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Comprare oro dall'Africa, e in poche parole sapere come importarlo in Italia.

Salve, vorrei investire su un attività di import/export di oro.


In breve le spiego:

avrei l'occasione di compare dell'oro in Africa a dei prezzi competitivi per poi importarlo in Italia ma vorrei fare tutto ciò nella maniera più legale possibile tanto da far diventare ciò la mia attività lavorativa.


Il mio unico problema prima di parlare con un commercialista visto che sono certo che alle spalle di una tala attività ci sarà un'infinita burocrazia, vorrei entrare a conoscenza se è possibile avviare una tale attività?


E come funzionerebbe l'importazione di oro dall'Africa in Italia?


In poche parole vorrei sapere quale sarebbe l'itinere da seguire per avviarmi in una tale attività.

Grazie
Cordiali saluti

 

Buon pomeriggio, Andrea

 

spiegarle con "poche parole" un'attività che prevede il massiccio intervento della burocrazia nostrana è un'impresa a metà strada fra l'arduo e il miracoloso... :-)

 

Intanto "nella maniera più legale possibile" non significa nulla, perché la scelta é solo fra legale o illegale...  :-)

 

Quindi, e sempre che in Africa non l'abbiano "fatto su come una caramella" dandole per oro limatura di rotaie o d'altro metallo altrettanto pregiato, lei si premurerà di avere SOLO e SEMPRE dei LINGOTTI.

 

Ovvero niente graniglia, sfridi nè, men che meno, la polvere che si ricaverebbe dai giacimenti alluvionali ed eluvionali per lavaggio di sabbie aurifere.

 

Naturalmente lei comprerà/comprerebbe SOLO dall'ufficio statale delle miniere, quello  che le potrebbe garantire la ragionevole veridicità e costanza del titolo aureo comunicatole in sede di trattativa.

 

Comperando da altre fonti, e posto che le diano davvero della polvere d'oro invece di una bastonata sul cranio, le rimarrebbero ancora almeno tre problemi:

 

a - stabilirne il titolo, ovvero la percentuale di oro "fino" nei suoi acquisti,

b - riuscire a fondere in lingotti il prodotto prima del rientro, e

c - salire in aereo con i documenti necessari per non farsi arrestare all'imbarco,

con relativa confisca del metallo.

 

Il "punto c" comprende la fattura di vendita vistata dall'ufficio delle miniere, il permesso di esportazione, l'attestato di versamento della "tassa ad valorem", e un papiro attestante che tale oro NON proviene da attività illegali o contrarie ai principi umanitari con i quali, da qualche tempo, molti si lavano la bocca.

 

Arrivato in nostrano aeroporto lei dichiarerà alla dogana il possesso di uno o più lingotti del prezioso minerale, e lo lascerà in deposito sotto sigillo fino a quando uno spedizioniere doganale di sua scelta provvederà a sdoganarlo per inviarlo a un "banco metalli" per la successiva, indispensabile affinazione.

 

Invio a mezzo di un "trasporto valori" come Battistolli o simili, che le costerà una tombola fino a quando non concorderà una tariffa a forfait, o non troverà un'altra soluzione.

 

Il commercialista le avrà intanto premesso e spiegato le differenze di procedura burocratica fra un'importazione TEMPORANEA a scopo di lavorazione (l'affinazione, appunto), con successiva riesportazione verso un acquirente estero e quella DEFINITIVA, per l'immissione in commercio dell'oro nel nostro Paese.

 

Ed eccole l'ultimo, ma forse il più importante consiglio:

 

PRIMA di imbarcarsi in questa avventura contatti le nostre rappresentanze diplomatiche in loco, chiedendo loro di verificare l'affidabilità dei partner africani e delle loro procedure.

 

E mi ringrazierà!

 

Auguroni.