- Categoria: Pietre di colore
- Visite: 9678
Smeraldi brasiliani e... informazioni di fantasia!
Salve,
ho appena scoperto questo sito di gemmologia e ho già delle domande.
Sono un ingegnere petrolifero che lavora in Brasile e con qualche rudimento di mineralogia dei corsi universitari del Politecnico.
Le pietre preziose mi sono sempre piaciute cosicché ho approfittato della mia presenza in Brasile per visitare i posti famosi per la estrazione e produzione di smeraldi, acquemarine, topazi, tormaline, ecc.
Ho ultimamente comprato degli smeraldi e ho provato a farli valutare a XXX presso dei grossisti di gioielleria e pietre preziose, ma mi é stato detto che gli smeraldi provenienti dal Brasile, a differenza dei colombiani, sono tutti trattati con Opticon, una resina che dovrebbe chiudere e mascherare eventuali fratture e imperfezioni delle pietre e che questa sostanza rende la pietra di valore inferiore agli smeraldi colombiani di Muzo.
Dando uno sguardo su internet ho letto che in realtà il trattamento con Opticon è accettato commercialmente e che la maggior parte degli smeraldi in commercio sono trattati con Opticon o oli di legno di cedro dato il simile indice di rifrazione con gli smeraldi e sembrerebbe che questo trattamento non deprezzi la pietra.
Vorrei avere il vostro parere a riguardo e sapere dove potrei fare un esame gemmologico di questi smeraldi che abbia validità internazionale e che possa essere utile per una valutazione della qualità della pietra in modo da poter fare una valutazione economica più accurata.
Grazie
Saluti
Salvatore.
Buona sera, ingegner Salvatore
condividendo la passione per le gemme, e invidiandole alquanto la residenza nel loro paradiso, le anticipo subito che chi le ha spacciato quelle "informazioni" meriterebbe, se non i pomodori in faccia, almeno qualche sonora risata...!
Educazione permettendo, ovviamente. :-)
Tanto per cominciare, le gemme in generale, e gli smeraldi in particolare, si valutano per quello che sono, e NON per la loro (presunta, nella quasi totalità dei casi) origine geografica!
E sono pronto a scommettere che se lei si fosse limitato solo a esibire i suoi grezzi a "commercianti" diversi avrebbe avuto "diagnosi" altrettanto diverse... E tutte di pura fantasia, almeno dal punto di vista mineralogico.
Come lei sa. il Brasile é quasi un continente, e le miniere di Muzo o di Chivor. in Colombia, solo un puntino sulla carta geografica:
e allora come si può escludere che in Brasile si trovino individui altrettanto belli di quelli che, per abitudine tradizionale, nel settore sono definiti "colombiani"?
Le dirò di più:
così stando (purtroppo) le cose, sono convinto che molti degli esemplari più pregiati fra quelli prodotti nelle miniere del Goyas, o di Nova Era siano poi spacciati tranquillamente come colombiani... per spuntare un prezzo maggiore!
Secondo punto dolente: i trattamenti.
Sono prassi purtroppo comune in TUTTO il mondo degli smeraldi, quindi sostenere che ne siano oggetto solo in una particolare area geografica appare come una patetica ingenuità, o una grossa castroneria.
Tantopiù che l'attrezzatura e le nozioni necessarie per il trattamento sono veramente elementari.
Impregnazione con olio incolore:
si considera come scontato, e l'alibi relativo sostiene che ciò riporterebbe il cristallo alle condizioni originarie PRIMA del taglio, operazione che gli avrebbe fatto perdere una parte dei liquidi eventualmente contenuti...
Impregnazione con olio colorato:
operazione meno innocente della precedente, perché intensifica artificialmente un colore che in origine era meno marcato.
In entrambi i casi ci si può accertare (e difendere) abbastanza facilmente con il lavaggio per immersione del soggetto in normali solventi.
Impregnazione, o meglio "stuccatura" con resine plastiche, eventualmente colorate:
vera e propria sofisticazione, meno facile da riconoscere, e a volte quasi impossibile da eliminare.
Se non preventivamente dichiarata, adeguatamente compresa e accettata senza riserve dall'acquirente equivale a una vera e propria truffa.
Terzo punto: i certificati gemmologici "internazionali".
Per quanto blasonato, un certificato gemmologico vale quanto la reputazione di chi l'ha firmato e, nel caso in particolare delle pietre di colore, le parti interessate all'acquisto procedono SEMPRE a una valutazione di persona, pezzo per pezzo.
Al suo posto io contatterei una buona taglieria (o più di una, magari) per studiare insieme l'opportunità e i costi del taglio...
e solo dopo, per ricavarne un valore attendibile, farei certificare l'origine e LO STATO NATURALE della gemma ricavata.
Le auguro grosse soddisfazioni dai suoi smeraldi ma, tornando in Brasile, si ricordi che io sono sempre alla ricerca di cristalli (di qualsiasi natura) con caratteristiche interne fotogeniche... :-)