Pietre di colore

I "colpi di sole" nell'ambra

Salve signor Lenti, mille complimenti per il suo lavoro, che anche ai miei occhi inesperti risalta come frutto di vera passione e onestà di pensiero.

Le volevo porre una domanda magari un po' stupida, ma sa.. nell'ignoranza.

Ho comprato due nuovi pezzi d'ambra e, facendo la prova nell'acqua salata, ho ottenuto il galleggiamento solo dopo aver saturato completamente la soluzione di sale (ben più di un cucchiaino per bicchiere.. direi quasi un cucchiaio e mezzo)..

Lei che ne pensa?

A proposito, perchè in un suo vecchio post sconsiglia l'ambra con colpi di sole?

Grazie mille.. Le auguro un splendida giornata

Cordiali saluti Tommaso

 

Buon giorno, Tommaso

 

le confermo che l'ambra galleggia in una soluzione satura di acqua e sale:

lei deve quindi aver usato un cucchiaino piccolo, o un bicchiere grande...  :-)

 

E le aggiungo che a mio avviso non esistono domande stupide, almeno non quelle poste in buona fede...

Mentre abbondano invece risposte che si possono tranquillamente definire tali!  :-)

 

Quanto all'ambra con i cosiddetti "colpi di sole", i luminosi dischetti trasparenti con superficie frastagliata, non é al vertice delle mie preferenze perché é il prodotto di una bollitura su ambre originariamente nebulose e poco attraenti.

 

Quest'ambra "chiarificata" é stata bollita in olio (di colza, di solito) per migliorarne l'aspetto aumentandone la trasparenza e riducendo così la visibilità delle bolle d'aria incluse:

insomma un "maquillage" che ai miei occhi toglie al soggetto trattato il pregio della naturalità .

 

La ringrazio per i complimenti e spero vorrà continuare a frequentare il sito e quindi la ringrazio in anticipo per critiche e suggerimenti volti a migliorarlo.

 

Auguro un buon week end anche a lei.

Gemme autentiche e imitazioni: quali "trucchetti" per riconoscerle con la lente?

Egregio signor Lenti,

rinnovandole i complimenti e i ringraziamenti le pongo le seguenti domande:

- ha qualche "trucchetto" per distinguere i vetri dalle gemme naturali con la lente standard?


Monorinfrangenti e birifrangenti si distinguono con un osservazione alla lente?

- C'è un modo per distinguere le alessandriti trattate con riscaldamento da quelle naturali?


Capisco che filtri, polariscopio, spettroscopio, dicroscopio e rifrattometro ( e microscopio) siano importanti per una verifica, ma in giro per le fiere a mio parere non ci si può portare tanta roba per una buona valutazione.


Di nuovo complimenti.

Con simpatia     Lorenzo


P.S. A cosa serve il conoscopio? E il filtro Londra è vero che può sostituire il dicroscopio (più costoso)?

C'è un negozio specializzato in strumenti che mi potrebbe consigliare?

 

 

Buona sera, Lorenzo

 

a volte i vetri presentano bolle di gas  disperse nella massa, o gruppi delle stesse riunite in vortici o distese in tipiche "fluidificazioni ondulate delle paste vitree.

Nel caso di vetri molto "vissuti" si osservano talvolta anche i graffi  le sbeccature superficiali dei materiali meno duri.

 

Con un'attenta osservazione si possono sovente distinguere i materiali birifrancgenti da quelli monorifrangenti, ma non molto di più e, soprattutto, non sempre.

 

Le sottolineo "a volte", visto che si tratta di casualità... e i soli "trucchetti" che le posso indicare si chiamano "documentazione", "esperienza" e un corso di gemmologia, ovvero la stessa cosa per quanto riguarda le alessandriti, che oltretutto non necessitano di riscaldamento.

 

In giro, e non solo per fiere, potrebbe benissimo andare soltanto col portafogli, fidando:

a - sulla preparazione e nella correttezza dei fornitori, e

b - sulla zampa di coniglio o su di un ferro di cavallo come portafortuna... :-)

 

Il conoscopio serve per distinguere (evidenziandone le immagini caratteristiche) i cristalli birifrangenti uniassici da quelli biassici.

 

Non conosco il "filtro Londra", ammenocché non si tratti di uno schermo speciale per simulare la nebbia tipica, ora scomparsa, della capitale inglese.  :-)

Il dicroscopio NON é sostituibile ma può farne a meno se a lei non interessa vedere l'accostamento dei  colori delle gemme birifrangenti pleocroiche.

