Buona sera, Gianfranco
ieri ho visto una televendita di fili di perle e pietre varie, e mi ha incuriosito il fatto che, a detta del venditore, le perle di acqua dolce siano prive di nucleo "artificiale", al contrario di quelle coltivate in acqua salata (giapponesi e dei mari del sud).
Mi domando: come fanno a coltivare le perle di acqua dolce senza nucleo?
Come stimolano l'ostrica a produrre le perle?
Ho visto fili di perle di acqua dolce, quasi perfettamente rotonde, di 10/11 mm, vendute a 95 euro al filo....
E si trattava, sempre a detta del venditore, di perle coltivate per nove/dieci anni.
Io ho una collana di un filo di perle giapponesi da 9,5 millimetri, non perfettamente rotonde e con qualche imnperfezione sulla superficie, che ho pagato qualche anno fa xx00 euro (col fermaglio con due carati di diamanti taglio brillante, d'accordo).
Non dovrebbero allora essere più pregiate le perle d'acqua dolce, perchè senza nucleo e "tutta sostanza perlifera", come diceva il venditore?
E delle cosiddette "perle keshi" (se si scrive così) cosa mi dice?.
La ringrazio in anticipo per la risposta e le auguro uno splendido 2010.
Cordialmente.
Maria Rosaria
Buona sera, Maria Rosaria, e ben ritrovata.
Se la matematica non é un'opinione, le sue domande sono più di una, e in parte riferite alle opinioni di un televenditore...
Evito quindi la polemica col secondo, e mi dedico alle prime, per quel poco a mia conoscenza.
(Per me le perle sono come le donne: le amo molto più di quanto le non le conosca),
Le perle "senza nucleo" sono un "dispetto" che l'ostrica fa ai produttori, espellendo l'innesto inserito in sede di coltivazione.
In seguito si formano poi uno o più "sacchi perliferi" che danno origine a individui privi di nucleo, perché l'ostrica continua a secernere il materiale protettivo, comunque causato da una situazione di "disagio" causata da infezioni e/o presenze estranee.
Le perle che ne risultano sono però di forma estremamente irregolare, e direi quindi che il venditore ha aggiunto aggettivi di fantasia a perle rotonde, che io credo di diversa origine.
Discorso simile per le perle Keshi ("semi di papavero", in giapponese), che sono un prodotto "secondario" della coltura delle ostriche perlifere tanto d'acqua dolce quanto di quella salata.
Accade che, dopo l'impianto, nell'ostrica penetrino altri corpi estranei; sabbia, insetti, uova, o frammenti del mantello stesso, e che quindi siano a loro volta ricoperti dalla conchiolina.
Pare che le Keshi siano ricercate e apprezzate dai collezionisti e spuntino quindi quotazioni elevate anche se ben raramente si trovano di forma rotonda.
Però hanno un "oriente" spettacoloso perché formate da una perlagione massiccia, e oltretutto si trovano assortite in colori bellissimi.
O, meglio, si troverebbero, perché i produttori di perle individuano ai raggi X le ostriche che hanno rigettato l'innesto, e procedono quindi a un nuovo impianto riducendo di conseguenza le probabilità di formazione delle Keshi.
Nulla da ridire sulle leggere irregolarità che lei ritrova sulle sue perle:
ricordi che si tratta di un prodotto che la natura ha "fabbricato" ad uno ad uno, con personalità e caratteristiche differenti:
solo le successive selezioni hanno accostato individui di caratteristiche simili, ma comunque diverse.
E meno male, altrimenti assomiglierebbero alle regolarissime e monotone biglie di plastica! :-)