mail :)
P.S.
a proposito di aree geografiche meno rinomate, ultimamente guardando tra gli smeraldi Brasiliani ho visto dei verdi da commuoversi.
Uscire un po' dallo schema che impone il mercato e puntare solo sulla bellezza dei colori e sul rispetto del lavoro della natura che non è mai uguale e seriale, regala bellissime sorprese.
Grazie ancora,
Filippo
Salve, Filippo
anche la sua replica non fa (quassi) una piega… :-)
Ma niente false modeste, per favore, perché uno che parla di pleocroismo (cioè della presenza di due - o più - colori nei cristalli) con evidente cognizione di causa non può essere tanto novellino quanto parrebbe voler sembrare! :-)
Le accredito però una totale buona fede, e sottoscrivo tutto quanto lei aggiunge.
Salvo i riferimenti al grado di "purezza", un termine che mi é odioso in assoluto, innanzitutto, e che se mi farebbe piangere di rabbia a proposito di diamanti, mntre mi fa letteralmente e poco elegantemente sbellicare dalle risate quando utilizzato per le pietre di colore.
Fino a ieri, nei diamanti era un parametro riguardante la rarità (e NON la bellezza!) dell'individuo, mentre nelle gemme di colore é solo e semplicemente un termine del tutto fuori luogo.
Il tutto considerato entro ragionevoli limiti di numero e dimensione, ovvero di "visibilità" delle suindicate e vituperate "presenze"..
Oggi, tanto nei diamanti quanto nelle colorate consorelle, le eventuali caratteristiche interne sarebbero innanzitutto una vera e propria "firma" apposta dalla natura a garanzia di suoi preziosi figlioletti, cioè quelli partoriti con gestazioni di milioni di anni, o almeno di parecchi millenni.
Certo, da secoli l'uomo cerca di clonare tanta bellezza profondendo senza limiti tempo, soldi e intelligenze assortite, ma pur riconoscendo l'eccellenza (e la pericolosità) di alcuni risultati, nessun prodotto di laboratorio avrà mai il fascino dei luccicanti sassolini liberati dalla terra.
Almeno, NON ai miei occhi!
Naturalmente Gubelin aveva ragione da vendere a proposito di gusti e di sensibilità mutevoli nel tempo...
E io aggiungerei anche nello spazio, conscio dei travolgenti entusiasmi suscitati da esotiche e luccicanti bellezze in trasferta "fuori casa" . :-)
Mi sono poi gustato il suo video, apprezzando il colore del soggetto ripreso ma, soprattutto, l'assoluta trasparenza e l'efficacia di un taglio eccellente.
Senza problemi per la capienza della mia mail-box che per questo assomiglierebbe alla Fossa delle Mariannne.
Mi piace infine la sua chiusura, ma le chiederei come possa inserire il Brasile, che é un paradiso delle gemme, fra le aree geografiche meno rinomate!
I "verdi" cui accenna lei hanno entusiasmato anche me, da Goyas a Nova Era, tanto da confermarmi nell'ipotesi che molti dei tanto celebrati "smeraldi colombiani" di Muzo,di Chivor o di Cozcués siano in realtà dei berilli Carioca…
Solo con prezzi ben più alti! :-)
Avrei voluto accaparrarmi qualche acquamarina di Santa Maria, giusto per confrontarne la bellezza con quelle Nigeriane, ma il Brasile induce e giustifica variazioni d'itinerario e rallentamenti di viaggio tanto coinvolgenti quanto quelli africani, quindi sarà per la prossima volta.
Oggi ho potuto visionare tre certificati di Gubelin di tre rubini da un carato circa e pochi centesimi di differenza ciascuno, tutti e tre ritenuti "Vivid Red" accompagnati dal commento (traduco) "La presenza di una fluorescenza da media a forte e per la forte saturazione di colore questa varietà può essere chiamata nel mercato Sangue di Piccione".
Personalmente non mi lascio condizionare dal commento in sé tanto è effimero il termine usato, mentre il "vivid red" accende molto il mio interesse in quanto è veramente difficile trovare sul mercato un bel rubino rosso definibile tale senza sé e senza ma.
Le tre pietre (e qui arriva la domanda) differiscono nella proporzione del taglio (ovali): una è circa 8x4x3, una ca 6x5x3.5 e l'ultima ca 5.7x5.4x3.5
Non le chiederò di soffermarsi sulle misure in quanto senza avere le gemme davanti non ha molto senso, mentre le chiedo se in linea generale un rubino che, a parità di peso, sacrifica un po' dell'ampiezza visiva in favore della profondità, potrebbe risultare di un colore più intenso ed omogeneo rispetto ad uno più ampio e meno profondo?