 

I negozi che conosco io non sono specializzati in strumenti gemmologici, e anche se lo fossero la maggior parte dei clienti non sarebbero né intenzionati né in grado di apprezzarne i consigli.

 

Tantomeno saprebbero quindi precisare le proprie esigenze professionali, per cui anch'io ho praticamente smesso di vendere i singoli apparecchi.

 

Mi congratulo per la passione e la costanza del suo interesse gemmologixo, e pertanto mi permetto di consigliarle caldamente "Gemmologia Tecnica", che le potrei procurare io per 50 € + la spedizione:

per lei sarebbe una preziosa fonte di informazioni esaustive.

 

Cordiali saluti.

Quarzo bellissimo, con apice dal colore più intenso

Gentilissimo sig. Lenti, grazie per aver risposto così velocemente nonostante la banalità delle mie domande...

Avrei un'altra cosa da chiederle:

ho un quarzo ametista grezzo (con un sottile strato di pietra e uno strato di un pò più spesso di quarzo incolore), bellissima, lunghezza 90mm, larghezza 66mm, spessore 60 mm, peso 480gr, e i cristalli più grandi hanno il viola più scuro verso le punte...

sa spiegarmi il perchè?

Un'altra cosa, osservando i cristalli con una lente 10x con led a luce bianca ho notato che alcuni cristalli presentano dei punti neri di varie misure (difficilmente visibili a occhio nudo) sa di cosa si tratta?

 

Buon giorno, Matteo

 

gli apici viola del suo quarzo sono definibili come "varietà ametista" e sono caratterizzati da un maggiore addensamento di colore verso le estremità apicali per la differente densità del quarzo rispetto all'elemento colorante

 

Il quarzo ha un'origine idrotermica (acqua e/o vapori bollenti) quindi ha "raccolto" tutto quello che trovava attorno a sé, al momento della cristallizzazione.

 

Difficile quindi definire la natura dei "punti neri" senza vederli.

Per il colore sbiadito non mi sembra uno zaffiro di buona qualità

Buongiorno,

le scrivo innanzitutto per complimentarmi con lei per il suo sito web: a chi, come me, si avvicina a poco a poco al mondo delle gemme, gli spunti di apprendimento e soprattutto di "riflessione" sono sempre utilissimi!


Il settore ormai è veramente saturo (come ormai tanti settori!) di cialtroni quindi non si sta mai sufficientemente attenti quando si effettua un acquisto in questo campo!

Volevo porle una questione, nel caso lei mi potesse essere d'aiuto.

Sto trattando l'acquisto di un collier con incastonato (a quanto mi dicono) un autentico zaffiro CEYLON con una caratura di circa 5 carati.

Ora io non me ne intendo molto di zaffiri..ma a me non sembra, , tantomeno un Ceylon! Il collier mi dicono sia stato pagato 20 anni fa circa xx.000.000 dilire...

So che dalle foto non si può pretendere una valutazione attendibile, ma è solo una curiosità di una sua sensazione "a pelle" della pietra in se e sul suo possibile valore in ragione di questo colore cosi "strano".

Le allego le foto, in caso lei potesse essermi d'aiuto. In caso contrario, ancora complimenti per la sua attività e la sua appassionata divulgazione!

Cordiali saluti

Luca

 

 

Buona sera, Luca

 

complimenti per le foto che sono di qualità eccellente!

 

Non entro, come al solito, nel merito del prezzo "fotografico" per i noti motivi, e la ringrazio per averli sottolineati...

 

Ma le faccio notare che il taglio dello zaffiro MI SEMBRA particolarmente "vuoto" al centro, e con una tavola molto, molto larga...

Ciò non esclude affatto che l'oggetto le possa piacere comunque, dato che sarebbe solo una questione di gusti personali.

 

Molti degli  zaffiri provenienti da Sri Lanka hanno raggiunto una notevole popolarità proprio per quella delicata saturazione di celeste che, diffusa in un materiale molto trasparente, é particolarmente valorizzata da un taglio corretto.

 

Le aggiungo però che "di Sri Lanka" (o di Ceylon, se preferisce) é solo un'abitudine fra "addetti al mestiere" con cui ci s'intende a proposito del colore, ma NON deve essere utilizzata come definizione d'origine.

E questo vale anche per rubini e smeraldi, tanto per citare, perché salvo il caso di caratteristiche interne assolutamente particolari, l'attribuzione della regione di provenienza é quasi sempre una pura illazione.

Vorrei riprendere la mia professione...

