Lo spinello: rosso: una gemma davvero deliziosa

Salve sig. Lenti, mi chiamo Carlo C. da Napoli.

Le scrivo avendo trovato il suo sito in rete per cercare delle informazioni sullo spinello.

Le spiego, ho trovato in un vecchio mobile nella cantina della casa da me acquistata tramite asta una scatolina con dentro la pietra che le ho allegato in video e sul retro la scritta ”E10-001, Spinello R, T. cuscino, ct 1,56”.

Ho cercato in Internet e ho capito che la R sta per rosso, ma già guardando la pietra e che cuscino è riferito al taglio.

Ho pure letto che gli spinelli rossi possono valere non molto a moltissimo.

Per sapere qualcosa in più, anche se sia autentico e non sintetico, ho letto sempre in rete che ci sono anche spinelli sintetici, dovrei portare questo supposto spinello a un laboratorio?

Non vorrei spendere per il laboratorio magari più del valore della stessa pietra, anche perché, se di pregio, non penso che i precedenti proprietari la avrebbero così dimenticata.

Può darmi, nei limiti di una visione a distanza, una sua opinione su questo spinello rosso, almeno da come riportato sul retro della scatolina che lo conteneva.

 

Buona sera, Carlo

pian piano ricupero molti dati del “fu” hard disk del mio Mac e credo di non aver risposto alla sua ormai anziana e.mail.

Naturalmente non sono riuscito ad aprire il video, ma lei ha precisato abbastanza dettagli da supportare qualche semplice commento.

Lo spinello rosso é, con quello blu, il “ramo” più pregiato della multicolore famiglia di gemme conosciute, utilizzate e apprezzate fin dall’antichità da papi e da sovrani assortiti, nonché da signore di buon gusto, da nobildonne raffinate e da pie donne di generose abitudini…  :-)

Tra l’altro fu a lungo confuso (almeno negli esemplari più belli) con i rubini, tanto che persino in una corona del tesoro inglese un bellissimo “rubino” (il Timur Ruby) in realtà é proprio uno spinello!

Negli esemplari di elevata caratura e di intensa saturazione cromatica il presso sale di molto ma comunque non tanto da insidiare il trono di sua maestà il rubino, dal quale so differenzia per caratteristiche ottiche perché é monorifrangente mentre il rubino ha una doppia rifrazione.

Sul mercato si trovano quantità industriali di “spinelli” sintetici, praticamente di tutti i colori, ma in realtà si tratta di “spinelloidi” con caratteristiche simili ma NON uguali a quelle del cugino naturale.

Il riconoscimento dovrebbe essere facile e, con un buon rifrattometro, quasi immediato per la lieve diversità dei valori evidenziati dai cristalli naturali rispetto a quelli sintetici.

E sempre che, con un tantino di fortuna, non si siano già individuate fin dal primo esame  (alla lente o al microscopio gemmologico) le classiche, celeberrime “strie curve” o “solchi da grammofono” come sono comunemente indicate le tracce del metodo di produzione:

la storica fusione alla fiamma inventata da monsieur Auguste Verneuil alla fine dell’800.

In ogni caso, un esame con il microscopio o col rifrattometro non le costerebbero certo una cifra impegnativa.

Tanto più che i precedenti proprietari potrebbero benissimo aver “seminato” per i cassetti cristalli assolutamente naturali.

soprattutto se fossero stati distratti come me…  :-)

 

 

Buona sera, Carlo

pian piano ricupero molti dati del “fu” hard disk del mio Mac e credo di non aver risposto alla sua ormai anziana e.mail.

Naturalmente non sono riuscito ad aprire il video, ma lei ha precisato abbastanza dettagli da supportare qualche semplice commento.

Lo spinello rosso é, con quello blu, il “ramo” più pregiato della multicolore famiglia di gemme conosciute, utilizzate e apprezzate fin dall’antichità da papi e da sovrani assortiti, nonché da signore di buon gusto, da nobildonne raffinate e da pie donne di generose abitudini…  :-)

Tra l’altro fu a lungo confuso (almeno negli esemplari più belli) con i rubini, tanto che persino in una corona del tesoro inglese un bellissimo “rubino” (il Timur Ruby) in realtà é proprio uno spinello!

Negli esemplari di elevata caratura e di intensa saturazione cromatica il presso sale di molto ma comunque non tanto da insidiare il trono di sua maestà il rubino, dal quale so differenzia per caratteristiche ottiche perché é monorifrangente mentre il rubino ha una doppia rifrazione.

Sul mercato si trovano quantità industriali di “spinelli” sintetici, praticamente di tutti i colori, ma in realtà si tratta di “spinelloidi” con caratteristiche simili ma NON uguali a quelle del cugino naturale.

Il riconoscimento dovrebbe essere facile e, con un buon rifrattometro, quasi immediato per la lieve diversità dei valori evidenziati dai cristalli naturali rispetto a quelli sintetici.

E sempre che, con un tantino di fortuna, non si siano già individuate fin dal primo esame  (alla lente o al microscopio gemmologico) le classiche, celeberrime “strie curve” o “solchi da grammofono” come sono comunemente indicate le tracce del metodo di produzione:

la storica fusione alla fiamma inventata da monsieur Auguste Verneuil alla fine dell’800.

In ogni caso, un esame con il microscopio o col rifrattometro non le costerebbero certo una cifra impegnativa.

Tanto più che i precedenti proprietari potrebbero benissimo aver “seminato” per i cassetti cristalli assolutamente naturali.

soprattutto se fossero stati distratti come me…  :-)