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- Scritto da Gianfranco Lenti
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A volte col rifrattometro non riesco a leggere i valori di gemme comunque comprese nella scala... - 2 -
la ringrazio x il suggerimento sulla quantità di liquido.
vorrei adesso sapere se opero bene:
metto una goccina di liquido sul quale appoggio la pietra,quindi guardo nell'oculare e se non dovessi vedere niente la muovo sulla tavola del rifrattometro "di modo che la faccetta rifletta" finchè non vedo comparire gli indici:
es. ho preso una pietra colore giallo con taglio ovale i cui indici stimati
che ho visto sono 1,758 e 1,762 pressappoco.
Di cosa potrebbe trattarsi?
grazie mille
Buona sera, Orazio
la risposta per lei é divisa in due parti, con una conclusione... :-)
Parte 1°:
"vorrei adesso sapere se opero bene"
No, lei opera male!
a - La gocciolina di liquido di contatto si depone ALL'INIZIO del prisma;
b - il campione si pone FUORI dal prisma, davanti alla gocciolina di cui sopra:
c - con una bacchetta o una matita venuta orizzontalmente si fa scivolare
il campione sulla finestra del prisma (del rifrattometro), in modo che sia
adeguatamente inumidita dal liquido di contatto raccolto al passaggio.
E SENZA strisciare la bacchetta sul prisma, che é delicatissimo.
A scanso d'equivoci, e guardando il rifrattometro in posizione di lavoro,
lei vedrà nell'ordine:
1 - l'oculare con il filtro polarizzatore,
2 - il campione sul piano d'appoggio, metallico
3 - la goccia del liquido di contatto sul bordo della finestra del prisma.
d - si procede alla lettura e si rimuove poi il campione ritirandolo sempre
per strisciamento e si tampona il prisma per asciugarlo dopo la/le letture.
Parte 2*
Complimenti, ho abboccato come una trota, supponendo che l'uso del
rifrattometro da parte sua contasse su di una precisa formazione
gemmologica, con relativo addestramento all'uso degli strumenti... :-)
E si che avrei dovuto insospettirmi per quell'assudo "pressappoco" a proposito di valori che possono essere tutto, meno che "pressappoco", quando riferitia soggetti trasparenti, ben levigati, con tavola e faccette piane e con valori compresi nel range di lettura dell'apparecchio!
Quindi, CONCLUSIONE, la gemmobacchetto perché:
a - le prove si fanno con campioni conosciuti,
per verificare innanzitutto lo strumento;
b - per identificare un soggetto servono TUTTI i dati reperibili,
a cominciare dalla massa volumica per finire col carattere ottico.
c - quando si comunicano i valori di I.R. é ESSENZIALE precisare che
si sono eseguite n. x misurazioni, ivi comprese n. y delle stesse
anche sul padiglione.
E sarebbe tranquillizzante elencarne gli ordini di grandezza,
oltre al segno ottico e al suddetto carattere ottico.
Altrimenti il poveretto consultato come disponibile, innocente spalla (io, nel caso specifico) rischierebbe la depressione se non riuscisse a trovare (e io non ci sono riuscito) un nome plausibile per il suo cristallo. :-)
Si consideri in debito di un caffé per tutta la classe, quando verrà a fare un corso,. :-)