I rubini “Sangue di Piccione"? Sono di competenza del Conte Gemmodracula.

Salve, sono L, ci siamo sentiti qualche mese riguardo all'acquisto di un mio cliente di un diamante che poi ha fatto smontare e rimontare e mi ha accusato di avergli dato una pietra diversa da quella che era descritta nel certificato, cosa che si è risolta tramite legale nel miglior dei modi possibili, cioè il giudice a detto che non può dimostrare che quella diamante sia il mio, una volta smontata non è più riconoscibile come la stessa pietra montata, grazie a dio si è chiusa con una sentenza breve e precisa senza danni per nessuno…
almeno per me!

La contattavo riguardo a una richiesta, un mio cliente mi ha chiesto un rubino colore sangue di piccione con un peso tra i 2/3 ct, il problema e che io ho trovato alcune pietre ma nessuno mi certifica le pietre come color sangue di piccione, perchè mi hanno detto che è un termine usato più a livello commerciale che come terminologia tecnica.

Vorrei sapere, se non la disturbo cosa ne pensa in merito a quello che mi hanno detto, colgo l'occasione per salutarla e ringraziarla della sua disponibilità.

 

Salve L.

a parte dio, credo proprio che lei debba ringraziare il buon senso di un giudice che in tempi encomiabilmente brevi ha saputo emettere un giudizio sensato!

Anzi, ripeto qui sotto la pubblicazione della prima corrispondenza in proposito per documentare come, in senso generale, basterebbe poco per risolvere molti dei nostri problemi.

Quanto al rubino “sangue di piccione” le anticipo subito che é emigrato via definitiva nel Paese dell’Araba Fenice. :-)

Complimenti per la serietà dei suoi fornitori che, pur a costo di perdere una vendita, non sono scesi al misero compromesso di “certificare”… il nulla!

Perchè si, é vero, “sangue di piccione” é un termine usato in tempi ormai remoti per enfatizzare la descrizione di certo “rosso” che avrebbe rappresentato il massimo della rarità e, addirittura, della bellezza!

Un termine però che NON é stato codificato (sarebbe stato impossibile oltre che inutile…) in termini colorimetrici, quale che fosse lo Standard ipotizzato.

Faccia presente al suo cliente che il colore é SOLO UNA delle caratteristiche da valutare nelle gemme, ma anche se fosse l’unica, il gradimento umano avrebbe certamente un’infinità di gusti e quindi di metri di giudizio.

Quindi conduca per mano il suo cliente a più confronti, attenti e standardizzati nella medesima luce, confronti dai quali scaturirà una scelta convinta e soddisfacente.

Oltretutto senza la necessità d’impallinare uno di quei dannati, incontinenti pennuti per avere la materia prima per un trucido confronto cromatico!.

Tra l’altro, con le ristrettezze che il tosco Matteo non è ancora riuscito a eliminare è anche probabile che persino i piccioni debbano tirare la cinghia:
e allora pensi a quale gemmocatastrofe sarebbe se ci capitasse allora di utilizzare un piccione anemico… Brrr! :-)


—- Ed ecco la copia della precedente e.mail pubblicata —-

Il cliente mi accusa di truffa: il diamante non corrisponderebbe alla mia garanzia.

Salve, sono un artigiano orafo, ho venduto una DIAMANTE da 1,39 ct a un mio cliente che prima l'ha vista poi la comparata con altre che avevo in negozio e alla fine l'ha scelta,

Prima di fargli la montatura gli ho chiesto se volesse avere un certificato da un istituto oppure uno scritto di proprio pugno ,alla fine ha deciso di non volere un certificato di un istituto.

Una volta commissionato il tipo di montatura con relativi diamanti da montare sul gambo ho provveduto a dargli un mio certificato dove esprimevo il peso il colore e la purezza:

ct 1,XX
clarity VS
F Color

A distanza di qualche mese fa smontare il diamante e lo fa rimontare su un altra montatura,, per poi farlo smontare nuovamente e farlo certificare a un gemmologo della zona (HRD), trovando il diamante:
ct 1,XX
clarity: P2
G color.

Mi ha richiamato accusandomi di averlo truffato, l'anello pesava 8 grammi con un contorno di 0.XX ct di diamanti sul gambo e una settimana di lavoro partendo dal modello in cera al modello terminale in oro bianco più incastonatura dei diamanti il tutto a X.XX0 euro, ora le chiedo quanto e importante il mio certificato fatto senza essere un gemmologo?

E se una volta smontato il diamante dalla mia montatura il mio certificato é sempre valido?

Ho la fattura d'acquisto del diamante che mi costa X:X00 euro e tutto il lavoro più il materiale usato posso veramente essere denunciato per truffa?

Premesso che non sia un avvocato se sarebbe in grado di darmi un suo parere su tutta sta situazione, la ringrazio della sua gentile disponibilità.


Buona sera, L.

la ringrazio per la fiducia, e per quanto vale eccole una foto della situazione come io la vedo.

La legge (finalmente, la NUOVA legge in tema) presuppone la responsabilità diretta e completa del venditore (lei) verso il cliente (il privato), e quest’ultimo ha ora un diritto di recesso e delle garanzie ben superiori al passato a tutela dei suoi acquisti.

