- Categoria: Pietre di colore
- Scritto da Gianfranco Lenti
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Meditazioni socioeconomiche... cinesi.
Scusa se ho scritto tutto in maiuscolo ma faccio prima, per non dover dopo il punto cambiare carattere.
Grazie per i tuoi consigli e per i complimenti sul sito, devo ancora mettere i gioielli creati da me, perche' e' una cosa lunga.
Riguardo la Cina, non essere cosi' razzista, e' vero che hanno rovinato il mercato, anche il mio, pero' se io lavoro e' grazie a loro, in tutti i posti dove ho guardato in Italia e all'estero, tutto costa il doppio e io non potrei lavorare con quei prezzi.
Buona sera, Miriam
io razzista?
premesso che per un motivo o per l'altro secondo me siamo TUTTI razzisti, contro i cinesi (in Cina) ho precise riserve di tipo sociale, economico e politico.
Volendo limitare le considerazioni alle prime due, tu comperi a prezzi bassi perché:
a - in Cina si produce grazie (anche) agli schiavi dei gulag,
b - con la clausola della "nazione meno favorita" loro esportano in tutto il mondo con il 3,5% di dogana
e noi esportiamo in Cina con il 30% di dogana, + un ulteriore dazio!
Altro che considerarli partners, in realtà sono un cancro che sta strangolandoci con... la corda che paghiamo noi.
E sono tanto "sfavoriti" che hanno le forze armate più numerose e armate del mondo, oltre a un'industria spaziale che mette in orbita satelliti e astronauti.
E in TUTTI i Paesi emergenti, dove ci sono le materie prime di maggior valore, i cinesi ci stanno buttando fuori:
sia facendo comunella con i ras locali, sia sostenendo rivoluzioni "democratiche" con scambi "equi"a favore di una qualsiasi testa di legno locale.
Un diamante contro un mitra, o quattro mine anti-uomo, per esempio.
E i dittatori in Africa non sopravviverebbero un mese se non fossimo NOI a sostenerli, con la tragica, costosissima buffonata (a mio avviso) delle varie ONU, CEE, FAO e compagnia cantanti,
Potrei continuare, ma ti faccio almeno presente che per ogni attività che chiude (e per concorrenza illecita, soprattutto) ci sono tante, troppe famiglie che non sanno più come sbarcare il lunario.
Ti assicuro, che io che ne conosco molti qui in Toscana, sono persone come noi, quasi tutti poveri o sfruttati, che hanno laasciato il loro Paese per miseria e lavorano al freddo e con turn-over pazzeschi, alcuni sono aperti tutti i giorni dell'anno, continuamente al freddo e io impazzirei senza un giorno di riposo.
Ma le fabbriche con cui lavoro io sono rigorose, se sbagliano di un dollaro, te lo ritrovi rimborsato la volta dopo, senza manco chiederlo.
Nulla da ridire sui tuoi vicini di casa, i cui fratelli sono anche qui né, almeno nei TUOI confronti, sulla loro correttezza commerciale, .
Per un dollaro.
Ma ti faccio presente che il governo di Pechino ha truffato tutti i visitatori in occasione delle olimpiadi spacciando loro andesina gialla (comune ed economica) a caro prezzo, come andesina rossa (che invece é una gemma rara e pregiata).
Dopo averla subdolamente adulterata con un colorante, ovviamente...
Ma hai mai pensato a quanti disoccupati le esportazioni cinesi (e, soprattutto, quante di queste regolari?) hanno creato in Italia?
Quanti nostri "imprenditori" producevano (magari al nero, va bene) camice e pantaloni magari nei sottoscala di Napoli ma portavano almeno a casa la pagnotta.
Mentre ora dipendono solo dalla "benevolenza" di gente come Bassolino, Vendola & Co.
E a spese di tutti, naturalmente.
Riguardo la Cina vera e propria, non ho stima ovvio per il governo, che oltretutto oscura la televisione, perseguita i cristiani, (pero' i cinesi che sono qui, sono spesso cattolici ferventi e veramente buoni d'animo).
