- Categoria: Diamanti
- Scritto da Gianfranco Lenti
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Ah, briccone d'un Lenti! Lei bacchetta senza pietà i poveri...
Oggetto: Curiosità su valutazioni
Buongiorno sig. Lenti,
rieccomi qui a cercare di soddisfare una curiosità che spero possa essere utile per chiarire le idee a me in primis e ad altri in secundis.
Noto con regolare cadenza la richiesta, da parte di appassionati/curiosi, di una valutazione dei propri gioielli/pietre e lei, con regolare cadenza, li "bacchetta" per far comprendere quanto sia poco corretto professionalmente fare valutazioni a distanza, senza poter visionare ed analizzare l'oggetto ma solo tramite qualche foto quando va bene, tramite sommaria descrizione quando va male.
Se però posso capire l'impossibilità di dare un valore a uno smeraldo, a un rubino o a una qualunque altra pietra preziosa (escludo quindi a priori le pietre montate) le cui variabili di valutazione sono "innumerevoli", per quale motivo, riguardo a un brillante (quindi SOLO diamante con tale taglio) e in presenza di un certificato (o conocenza precisa delle caratteristiche) che ne attesti tutte le variabili necessarie per la sua valutazione da parte di un esperto, non sia possibile farlo?
Mi spiego ancora meglio.
I brillanti hanno la loro borsa valore e le loro caratteristiche sono codificate in maniera precisa, tanto che (facendo riferimento anche alla fluorescenza) se "perdo" un brillante da un anello composto da più pietre, posso essere sufficientemente sicuro di poterne trovare uno identico da sostituire anche a distanza di 20 anni, quando con qualunque altra pietra è praticamente impossibile.
Un diamante taglio brillante con determinate caratteristiche ha un valore preciso, come un grammo di oro puro 1000/°°° ha una quotazione del giorno PRECISA.
Perché quindi posso dire a qualcuno che i suoi 8 grammi di oro a 750/°°° (se il 24kt è a 40 €/g) valgono 240 €, mentre non si può fare o stesso con un brillante che pure è quotato in borsa e ha un vaore "preciso"?
Quante inesattezze ho espresso? Dove sbaglio nel ragionamento?
Grazie e cordiali saluti a tutti
Buon giorno, Marco
niente paura, il titolo alla sua serissima e.mail l'ho aggiunto io, perché lei mi ha messo proprio di buon umore!
Per me é infatti una grande soddisfazione constatare con quanto impegno e conseguente logica diversi navigatori e navigatrici si pongano alcuni dei problemi a volte sottesi nei temi trattati nel sito... :-)
E le anticipo quindi che i suoi ragionamenti non fanno una grinza, nemmeno guardati in Luce Normalizzata per diamanti.
A patto di NON dimenticare che si tratta di ipotesi e relative deduzioni del tutto teoriche, visto che la realtà, la dura realtà mi obbliga a conclusioni e relativi comportamenti ben diversi!
Invidio la sua fiducia nella possibilità di trovare diamanti "identici" anche dopo una ventina d'anni, visto che io ho problemi anche solo dopo un paio di mesi... ma io sono un pignolo che guarda i luccicanti sassolini col microscopio, e quindi non faccio testo.
Ma devo però contestarle il parallelo fra il TITOLO dell'oro con le caratteristiche merceologiche dei diamanti, perchè il primo é il risultato matematico di una serie di analisi e di calcoli, mentre le famose "4C" del re delle gemme sono, caratura a parte, SOLTANTO l'espressione scritta delle opinioni di un analista,
O di più analisti, il che ridurrebbe il margine d'incertezza, ma la sostanza del problema non cambia,
Anzi, dei problemi, di cui le darei un piccolo e certo parziale assaggio... :-)
Per incominciare, i giudizi riportati nei vari certificati sono espressi secondo regole (i famigerati Standard) che sono diverse già in Europa, e si figuri quindi confrontandoli fra Europa e USA.
Per sua informazione io mi trastullo cum magno gaudio anche con quelli sudafricani, indiani e australiani, con l'incubo mi arrivino di nuovo anche quelli thailandesi e russi.
