Pietre di colore

  • Scritto da Gianfranco Lenti
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Io potrei anche spenderli... Ma dopo? (2)

la ringrazio molto della sua risposta cordiale e tempestiva.


Come mi aveva consigliato ho letto un pò in giro nel vostro forum sulla possibilità di comprare e vendere pietre (sono quello del rubino e smeraldo in Madagascar):

devo dire che lei mi sembra molto onesto e non vende certo facili illusioni.


Credo di aver capito che l'acquisto in giro di pietre è piuttosto rischioso per molte ragioni e fin qui lo immaginavo, però ho ancora un paio di domande:


1) quanto conta l'abilità del vendere nel settore delle pietre?

cioè voglio dire:

il valore sul mercato di una pietra oscilla in un range ristretto o è molto variabile?

Ammesso (e non concesso!) di acquistare qualcosa di decente in qualche Paese estero (e fin qui se mi fregano sono affari miei vuol dire che non sarò stato preparato abbastanza o fesso abbastanza), già da subito potrei farmi un'idea di quale sarà il valore della pietra sul mercato italiano o europeo oppure la variazione può essere notevole?


Mi capita di sentire che se uno compra un oggetto in oro, quando va dal gioielliere o al banco dei pegni per rivenderlo si trova un oggetto che si svaluta più delle automobili!


Ma anche per le pietre è così?


Se uno oggi compra un diamante o uno smeraldo a 100, domani a quanto può rivenderlo?

Da che cosa, voglio dire, dipende questo quanto?

Dai gusti personali del gioielliere? Dalla moda? Dal suo valore intrinseco secondo parametri riconosciuti?


2) Mi è sembrato di capire che il difficile non sta solo nel comprare ma stia anche e soprattutto nel vendere;

se per esempio io tornassi dal Madagascar con diciamo qualche smeraldo o aquamarina di qualche centinaio di euro di valore immagino che un gioielliere qualsiasi non comprerebbe un accidente perchè ha già i suoi fornitori giusto?


Infatti ricordo che il gioielliere che mi valutò lo smeraldo del Madagascar mi disse anche di non essere assolutamente interessato all'acquisto.


Così magari uno che ha speso pure una discreta somma, chissà quando e se riuscirà a rivenderle! (giusto?)


3) Mi interesserebbe sapere il vostro tariffario dei corsi sia collettivi sia lezioni individuali.


Grazie per la sua disponibilità a risentirci, magari vengo pure a Valenza (santa Gelmini probabilmente mi passerà uno stipendio pieno stando a casa, per cui tempo ne avrò!


Ultimissima cosa:

nella risposta precedente le avevo chiesto consigli su un corso molto massiccio e costoso (dell'IGI) a milano con esami, laboratorio, 300 ore e diploma di gemmologo alla fine e lei centrò perfettamente la questione:

"non glielo consiglio" mi ha detto "perchè lei non mi sembra disposto a congelarsi in un laboratorio".


Verissimo!


Allora che tipo di corsi mi consiglierebbe nella giungla di quelli proposti?


Di nuovo buone cose, anzi buone pietre!


Giulio.

 

Buona sera, Giulio

 

si, credo di essere un accanito nemico degli spacciatori di facili illusioni, dagli amori eterni fino agli arricchimenti rapidi e sicuri.  :-)

 

Con ciò le premetto che il businness delle pietre preziose ha rischi, incognite e fasi economiche quanto ogni altro bene voluttuario e quindi lei farà bene a ricordare SEMPRE che la gente vive ugualmente anche se rinuncia o rimanda l'acquisto di una gemma.

 

E siccome il valore della medesima é frutto di un numero considerevole di variabili (merceologiche, storiche, economiche, politiche e anche geografiche), l'abilità del venditore (che é comunque molto importante) potrà dare risultati positivi SOLO in presenza di un mercato ricettivo.

 

In rapporto alle gemme le sottolineo il termine VALORE, da non confondere con RICAVO né tantomeno con UTILE, perché fino ad incasso avvenuto dopo una felice vendita le sue pietre non varranno nulla, anche se il divario fra costo d'acquisto e prezzo di vendita fosse molto elevato:

mi sono spiegato?

 

Lei chiede "già da subito potrei farmi un'idea di quale sarà il valore della pietra sul mercato italiano o europeo oppure la variazione può essere notevole"?

Spiacente, ma questa é una domanda che oltrepassa di prepotenza i confini della gemmoeconomia per spaziare nell'empireo della fantascienza.