O non è una regola realistica e tutto dipende dalle variabili del cristallo?
Vorrei procedere all'acquisto di uno di questi, sono ben certificati, il venditore è famoso e c'è tutto il diritto di recesso previsto.
Il prezzo oltretutto mi sembra molto buono relativamente alle mie conoscenze.
Però vorrei cercare di azzeccare di più l'acquisto in funzione del colore, cosa che mi interessa molto di più di tutto il resto.
P.S. i tre rubini provengono dal Mozambico e devo dire che questo Paese sta regalando davvero gemme di grandissima qualità, ultimamente.
Grazie per l'eventuale risposta. Filippo
Buona sera, Filippo
complimenti per la sua equilibratissima e.mail, con varie affermazioni che posso tranquillamente sottoscrivere.
Ma perché indicare come "eventuale" la mia risposta?
Sappia che, crash ai dischi a parte, io ho sempre risposto a tutti.
Può darsi che nel cestinare le dozzine di porcherie che innumerevoli idioti in rete distribuiscono urbi et orbi io abbia cancellato anche qualche e.mail che avrebbe invece avuto diritto di replica, ma le assicuro che si é trattato solo di un errore.
Dovuto magari alla stanchezza, visto che va sempre a finire che l'impegno delle risposte, per me, é l'equivalente di un night club.
Solo come orario, purtroppo! :-)
Si, Mozambico e Madagaskar sono saliti di prepotenza alla ribalta dei Paesi gemmoproduttori con esemplari di assoluto rilievo sotto ogni punto di vista, e mi congratulo con lei per avere a portata ben tre rubini con tale certificazione!
L'indimenticabile Edward Gubelin mi aveva fatto una bellissima dedica sulla prima edizione del suo raro (e da anni introvabile) "Internal world of Gemstones", che infatti mi fu poi rubato nei miei stands della Fiera di Vicenza…
E l'attuale direttore del'omonimo laboratorio d'analisi, l'amico George Bosshard non é certo un giovincello sdolcinato e romantico, affascinato e commosso dalla tonalità ematica di certi rubini...
Ma le descrizioni che si trovano inserite a beneficio del pubblico in molti certificati gemmologici non di rado risentono tanto delle consuetudini del laboratorio quanto anche (e purtroppo) di necessità più o meno direttamente riconducibili a banali opportunità commerciali.
Anch'io sono un ammiratore del "vivid red" quel "rosso vivace" che si va facendo sempre più raro, almeno nei rubini di una certa, consistente caratura.
Solo che alla sua evidenza e omogeneità vorrei vedere associata anche una valutazione della trasparenza del soggetto osservato.
Ovvero una qualità che le gemme più piccole hanno, sovente, in misura elevata: una caratteristiche che si rileva quasi sempre con un certo grado di attenuazione negli esemplari di taglia maggiore, soprattutto in quelli con un ottimo livello di saturazione cromatica.
La ringrazio per aver premesso l'opportunità (cioè l'inderogabile necessità) di valutare "de visu" gli esemplari in predicato perché emettere giudizi di colore derivandoli dai millimetri di una tavola x un padiglione sarebbe come valutare il gusto di un risotto osservandone solo la foto. :-)
Certo che a parità di minerale, un rubino col taglio "più profondo" risulterebbe di colore più "saturo" di un confratello dal padiglione meno importante, ma si tratta del semplicissimo fenomeno di assorbimento progressivo della luce, anzi di certi colori della stessa, oltre che della sua intensità.
Tanto che lo stesso vino mostrerebbe un colore con intensità diverse, se osservato prima in un calice e poi in una caraffa, vero?
Però non capisco cos'intenda lei per "variabili del cristallo", salvo il caso si riferisca alla più o meno evidente presenza ANCHE del colore blu nei diversi esemplari comunque rossi del pregiato corindone, ovvero la varietà rubino.
L'orientamento di taglio (la posizione della linea ideale tavola/apice, per capirci) rispetto agli assi cristallografici del soggetto ha un'influenza incontestabile sul fenomeno, e a volte vi sono corindoni che esibiscono un marcato e raro effetto di cangianza cromatica, con viraggi dal rosso verso il blu (bluastro…) in funzione tanto del tipo di luce usata quanto dell'orientamento della gemma rispetto alla sorgente luminosa.
Lei quindi NON si lasci influenzare da NESSUNA considerazione estranea a quelle intense e magari anche indescrivibili sensazioni che le trasmettono i suoi occhi.