Magari redatti in lingua originale. :-)
Lei mi ricorderà che la maggior parte dei certificati sono rilasciati da "Istituti" (ovvero normali istituzioni più o meno commerciali), con un'attenta e costante considerazione per il giro d'affari.
Un giro che é (magari anche) direttamente proporzionale alla soddisfazione di alcuni clienti "di riguardo".
Facile quindi risponderle con una domanda, anche se non sarebbe corretto, ovvero "ma lei metterebbe la mano sul fuoco che...":
a - la maggior parte dei certificati "seri" sia COMUNQUE e SEMPRE
tanto attendibile quanto sovrapponibile, nei relativi giudizi?
b - i "listini" ai quali si riferisce (gira gira é poi uno solo, il Rapaport)
siano in realtà un'appendice delle famose tavole riportate a valle
da Mosé, dopo la famosa escursione in montagna?
Se le risposte fossero positive le consiglierei di prenotare per tempo una moderna protesi, salvo il caso non preferisca il famoso, buon uncino di disneyana memoria... :-)
Comunque, lei crede davvero che io DEBBA adeguarmi a tali giudizi, anche quando NON ritengo che lo Standard adottato per la valutazione sia il migliore, ma solo quello più diffuso?
Nemmeno per sogno, sia chiaro, perché come perito sono libero di adottare e di giustificare MIEI criteri di scelta e di giudizio, ma come gemmologo analista sarei ben più condizionato nell'emettere valutazioni secondo parametri aridamente aritmetici...
dei qualii non di rado NON condivido le conclusioni.
Mi fermo qui, per non essere bollato come polemista (non voglio essere adulato :-) ma il discorso potrebbe continuare a lungo, almeno sul piano teorico.
Le risparmio la noiosa quanto indispensabile intervista rivolta a chi intendesse affidarmi la vendita di preziosi, ma visto che lei ha scoperchiato la pentola eccole un altro mestolo di argomenti.
Questa volta più terra terra.
- Come dovrei comportarmi, a proposito di stime, quando le descrizioni
dei diamanti attengono a organizzazioni che non conosco,
o peggio che non stimo?
- Come ammettere in ogni risposta che, orrore, io NON conosco TUTTI
gli operatori del settore e, soprattutto che NON ho nessun titolo
per distribuire patenti di buona e sana costituzione gemmocommerciale?
- Come pontificare a proposito delle descrizioni rilasciate dai negozianti,
che a volte sono davvero fantasiose?
- Come impostare i criteri correttivi a proposito di valori attuali o passati,
di oggetti acquistati/acquistabili in centro e/o in periferia, nonché
di gioielli da far realizzare o da vendere...
Magari a condizioni e in condizioni diverse?
Se l'immagina poi il vespaio non appena m'azzardassi a dire che il tal blasonato nome non solo fa (giustamente) strapagare la "griffe" e poi lascia anche a desiderare sull'attendibilità dei livelli qualitativi attribuiti a quanto spaccia?
Come valenzano mi sento già a disagio per quei concittadini, o similtali (veri incroci fra gli anellidi e i suinidi) che marchiano come Made in Italy della roba prodotta in Cina...
Ma se l'ex sindaco di Valenza, il dr. Raselli, sollevò il problema in sede di conferenza cittadina senza che poi ne sortisse una qualsiasi iniziativa di contrasto, il Don Chisciotte che alberga in me si arrende. :-(
Magari, volendo cercare l'inferno sulla terra potrei anche inserirmi nell'annosa diatriba contro i (troppi) commercianti che si fidano acriticamente di "garanzie" fantasiose e magari artatamente lacunose di molti fornitori.
Potrei, dicevo, e con la sola incognita di una data:
quella della mia Caporetto.
Mi creda, con un entroterra di tale complessità azzardare delle stime "a orecchio" sarebbe semplicemente da irresponsabili.
Quindi, se oltre alla reputazione volessi giocarmi anche la pelle, allora vorrei che fosse SOLO fra le generose braccia di una nipotina di Afrodite.
Onde avere almeno un argomento intelligente da addurre con san Pietro. :-)
Mi sono spiegato? :-)
Cordiali saluti.
J.
P.s. Nelle molte chiacchiere mi sono perso il tema del giorno:
quali sarebbero i prezzi che, a richiesta, potrei comunicare...
senza troppe preoccupazioni? :-)