 

Non so quanto si svalutino le automobili, che però sono beni strumentali e non voluttuari;

alcune famose quattroruote sarebbero (forse...) confrontabili con le gemme magari come beni-rifugio, ma assimilare un malcapitato gioielliere a uno spensierato monte di pietà é una bestemmia che grida vendetta al cospetto di Mammona!   :-)

 

Per le pietre potrebbe essere magari peggio, o anche infinitamente meglio, ma sarebbe un discorso tanto lungo da giustificare una conferenza o, meglio, una tesi di laurea.

 

Lei però ricorderà che il "valore intrinseco secondo parametri riconosciuti" é un concetto che suona bene e quindi continuamente ripetuto come argomento di vendita, ma a mio avviso decisamente aleatorio nell'insieme dei criteri economici attribuibili alle pietre preziose.

 

Non posso ipotizzare il comportamento di "un gioielliere qualsiasi" che, oltre ad avere i suoi fornitori deve confrontarsi con la voglia di nuovi, magnifici cristalli e quello che il mercato richiede.

E quello che ha sia in tasca, sia in cassaforte...   :-)

 

Lei dice "così magari uno che ha speso pure una discreta somma, chissà quando e se riuscirà a rivenderle! (giusto)"?

Altro che giusto, addirittura sacrosanto!

 

Infine, quali corsi frequentare?

 

Nel suo caso un corso base tecnico-pratico che la metta in grado di usare correttamente la strumentazione essenziale per:

 

1 - identificare le gemme di suo interesse mediante ricerca ed esame di specifiche e univoche "impronte digitali", e

2 - riconoscere i più pericolosi trattamenti e sofisticazioni delle medesime.

 

Tutto il resto fa parte di una cultura specifica che si acquisisce col tempo e con la passione, avendo nel frattempo evitato la rovina economica conseguente un incauto, infelice acquisto.

 

Qui di seguito le allego dettagli e costi dei miei corsi di gemmologia, ribadendo in ogni caso che sarebbe molto meglio parlarne di persona...

Magari in un week end.

 

Buone gemme anche a lei.

  • Scritto da Gianfranco Lenti
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Non lo chiama leucozaffiro ma corindone: parla della stessa gemma? (3)

Mi scusi se abuso della sua cortesia...

 

Quando ho fatto presente al gioielliere che uno zaffiro completamente bianco non si può comprendere se sia o meno sintetico, egli mi ha risposto che quello vero è particolarmente duro rispetto all'altro.


Cosa ne dice?


Grazie e comunque... riguardo all'augurarle il bene supremo...

Già che ci sono punto al massimo... perchè accontentarsi...? :-)

 

Buon giorno, Luca

 

no, questa volta il gioielliere doveva essere sovrapensiero e le ha detto una cosa inesatta.

 

Sono LE IMITAZIONI delle gemme (e nemmeno sempre) che sono meno "dure" del cristallo di cui hanno solo l'aspetto, perché nella maggior parte dei casi realizzate con vetri di varia natura e colore.

 

Ma i cristalli sintetici sono i gemelli dei cristalli naturali, dei quali possiedono TUTTE le caratteristiche ottiche, chimiche e fisiche (durezza compresa) degli omonimi nati nelle profondità della terra.

 

A volte si riscontrano minime differenze di massa volumica ma, quando presenti, sono solo le caratteristiche interne che consentono SEMPRE una netta distinzione.

 

Per concludere le preciso che, gemmologicamente, la prova della durezza non é consentita, così come non lo sono tutti gli altri test che danneggino l'integrità del soggetto in esame.

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Io potrei anche spenderli... Ma dopo?

Gentile sig. Lenti mi chiamo Giulio XX sono biologo e sono (anzi sarei) interessato alla gemmologia delle gemme di colore.

 

Sono anche appassionato di viaggi (in Africa e Asia) e una volta mi capitò di acquistare per strada nella città di Antsirabè (Madagascar) un piccolo rubino e un altrettanto piccolo smeraldo;

rischiai, si capisce, perché nè allora nè ora mi intendo di pietre ma lo feci volentieri visto il prezzo irrisiorio che mi chiesero.

 

Giunto in patria un gioielliere mi disse che lo smeraldo era vero e il rubino un autentico fondo di bottiglia e mi valutò lo smeraldino circa dieci volte la cifra che io l'avevo pagato.

 

La mia curiosità sarebbe quella di chiederle se è possibile inventarsi una piccola attività del genere (andare sul posto comprare e rivendere qui) e sarei già molto soddisfatto di ripagarmi l'aereo e poi chissà.

