- Categoria: Pietre di colore
- Scritto da Gianfranco Lenti
- Visite: 1721
Tanto gentile e tanto onesta pare - la gemma mia quando altrui valùta… ovvero: quelli "trattati così" sono ancora smeraldi e rubini "naturali"?
Buonasera sig. Lenti,
eccomi nuovamente a chiedere il suo prezioso ed esperto consiglio.
Questa volta mi rivolgo a lei non per uno zaffiro, ma per avere un parere riguardo un piccolo smeraldo che si trovava montato su un anello di una mia conoscente e che gentilmente mi è stato donato.
Ho portato la pietra all'IGI di Milano per farne eseguire l'analisi gemmologica; l'intento era quello di conoscere le caratteristiche della gemma per eventualmente valutare di farla incastonare su un nuovo anello, più in linea con i miei gusti :-)
Ora arrivo al punto:
il certificato rilasciatomi presenta una descrizione accurata dello smeraldo ma, purtroppo, essendo ignorante in materia, non riesco proprio a decifrare il significato di talune affermazioni.
Oltre a ciò, sul certificato è stato riportato che "Il berillo naturale varietà smeraldo analizzato, presenta materiale estraneo nelle fessure affioranti"; fin qui posso intuire di cosa si stia parlando (trattamenti subiti, corretto?) ma in effetti non viene specificato da nessuna parte che tipo di sostanza sia stata rilevata.
Quindi mi chiedo: c'è un modo per sapere che tipo di trattamenti siano stati effettuati sulla pietra?
Si può trattare "solo" di oliature con sostanze naturali e/o trasparenti oppure possono essere state impiegate sostanze sintetiche e, magari, anche coloranti?
Le allego le fotografie del certificato in modo da porterla aiutare (o almeno lo spero) nell'interpretazione dello stesso.
Un'ultima domanda mi sorge spontanea: dopo aver letto quanto riportato nel certificato, secondo lei vale la pena di montare lo smeraldo su un nuovo anello oppure, per le caratteristiche che presenta, sarebbe solo uno spreco di denaro ed energie (più per la ricerca della montatura adatta che per altro)?
In attesa di una sua cordiale risposta (come sempre) la ringrazio e colgo l'occasione per porle i miei migliori saluti e rinnovare l'ammirazione per la sua competenza e disponibilità :-)
Virna
Buona sera, Virna
la ringrazio per il quesito che con la sua segnalazione mi offre il modo per riparlare di un argomento che continua a disturbare la mia gemmodigestione…
E per entrare subito in argomento immagino lei concorderà che le gemme, quando non rinchiuse in cassaforte o celate nei sepolcri bancari siano innanzitutto e soprattutto dei materiali ornamentali:
quindi sarà lei e solo lei a giudicare se la bellezza del cristallo che le é stato donato valga o meno la spesa e l'attesa per una nuova montatura, e a decidere di conseguenza.
Quanto alla natura del materiale usato per il riempimento delle micro-fratture (e magari nemmeno tanto micro) dello smeraldo, sarebbe (forse) il caso di domandarlo all'IGI che ha avuto modo d'esaminarlo.
Non mi stupisco che tale dettaglio non sia stato menzionato, innanzitutto perché sarebbe, secondo me, un particolare secondario, e poi anche perché non sempre sarebbe facile ottenere un'identificazione univoca… a costi ragionevoli.
Ah, i bei tempi in cui si cercava l'eventuale presenza di un olio qualsiasi nei pregiati, verdi cristalli…
E, trovatolo, poi ci si sbilanciava persino nel precisare se si fosse trattato di un olio incolore o - vergogna - di un olio colorato, che però sarebbe stato facile eliminare con un qualsiasi solvente.
Poi qualcuno si pose il problema di "sigillare" quel riempimento ("filling", in gergo) per renderlo duraturo, e il passo verso l'uso di materiali vitrei (soprattutto per i rubini) e di sostanze plastiche per gli smeraldi ne fu il risultato.
A denti stretti devo ammettere che tali interventi, se chiaramente dichiarati e altrettanto chiaramente compresi e accettati dalle parti, sarebbero SOLO oggetto di libera scelta…
Ma quello che mi fa digrignare i denti é la scritta " "Il berillo naturale varietà smeraldo analizzato presenta materiale estraneo nelle fessure affioranti" in posizione di modesta visibilità, comunque ben inferiore a quel "berillo naturale varietà smeraldo" che invece campeggia al centro del documento d'analisi.
Ora, a parte il complimentarmi con lei per l'attenta lettura dell'autorevole papiro, immagino quanti invece non avrebbero compreso o non avrebbero saputo interpretare correttamente l'orrenda (anche se corretta) postilla MOLTO e forse addirittura troppo tecnica.
Probabilmente parecchi, e tutti potenziali vittime di una descrizione che, lo ripeto,
a - per chi non ha altre informazioni non é facile da comprendere nel significato più essenziale, e
b - non é certo evidenziata nel modo più opportuno, e purtroppo in tal modo riportata nell'analisi da un istituto di tale rinomanza.
Insomma, se l'uso (sia chiaro, per libera e consapevole scelta) di rubini vetrificati e di smeraldi plastificati é perfettamente accettabile, non altrettanto direi che sia il corredare il risultato di tali trattamenti con "certificati" NON sufficientemente e chiaramente descrittivi.
Perché sarebbe (A MIO AVVISO) il NON corrispondere adeguatamente alla fiducia di chi cerca (e paga) il conforto di un'assistenza professionale.
Senza contare poi la felice opportunità per i soliti galantuomini di rifilare robusti "pacchi" a destra e a manca, pacchi che sarebbero poi ben difficilmente contestabili perchè "c'era tutto scritto nella garanzia",. no?
Mi perdoni la lunga tirata:
sa, il week end mi regala più tempo, così ho approfittato del suo. :-)