E questo é un bene, per tutelare non solo il mercato, ma innanzitutto gli operatori competenti e onesti: 

quelli cioé che non vendono solo fumo, chiacchiere e specchietti per allodole.

Quanto poi alla contestazione di cui lei sarebbe oggetto, a distanza di tempo (quanto?) e previ ben DUE smontaggi del diamante per cambio di montatura qualsiasi avvocato la difenderebbe facilmente anche solo sostenendo che allo stato attuale dei fatti NESSUNO saprebbe ragionevolmente provare che la gemma in contestazione sia sempre la stessa…

Perché suppongo che il diamante NON fosse corredato in origine da una (NITIDA!) foto al microscopio, una ripresa che ne permetterebbe la sicura identificazione e la relativa attribuzione, nei secoli dei secoli a venire.

E questo chiuderebbe il problema giuridico, pur se al prezzo di una spesa non prevista e di tanta, tanta amarezza.

Ma siccome lei continuerà a incrociare il furibondo cliente, magari concittadino in una città non grandissima, sarà opportuno sottolineare anche qualcosa in più delle paventate conseguenze legali.

Intanto, mi complimento per l’assunzione diretta di responsabilità professionale nel redigere in prima persona il certificato di garanzia con cui a suo tempo corredò la gemma, e spero vivamente che il suo fornitore le abbia corredato il diamante con attribuzioni descrittive appropriate e veritiere.

Lo spero e le auguro davvero che sulla fattura siano indicati proprio quegli estremi gemmologici che ora sarebbero in contestazione.

Ripeto, SAREBBERO se fosse in dubbio la corrispondenza della gemma attuale con quella che lei montò a suo tempo…

Ovvio che se lei riconoscesse per suo il diamante, allora il problema si sposterebbe sui livelli qualitativi attribuiti poi dal gemmologo consultato successivamente.

Qui ci sarebbe allora molta materia di discussione, perché i gradi di Clarity e di Color equivalgono a dei “voti” che l’operatore assegna al soggetto.

E pur con le migliori attrezzature i confronti più accurati rimarrebbero certo alcune consistenti aree d’incertezza, con le quali qualcuno come me potrebbe, se nominato magari in affiancamento come perito di parte, andare a nozze per settimane.

Per costose settimane, sia chiaro, e le assicuro che il successo finale dipenderebbe (secondo me) più dalla capacità istrionico/oratoria delle parti piuttosto che non dal “peso” di certe deduzioni gemmoanalitiche…

Non si scandalizzi, ma senza vedere il diamante io posso solo “puntare il dito contro le nuvole” e, almeno, sperare che il gemmologo HRD (istituto serio, a quanto mi consta) voglia dettagliare i particolari determinanti della sua diagnosi.

Capisco il suo sconcerto, ma in tutta franchezza mi sembra che che tutta la questione non sia molto più seria di una tempesta in un bicchier d’acqua.
E con tutto il rispetto per le opinioni altrui, le sottolineo che certe attribuzioni qualitative sono economicamente davvero MOLTO importanti SOLO ai gradi più alti delle scale merceologiche del diamante, mentre al livello dell’esemplare descritto si tratta di solito “a corpo”, ovvero concludendo con un “visto e piaciuto”.

Previa accurata ed esaustiva descrizione illustrativa della gemma, a scanso di successivi dubbi e ripensamenti.

Si, perché UN GRADO di Colore e soprattuto DUE GRADI di Clarity in meno sono una differenza piuttosto consistente, almeno dal punto di vista tecnico ma, e sempre secondo me, molto meno significativa da quello economico perché siamo nella zona SI / P.

Tanto da NON giustificare l’accusa di scorrettezza né tantomeno di truffa che le é stata ventilata, un reato che oltretutto il Codice Civile descrive in modo diverso:
sarebbe infatti truffa se lei avesse fornito un cubic zirconia o una moissianite definendoli “diamante”, fatto che invece non si é verificata.

Quindi la controparte (e, ripeto, sempre che lei riconosca nel diamante di cui sopra come la gemma da lei venduta) potrebbe SOLO contestarle il prezzo di vendita, e a patto che l’analisi qualitativa del gemmologo HRD sia effettivamente attendibile.

Ora, contestazioni e successive disquisizioni tecniche a parte, se volessimo entrare nel merito dei valori che lei mi ha indicato io potrei tranquillamente sostenere che lei sia attenuto a quotazioni particolarmente “basse” per il lavoro fatto sul gioiello poi fornito.

E questo ANCHE se le suddette valutazioni del gemmologo HRD risultassero assolutamente attendibili e quindi condivisibili NEL LORO COMPLESSO.

Le raccomando quindi la calma più prudente, e se volesse telefonarmi forse potrei suggerirle ancora qualche argomento con cui (tentare di) calmare l’inferocito interlocutore.

Quell’irato antagonista che avvolto nel barakan e tirato fuor di naftalina il turbante, nel frattempo avrà fatto affilare la scimitarra sognando la vendetta in uno scontro all’ultimo sangue. :-)

Spero che lei riesca a riallacciare un dialogo finalmente chiarificatrice col cliente, magari alla presenza del gemmologo che dovrebbe dettagliare con parole meno “drastiche” le sue sintetiche, e quindi magari fuorvianti, deduzioni.

Auguri.