L’ametista dato il suo colore non mi convince potrebbe essere trattata.

Salve signor Lenti
sono Tommaso da verona ci siamo gia sentiti e mi ha dato esaustive per cui ho pensato di proporle questo quesito: qui a malta ho comperato questo anello in oro bianco con ametista comtornata di diamanti sulla montatura.

E in oro bianco tenore 14 kt e prodotto in Polonia per la prestigiosa marca XXX.

Solitamente mi appassionano più oggetti d epoca ma stavolta visto il buon prezzo dell’usato ho fatto un’eccezione .

Ecco la domanda : l’ametista dato il suo colore non mi convince potrebbe essere trattata.

Esiste qualche metodo con cui anche l'amatore può fare controlli?

Io dispongo solamente del mio occhio e di un microscopio digitale da computer da 10 60 200x.

Inoltre la pietra presenta dei lievi graffi sulla faccia principale ed esposta esterna al castone si può fare un polish o qualcosa per migliorarla o almeno ridurre l’evidenza di tali graffi ??

La ringrazio ancora per le sue sempre esaustive risposte e per la passione che traspare dalle sue parole .

L’ammiro e non nascondo un pizzico di invidia quando descrive i viaggi ai confini della terra.

Saluti

Tommaso giovane appassionato.


Salve, Tommaso

ripesco casualmente e soltanto adesso la sua e.mail, e me ne scuso, ma era finita fra il maledetto spam che un filtro dovrebbe separare dalla corrispondenza…

Le sue foto mostrano un anello di linee moderne che presenta un’ametista di un bellissimo colore:
perché mai non la dovrebbe convincere?

Tanto per la precisione, il quarzo proprio nella varietà ametista si presenta con un’infinità di livelli cromatici, che spaziano dalle saturazioni più lievi fino al violetto più intenso.

Per riscaldamento (a temperature inferiori a 300°) si potrebbe ottenere un’intensificazione del colore, che però non sarebbe stabile…

E non sarebbe nemmeno molto conveniente perché l’ametista sintetica si trova in quantità industriali e di ottima qualità.

Non conosco i microscopi elettronici amatoriali, e le dimostrazioni dei “mostri” da ricerca non mi hanno certo messo in grado di conoscerne le potenzialità… gemmologiche.

Però l’osservazione ottica, quella che utilizzo io, le permetterebbe “solo” di distinguere i cristalli naturali da quelli sintetici, nel caso avesse la fortuna di trovarvi inclusioni tipiche e sicuramente classificabili.

E non a caso ho usato il termine fortuna perché tanto nei quarzi sintetici quanto negli esemplari naturali (specie di grandi dimensioni) si trovano ampie zone perfettamente prive di qualsiasi caratteristica significativa.

Zone che indubbiamente regalano esemplari di pregio, ma che per l’analisi gemmologica sono davvero impegnative.

In ogni caso, e se escludiamo le fortuite presenze di cui sopra, non esistono metodi “alla buona” per acquisire informazioni probanti.

Buone notizie invece per i graffi superficiali e/o anche per piccole scheggiature:
una veloce lucidatura riporterebbe il cristallo all’antico splendore, e se non ci fossero ritocchi da fare su piani diversi dalla tavola, il tutto sarebbe anche a buon mercato.

E’ chiaro però che se fosse necessario smontare l’ametista per fare un lavoro come si deve, allora sarebbe il caso di concordare prima il costo dell’intervento.