Eccomi di ritorno dal Kenya. (Dopo il falso smeraldo acquistato in Egitto, come fare in Kenya per riconoscere una tanzanite vera...? )

Salve,

Appena rientrata dal Kenya, oltre al safari nello Tzavo che anche lei mi aveva consigliato, sono rientrata con una pietra. 

Ovviamente una tanzanite.

Di forma ovale, colore A (1) di un bel lilla, 0,40ct.

L'ho comprata da un boutique nella zona duty free dell'aeroporto di Mombasa prima del rientro. 

Il costo era inizialmente di X00 €, ma alla fine dopo numerosi tira e molla siamo riusciti ad averla per XX0 €.

Appena l'ho portata dal mio gioielliere di fiducia (gemmologo GIA con una quantità e qualità di pietre davvero sorprendenti) senza osservarla per più di qualche secondo mi ha subito sentenziato che questa volta (a differenza del finto smeraldo di Dahab) si tratta di una pietra vera.

Subito dopo mi ha chiesto il prezzo che avevo pagato.

Credo quasi indispettito mi esclama che se l'avessi presa da lui l'avrei pagata sicuramente qualcosa in meno.

Purtroppo non ha mai capito il mio desiderio di acquistare la pietra dal proprio Paese di origine come ricordo.

Tirando le somme, per quanto già so che non sia facile poter stimare solo attraverso una descrizione vaga della pietra il proprio valore, vorrei sapere tuttavia cosa ne pensa al riguardo.

E' vero che l'ho pagata molto più del suo valore?  

Grazie mille,

Pamela.

Salve, Pamela

l'ipnotico lilla di una tanzanite "Jacaranda color" ha colpito ancora, vedo…

E se é tagliata cone si deve, credo proprio che lei, affascinata in modo irreversibile, se la rimirerà a lungo. :-)

Davvero a lungo, raccomandando all'orafo che la monterà (preferibilmente su di un bel ciondolo, e possibilmente con qualche brillantino d'accompagnamento  :-) di NON limare l'oggetto in corrispondenza del castone o dei griff, perché la durezza della gemma non raggiunge i valori più alti.

Non limare, ripeto, e nemmeno "passare di carta", se vuole evitare una catastrofe.

Quanto al prezzo da lei pagato non potrei dirle nulla nemmeno se lei si abbandonasse in un intero poeta descrittivo:

proprio perché si tratterebbe di una descrizione e non di un'osservazione diretta, né tantomeno di un paragone valutativo.

Ma se le posso suggerire un sorriso, sappia che fra le primissime tanzaniti arrivate in Italia c'erano un paio di lotti di esemplari ovali come il suo, tanto come forma quanto come caratura:

Con una stupenda tinta lilla!

Li pagai molto di più di quanto lei abbia pagato la sua, da un piccolo cialtrone che si atteggiava ad amico…

E non avendo nemmeno la consolazione di un favoloso viaggio in Kenya che riscaldi i miei ricordi di gemmocacciatore, ora posso solo riguardarmi il contenuto dei due lotti (che ho ancora!) e sospirare.  :-)

Quanto al giudizio del suo titolato gioielliere di fiducia, beh non mi permetterei certo di contestare chi, certo con cognizione di causa, non avrebbe comunque potuto né dovuto aggiungere nella valutazione economica nessun fattore di tipo emotivo (e magari, anche sentimentale) come invece pare faccia lei…

Ma mi sento buono e insolitamente altruista, quindi potrei sussurrarle un consiglio molto simile al classico colpo tanto al cerchio quanto alla botte:

chieda al suo gioielliere di procurarle, appunto per un prezzo inferiore al primitivo esborso keniota, un'altra tanzanite di pari forma, dimensione e caratura, ovviamente cdi colore assolutamente paragonabile:

Il fornitore ne sarà (o dovrebbe esserne) felice e lei, oltre a ridurre la differenza economica con la prima gemma, potrà vantare la disponibilità DI UNA COPPIA di tanzaniti.

Una coppia di esemplari che proprio come tale avrebbe (al carato) un valore commerciale superiore a quello di una tanzanite solitaire.

Dopodiché non le resterebbe che calcolare il costo di un paio di orecchini invece di un solo ciondolo…

E nel caso fosse rientrata dal viaggio con l'intatta scorta di emergenza (ovvero la carta-moneta  cucita nella fodera dei pantaloni :-), perché non pensare a una natalizia parure di orecchini + ciondolo?

Spero che Tsavo Park le sia piaciuto tanto.