 

Per ora un lavoro ce l'ho, ma trattandosi di insegnamento (sono professore molto precario di scienze al liceo) capirà, causa Gelmini e compagnia, che ho i giorni (forse i mesi) contati, per cui le sto pensando tutte;

la mineralogia mi ha sempre affascinato e non ho paura di impegnarmi in uno studio serio (è tutta la vita che studio tra aggiornamenti concorsi ecc..) per di più in un qualcosa che mi interessa.

 

Cosa mi consiglia?

Ho guardato i corsi qui a Milano, ma hanno prezzi decisamente esorbitanti;

il corso completo per gemmologo costa oltre 9.000 euro;

io potrei anche spenderli... Ma dopo?

 

E delle perle che cosa ne pensa?

 

La ringrazio infinitamente se ha avuto la pazienza di leggermi fin qui e spero molto in una sua risposta.

 

Buona sera, Giulio

 

Sperare in una mia risposta?

Pagherei io per leggere, almeno una volta per settimana, una e.mail traboccante di voglia di fare e d'entusiasmo come la sua!  :-)

 

Condivido la sua passione per i viaggi, e quelli gemmologici sarebbero proprio il massimo, per un appassionato come lei:

un vero travolgente fuorigiri mentale, insomma, per un'affascinante materia da cercare con la dovuta calma in posti bellissimi...

 

Ma prima di abbandonarsi ai sogni di un facile entusiasmo le consiglierei di trovare il tempo e la voglia di fare un giro fino a Valenza, e nel frattempo di leggersi le precedenti risposte a ipotesi simili alla sua.

Almeno quelle relative a un'eventuale attività commerciale, perché collocare qualche bel cristallo fra gli amici é cosa ben diversa dal poterlo fare su larga scala e in modo ragionevolmente remunerativo.

 

E anche solo ripagarsi i viaggi non é un successo da dare SEMPRE per scontato, tanto più che una volta o l'altra qualcuno le potrebbe anche contestare un commercio di preziosi senza licenza, o addirittura un contrabbando con relativo riciclaggio.

Quello che ora va tanto di moda... appioppare ai pesci piccoli.  :-)

 

Quanto alle perle, con i diamanti e le pietre di colore sono il terzo polo di un magico e immenso triangolo nel quale acquisire la propria area di conoscenza merceologica e di competenza commerciale.

Ma, sia chiaro, le sconsiglierei caldamente di ipotizzare acquisti a tutto campo, perché oltre a dividere le disponibilità economiche finirebbe per moltiplicare in modo disastroso le esperienze del "rubino" di cui sopra.

 

I corsi ai quali accenna, costi a parte, non sono (non sarebbero) adatti alle sue esigenze perché non mi sembra che lei abbia intenzione di sigillarsi in un laboratorio d'analisi.

 

Quando (e se) passerà da Valenza parleremo anche di questo delicato aspetto del suo futuro professionale, al quale auguro comunque tutta la benevolenza di Santa Gelmini.  :-)

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Non lo chiama leucozaffiro ma corindone: parla della stessa gemma? (2)

Ho fatto presente il fatto che se è completamente bianco potrebbe essere

sintetico ma lui sembra sicuro di sè!

Posso richiedere che il suddetto sia certificato come non sintetico?

 

Certo che può chiederlo!

 

Solo che un cristallo INCOLORE sarebbe comunque perfettamente identico tanto se naturale quanto sintetico, e quindi ben difficilmente distinguibile.

Sempre che si tratti di un esemplare tagliato, é ovvio.

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Non lo chiama leucozaffiro ma corindone: parla della stessa gemma?

Egregio Gianfranco


mi scusi se la disturbo di nuovo (sono quello del leucozaffiro, ricorda?);

vorrei un suo parere.


Ho trovato un gioielliere che mi ha detto che può reperire lo zaffiro.

Tuttavia lui non lo chiama leucozaffiro ma corindone.

Cosa ne pensa?

Parla della stessa gemma?

Scusi ancora per il disturbo, le auguro il bene supremo.


Luca.

 

Buona sera, Luca

 

certo che la ricordo, e sono contento che qualcuno possa procurarle il campione che non ho trovato io.

 

Ricordo anche che lei lo preferirebbe "senza" nessuna caratteristica interna, e in tal caso mi chiedo proprio come si potrebbe distinguere un cristallo naturale da un soggetto sintetico altrettanto incolore.

 

E intanto le confermo che il cosiddetto "leucozaffiro" é proprio un corindone, per il quale il gioielliere ha usato la corretta terminologia.

 

Lei non mi disturba, e la ringrazio per il bene supremo che mi augura...

In attesa del quale mi accontento anche di un bene così così.  :-)