Salve, come anticipato in oggetto la mia professione è quella del "Gioielliere", anche se non opero da moltissimo tempo in questo settore, confesso che negli ultimi anni per esigenze di mercato ho decisamente trascurato le competenze tecniche necessarie per avere le risposte adeguate al fine di fornire ad i miei clienti prodotti di qualità.

Nello specifico faccio riferimento alle pietre di colore, limitatamente a rubini, smeraldi e zaffiri, mentre sui diamanti le mie competenze sono "credo" adeguate alle necessità di conoscenza degli stessi finalizzate alla vendita.

Venendo al punto quest'oggi mi sono trovato di fronte a un cliente che mi ha chiesto il colore e la provenienza di un rubino da me proposto, io dalla mia poca esperienza in materia mi sono limitato a fornire delle indicazioni sul colore, sulla sua omegeneità e sulla trasparenza definendolo (erroneamente come ho potuto apprendere dal vs.sito) "sangue di piccione", ma alla domanda riguardante la provenienza mi sono riservato di fornire delle informazioni più precise richiamandolo dopo aver consultato il mio fornitore.

Cosi mi sono fatto inviare un certificato che vi chiedo cortesemente di decifrare:

cut (taglio) brillant/spep (4)

color vivid red (GRS TYPE "pigeon's blood)

comment H (A)

ORIGINE BURMA (MYANMAR)

domanda: allora "sangue di piccione" e un termine non abolito dall'UNI?

E ancora, in relazione agli elementi forniti che tipo di pietra sto proponendo al mio cliente?

Grazie per aver messo la vostra professionalità e disponibilità al servizio di persone come me che hanno voglia di tornare a fare il proprio lavoro con professionalità e competenza.

 

Buona sera, Alessandro

 

innanzitutto le faccio i miei complimenti per la serietà dell'approccio riguardante il suo rientro a pieno titolo nella categoria degli specialisti.

 

Le anticipo subito che le Norme UNI in materia NON sono legge:

sono "raccomandazioni" di riferimento, alle quali lei potrebbe anche non voler aderire.

 

Premesso questo, le stesse Norme raccomandano l'eliminazione di attribuzioni di fantasia, come appunto "sangue di piccione" o topazio,  spinello e giada "imperiale", perché termini esclusivamente "commerciali".

 

Idem dicasi per le attribuzioni d'origine, quindi niente rubini "birmani", zaffiri "Sri Lanka" e simili, anche se devo dire che fanno eccezione (data la vera e propria unicità) le tormaline Paraiba, per esempio.

 

Ciò non toglie che per abitudine, E FRA COLLEGHI, si continui a usare certi vecchi termini per comodità di descrizione...

 

Corretta la sua scelta d'illustrare chiaramente colore, saturazione, trasparenza e taglio del rubino esitato, (e la sua naturalità, immagino) dato che una bella gemma é e rimane tale qualunque sia la sua provenienza.

Tantopiù che anche le più celebrate zone d'origine producono una quantità di materiale molto meno pregiato di quello che ha dato loro anche la più meritata fama!

 

Non posso invece aiutarla nella decifrazione del certificato (che la pregherei di mandarmi con passaggio allo scanner) del quale ho capito solo:

taglio "a brillante"

colore rosso vivo, (tipo "sangue di piccione"(

origine: Birmania (Myanmar)

 

Lei non indica la data del certificato, ma le faccio notare che OGGI sui certificati sarebbe chiaramente precisato:

"Corindone naturale, varietà rubino"...

 

In ultimo, anche le sue conoscenze relative ai diamanti e alle tre grandi potrebbero aver bisogno di un aggiornamento, perché:

 

- le Norme sul diamante risalgono a un lavoro iniziato nel 1978 e sono state ratificate dal Presidente UNI il 9 gennaio 1991:

finalmente delimitano con ottima approssimazione e sufficiente chiarezza i parametri di valutazione (le famose "4C" De Beers), e trascuro volutamente quelle porcherie (a mio avviso) dei diamanti CE, cioé "a purezza aumentata" (clarity enhanced");

 

- per zaffiri, rubini e smeraldi si sono moltiplicati i metodi di "maquillage" fino a sconfinare in una vera e propria adulterazione, che SE NON DICHIARATA e chiaramente compresa dall'acquirente SAREBBE PERSEGUIBILE COMR TRUFFA.

 

Sono a sua disposizione per un'ulteriore scambio d'informazioni, ben lieto che la categoria veda il rientro di chi si pone seriamente il problema dell'aggiornamento e della correttezza a favore dei clienti.