In pratica le direi di abbandonarsi tranquillamente alle emozioni che uno solo dei tre rubini le trasmetterà in modo certo più intenso, e poi beva…
pardon, scelga proprio quello, nella tranquilla certezza d'aver scelto il meglio.
Alla prossima, e nel frattempo dedichiamo un minuto di commosso silenzio ai "gemmopiccioni" dissanguati! :-)
Appena rientrata dal Kenya, oltre al safari nello Tzavo che anche lei mi aveva consigliato, sono rientrata con una pietra.
Ovviamente una tanzanite.
Di forma ovale, colore A (1) di un bel lilla, 0,40ct.
L'ho comprata da un boutique nella zona duty free dell'aeroporto di Mombasa prima del rientro.
Il costo era inizialmente di X00 €, ma alla fine dopo numerosi tira e molla siamo riusciti ad averla per XX0 €.
Appena l'ho portata dal mio gioielliere di fiducia (gemmologo GIA con una quantità e qualità di pietre davvero sorprendenti) senza osservarla per più di qualche secondo mi ha subito sentenziato che questa volta (a differenza del finto smeraldo di Dahab) si tratta di una pietra vera.
Subito dopo mi ha chiesto il prezzo che avevo pagato.
Credo quasi indispettito mi esclama che se l'avessi presa da lui l'avrei pagata sicuramente qualcosa in meno.
Purtroppo non ha mai capito il mio desiderio di acquistare la pietra dal proprio Paese di origine come ricordo.
Tirando le somme, per quanto già so che non sia facile poter stimare solo attraverso una descrizione vaga della pietra il proprio valore, vorrei sapere tuttavia cosa ne pensa al riguardo.
E' vero che l'ho pagata molto più del suo valore?
Grazie mille,
Pamela.
Salve, Pamela
l'ipnotico lilla di una tanzanite "Jacaranda color" ha colpito ancora, vedo…
E se é tagliata cone si deve, credo proprio che lei, affascinata in modo irreversibile, se la rimirerà a lungo. :-)
Davvero a lungo, raccomandando all'orafo che la monterà (preferibilmente su di un bel ciondolo, e possibilmente con qualche brillantino d'accompagnamento :-) di NON limare l'oggetto in corrispondenza del castone o dei griff, perché la durezza della gemma non raggiunge i valori più alti.
Non limare, ripeto, e nemmeno "passare di carta", se vuole evitare una catastrofe.
Quanto al prezzo da lei pagato non potrei dirle nulla nemmeno se lei si abbandonasse in un intero poeta descrittivo:
proprio perché si tratterebbe di una descrizione e non di un'osservazione diretta, né tantomeno di un paragone valutativo.
Ma se le posso suggerire un sorriso, sappia che fra le primissime tanzaniti arrivate in Italia c'erano un paio di lotti di esemplari ovali come il suo, tanto come forma quanto come caratura:
Con una stupenda tinta lilla!
Li pagai molto di più di quanto lei abbia pagato la sua, da un piccolo cialtrone che si atteggiava ad amico…
E non avendo nemmeno la consolazione di un favoloso viaggio in Kenya che riscaldi i miei ricordi di gemmocacciatore, ora posso solo riguardarmi il contenuto dei due lotti (che ho ancora!) e sospirare. :-)
Quanto al giudizio del suo titolato gioielliere di fiducia, beh non mi permetterei certo di contestare chi, certo con cognizione di causa, non avrebbe comunque potuto né dovuto aggiungere nella valutazione economica nessun fattore di tipo emotivo (e magari, anche sentimentale) come invece pare faccia lei…
Ma mi sento buono e insolitamente altruista, quindi potrei sussurrarle un consiglio molto simile al classico colpo tanto al cerchio quanto alla botte:
chieda al suo gioielliere di procurarle, appunto per un prezzo inferiore al primitivo esborso keniota, un'altra tanzanite di pari forma, dimensione e caratura, ovviamente cdi colore assolutamente paragonabile:
Il fornitore ne sarà (o dovrebbe esserne) felice e lei, oltre a ridurre la differenza economica con la prima gemma, potrà vantare la disponibilità DI UNA COPPIA di tanzaniti.
Una coppia di esemplari che proprio come tale avrebbe (al carato) un valore commerciale superiore a quello di una tanzanite solitaire.
Dopodiché non le resterebbe che calcolare il costo di un paio di orecchini invece di un solo ciondolo…
E nel caso fosse rientrata dal viaggio con l'intatta scorta di emergenza (ovvero la carta-moneta cucita nella fodera dei pantaloni :-), perché non pensare a una natalizia parure di orecchini + ciondolo?