- Categoria: Pietre di colore
- Scritto da Gianfranco Lenti
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Sempre negli stessi testi mi sembra di vedere cenni alla pratica dell'oliatura degli smeraldi - 2 -
Gentilissimo Gianfranco,
la ringrazio della cortese risposta.
In Plinio, Nat. Hist. XXXVII, 76-77 si dice che i berilli sono lavorati dagli artigiani indiani in forma esagonale - "poliuntur omnes (berylli) sexangula figura artificum ingeniis" - perché (se ho inteso bene) i cristalli di berillo hanno naturalmente questa forma;
sempre Plinio precisa che i cristalli di berillo lavorati in altro modo "non habent fulgorem”.
Mi interessa perché nella specifica sezione sugli smeraldi Plinio non racconta nulla del genere, credo perché la categoria "smeraldi" riguardava per lui pietre verdi disparate (quarzi verdi, malachiti, ecc.), che dunque richiedevano ognuna strategie di lavorazione diverse.
Non so proprio a quale taglio moderno possa corrispondere l'antica lavorazione dei berilli:
Plinio parla forse di una semplice rottura in macrocristalli esagonali?
Le domando se è ragionevole che smeraldo e berillo, essendo mineralogicamente simili, in quelle epoche remote venissero lavorati entrambi "in forma esagonale", o comunque se le strategie per esaltare berilli e smeraldi potessero somigliarsi.
Un'ultima cosa.
Dalla sua risposta sull'oliatura mi pare di poter trarre una conclusione: se ogni smeraldo grezzo contiene del liquido-madre sostituito dall'aria nel momento in cui la gemma si lavora o si frantuma, ciò vuol dire che, all'atto di rompersi, lo smeraldo presenta una superficie di un colore verdissimo che si perde presto?
In altre parole, se mi metto al posto di uno di quegli antichi artigiani, posso immaginare che lo smeraldo ha il suo verde più bello al momento di spezzarlo/lavorarlo?
Grazie ancora
O.
Salve, Ottavio
la mia imperizia al computer mi ha regalato due giorni di black-out che, con oggi compreso nel prezzo mi hanno arricchito con 62 (sessantadue!) e.mail alle quali rispondere.
ma noi avevamo iniziato un discorso, e quindi continuo… :-)
Ai tempi di Plinio il Vecchio, e non solo, regnava una decisa confusione a proposito di specie gemmologiche, quindi le ipotesi che lei ventila sono certamente attendibili.
Ma mi permetta di ripeterle una precisazione indispensabile:
smeraldo e berillo, NON SONO mineralogicamente simili perchè… sono la stessa cosa.
Ovvero lo smeraldo E' un berillo e per la precisione é la varietà verde del berillo.
Infatti, “berillo” é il minerale di origine idrotermica che cristallizza poi dando origine a individui di forma prismatica allungata, a base esagonale.
Cristalli che sarebbero incolori, ma che derivano diverse saturazioni cromatiche grazie alla casuale presenza di elementi estranei alla sua formula chimica.
Ovvero, se nel cristallo di berillo incolore si fossero inseriti atomi di cromo o di ferro ecco che l’individuo assumerebbe il pregiato e ricercatissimo colore verde.
Stesso discorso per la morganite (rosa) e l’acquamarina (verde o celeste).
Quanto al liquido di formazione EVENTUALMENTE presente in alcuni smeraldi, si tratta di un’evidenza davvero microscopica, la cui perdita al momento del taglio non pone problemi drammatici.
Almeno, non secondo me, e soprattutto NON tali da giustificare un’opera di cosmesi gemmologica.
In ultimo, la direzione di taglio del grezzo PUO’ essere influenzata da un'eventuale non omogenea distribuzione del colore nel grezzo, quindi il tagliatore orienterà la tavola della gemme per una direzione particolarmente felice a proposito della distribuzione e della saturazione del colore nel pezzo finale.