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Corsi per il taglio delle gemme e prospettive di lavoro,in Italia e/o fuori.

Buongiorno Gianfranco,

ho letto molte delle sue risposte nel sito, spero di non essere ripetitiva, ma ho molte domande…

- Per imparare a tagliare le pietre preziose è meglio un corso strutturato (ho visto quello della scuola gemmarum) o delle lezioni individuali?

- Possono bastare i 10 giorni previsti per i corsi (5 per quello di base e 5 per quello avanzato) per fare l'esame o sarebbe solo un’infarinatura?

- Quali potrebbero essere le prospettive lavorative in Italia?

- Per poter eventualmente lavorare all'estero servono dei diplomi/certificati?

- I macchinari per l'intaglio sono molto costosi?

- Potrebbe essere fattibile lavorare in proprio?

- Molti associano il mestiere di tagliatore con quelli di orafo?

La ringrazio moltissimo.
Valentina


Buon pomeriggio, Valentina

le domande sensate (e soprattutto preventive! :-) sono sempre le benvenute, anche se quando facessero il bis con precedenti, analoghi quesiti.
Quindi, "avanti con i carri”.

Non so cosa voglia dire “un corso strutturato” perché l’arte del tagliatore é fatta di tecnica, di pratica e di fantasia:

con la prima si impara a trasformare in gemme rari e bellissimi cristalli che la natura ci offre sotto forma di grezzi.

Con la pratica si riesce a farlo in modo qualitativamente elevato e in tempi economicamente remunerativi, mentre con la fantasia si mira a un soggetto “unico” o almeno “diverso”, che sappia trasmettere il felice, orgoglioso sorriso del tagliatore - pardon, della tagliatrice - che l’ha inventato in una sintesi di estro creativo e di indiscutibile padronanza dell’arte del taglio.

L’efficacia di qualsiasi corso dipende comunque da vari fattori:
innanzitutto la capacità del ”maestro di bottega”, che deve possedere tanto l’abilità e la capacità di spaziare fra le innumerevoli ipotesi di lavoro, quanto il dono della comunicativa, tanto umana quanto tecnica.

Infatti non é raro il caso, purtroppo di valenti artigiani che però sono a zero quanto a capacità di trasmettere alcunché quanto a didattica nel senso più ampio.

Premesso che io opto senza dubbio per i corsi individuali (a Valenza c’é un decano dei tagliatori che fa faville… anche come simpatia umana). PRIMA di decidere per una qualsiasi soluzione é molto importante considerare vari dettagli che di solito sono abbastanza trascurati.

Per esempio il tipo di macchinari che si useranno / si userebbero: a disco verticale, o con piatto orizzontale, come quello di un giradischi?

Il primo tipo permette un’eccellente automazione di fasi ripetitive nel taglio e nella lucidatura, ed é quello più adatto per produzioni numericamente consistenti.

Il secondo tipo sarebbe preferito dai tagliatori di scuola più tradizionale, e in ogni caso si usa di solito per lavori di alto pregio e/o per rimediare alle solite, tragiche scheggiature da urto.

A Valenza, la scuola FOR.AL usa quelle di tipo verticale, che sono poi le preferite da quanti importano grezzi p.es. dal Brasile, mentre (mi pare che) la scuola che cita lei preferisca quelle con assetto orizzontale.

Un altro termine che mi suona ostico riguarderebbe un ipotetico corso “avanzato”;

un modo di dire che suona bene ma nella fattispecie non significa granché.

Costo a parte. :-)

Nel taglio delle gemme, come in qualsiasi altro lavoro ove conoscenza, esperienza e sperimentazione non sono mai abbastanza, QUANTO si deve “avanzare” per definire i tempi successivi a un primo corso-base? :-)

Tranquilla per gli “esami”, che sono solo un contentino che si premette (volentieri) alla bicchierata o alla cena finale.

Quanto ai “diplomi” di solito sono molto decorativi e stanno benissimo alla parete, in studio o in ufficio…

Ma per lavorare ci vuole altro, tanto a casa nostra quanto fuori:
come per esempio un periodo di prova pratica che il datore di lavoro le richiederebbe “sul campo”, con materiali, tagli e macchinari assortiti.

Escluderei l’estero perché con la Cina che imperversa per noi rimane poco da rosicchiare, mentre in Italia la situazione offre (offrirebbe, secondo me) due sole prospettive:

a - lavorare per una delle grandi “firme”, molte delle quali oggi producono  a scopo ornamentale, ferramenta e chincaglierie assortite, ovviamente con cristalli (e sovente con vetri) di scarso pregio;

b - mettersi in proprio per tagliare cristalli di valore almeno medio, e meglio se medio-alto da montare poi in collaborazione con un valente artigiano.

A me non risulta che un orafo, che ha impiegato una vita per raggiungere un livello di capacità considerevole, si sia mai preso il mal di pancia di ricominciare daccapo per imparare (a caro prezzo) un lavoro che poi gli converrà certo delegare a chi faccia solo quello.

Se la soluzione b fosse la preferita potrà (e secondo me dovrà) mettere in programma qualche viaggio nei Paesi produttori di gemme: per accaparrarsi qualche bel grezzo da lavorare con calma e con passione, dopo essersi fatta l’occhio alle qualità e ai prezzi dei grezzi esitati nelle nostre fiere dei minerali.

Dove magari potrebbe anche allacciare interessanti rapporti professionali con qualche grossista.

In ogni caso se le piace viaggiare, il Brasile é quello che fa per lei, tanto come fiere quanto per disponibilità assortite in ogni angolo.

Spero d’essere stato esauriente ma sono sempre a disposizione per altre info, se ne disponessi… ma a un patto:

Quando troverà (e ne troverà molte, alcune magnifiche, altre stupende o addirittura uniche) caratteristiche interne ai cristalli da lavorare, PER FAVORE NON LE ELIMINI:
le chiedo il privilegio di comperare io i grezzi che le contengono, e saremo felici in molti.

Lei, io, gli allievi avvinghiati ai miei microscopi...

e le moltitudini di sprovveduti/e che cercano le “pietre pure”   :-)