Ti assicuro che devono ancora imparare a truffare cone gli italiani e quelli che truffano in Italia, sono i mafiosi cinesi ma noi dobbiamo stare zitti a questo proposito.
Noi dobbiamo tacere, dici?
E che dici della PAURA (politica e fisica) delle nostre autorità, che multano a sangue un barista per un caffé senza scontrino, ma NON s'azzardano a fare i dovuti controlli nelle varie "Chinatown" nostrane?
Se hai dei dubbi vieni e ti accompagnerò in via Paolo Sarpi, a Milano, oppure a Novara, e se vuoi potrai comperare camion interi di merce senza fattura, che entra tranquillamente e regolarmente senza pagare nemmeno quel misero 3,5% di cui sopra, olre alle successive e conseguenti tasse.
Poi una persona come te, che fa questo mestiere, non puo' escludere dal sul campo, le perle cinesi, solo perché sono tali allora le pietre preziose del Sudafrica, col governo che li sfrutta come schiavi?
Non posso escludere?
E invece posso, posso e voglio, oltretutto!
Quindi per quanto posso eviterò anche in futuro di dare il mio obolo a questo subdolo mostro con gli occhi a fessura.
L'Africa la conosco abbastanza bene perché la frequento dalla fine del 1970 (l'Africa VERA, non quella degli spinelli di Malindi, o degli altri zoo per turisti beoti) e ti assicuro che il problema é duplice, ovvero:
a - gli africani, e
b - gli interessi dei vari "parners" mondiali.
Della repressione interna in Cina sembri informata, ma che ne pensi della "pulizia etnica" conseguente la britale occupazione militare del Tibet?
All'ONU non se ne parla, ma solo perché i "poveri" cinesi sono anche nel "Consiglio di Sicurezza" e ne pongono il veto.
La Cina sta diventando la terza potenza, e' meglio farci affari credimi, poi anche loro si pestano i piedi e presto rivedranno la loro politica commerciale, perche' spesso in Italia, da loro spendo meno che all'ingrosso in Cina e glielo dico, infatti alcune fabbriche sono in crisi per esubero di produzione e si sono messi a vendere a stock.
Certo, vendono a stock e sono altre ditte che da noi chiudono i battenti.
Però certi settori cinesi sarebbero in crisi soltanto perché loro stessi hanno scoperto che certe produzioni sono più economiche nella Corea del Nord o addirittura in Cambogia.
E ne approfittano.
Ma é meglio far finta di niente, così venderemo qualche Ferrari, alcuni containers di vino e magari anche tante scarpe di pregio.
Sempre che nel frattempo le nostre produzioni non siano già state delocalizzate a casa loro.
Vedrai che ho ragione e poi interessati alla loro cultura come quella giapponese, e' affascinante, io ho e mi metto abiti originali cinesi e faccio un figurone, cosi' come ho anche quelli indiani, (altra potenza che sta sorgendo e forse superera' la Cina, perche' sono piu' giovani) che vendono un abiti di seta, su misura, a prezzi irrisori, altro che le sartorie italiane!
Ben lieto d'approfondire la conoscenza della loro cultura, ma solo se (e quando) saranno stati eliminati o almeno fortemente attenuati i motivi che mi rendono la Cina e i cinesi tanto indigesti.
E a proposito di meditazioni, ti ricordo che i giapponesi almeno le "fabbriche cacciavite" le hanno dovute impiantare qui, per vendere le loro auto in Occidente:
i cinesi nemmeno quello, e in nessuna di quelle parti del mondo da loro colonizzate economicamente.
Altro che vestiti di seta!
Ti faccio tanti auguri di fine anno e medita!
Ciao Miriam
Quanto sopra NON per amor di polemica, ovviamente, ma solo perché mi considero parte di una realtà che, purtroppo, si va deteriorando con moto "naturalmente accellerato".
Ovvero in caduta libera, in pratica.
E sono innanzitutto convinto che se la barca affonda, anche quelli che resteranno a galla non se la passerebbero molto bene.
Contraccambio i saluti e gli auguri.