Come può un anello con uno zaffiro grande quasi il doppio costare meno di uno con lo zaffiro grande quasi la metà?

Buonasera sig. Lenti,

Innanzitutto, complimenti per il sito, per la gentilezza e anche l'ironia che mette in ogni sua risposta, trovo lei sia una persona davvero brillante, come un diamante ben tagliato! :-)

Ma non è per un diamante che invoco il suo aiuto, bensì per uno zaffiro da 0.83 ct che, dalla vetrina di una gioielleria, con lampi azzurrognoli, mi ha letteralmente stregata.

Dirà: "se l'ha stregata, allora il problema dov’è?"

Semplicemente in una mia perplessità:
questo zaffiro ha un colore più tenue rispetto a tutti gli altri che ho visto fin ora, che variavano da un blu cupo, solido, senza trasparenza, al classico blu elettrico;

questa gemma è di un blu più chiaro, ceruleo ma comunque non azzurro ed è molto luminoso data anche la buona trasparenza e, a occhio, l'assenza di inclusioni.

Lo zaffiro è montato in un anello ed è circondato da una corona di 0.19 ct di diamantini color G, clarity IF (così mi è stato riferito).

Già con la coda fra le gambe, pensando a un prezzo ben fuori dal mio budget, mi sono addentrata nella gioielleria per chiedere informazioni e per togliermi almeno lo sfizio di tenere in mano quel piccolo splendore.

Risultato del mio ardire?

Ho scoperto che il prezzo dell'anello è di XXX €, molto ma molto meno di quel che mi aspettavo e addirittura meno di altri anelli con zaffiro e corona di diamantini che avevo visto in precedenza.

Per esempio, in un altra gioielleria mi è stato proposto un anello con uno zaffiro blu scuro, ma un po poco luminoso, di 0.52 ct e circondato da una corona di diamantini di cui non mi hanno saputo specificare molto, a un prezzo superiore, ben XXX €.

Mi chiedo come sia possibile una tale differenza?

Mettiamo a parità di diamanti, come può un anello con uno zaffiro grande quasi il doppio costare meno di uno con lo zaffiro grande quasi la metà?

È forse lo splendido colore più chiaro, che mi ha tanto colpita e mi ha fatta innamorare a pregiudicare il valore di quello zaffiro?

Se fosse solo per il colore più chiaro, come si suol dire, “me ne infischierei alla grande” dato che io quel colore lo trovo assolutamente splendido e correrei appena possibile a prenderlo.

Spero davvero mi sappia chiarire questo “mistero” e nel frattempo le auguro una splendida serata. :)

Cordiali saluti,
Jasmine.


Buona sera, Jasmine

grazie per il brillante e soprattutto generoso accostamento del sottoscritto con il diamante:
di solito il parallelo riguarda l'equivalente durezza della mia testa con quella prezioso cristallo, ma ho sempre voluto credere che si tratti di un’adulazione… :-)

E a proposito di pietre preziose per favore non mi addebiti un eccesso di pignoleria se le dico che né le gemme né le donne si “invocano”:
si amano, e tanto basta, almeno fin che dura l’amore.

Basta, o almeno dovrebbe bastare perché lei prima m’accende di un travolgente entusiasmo per uno stupendo zaffiro dal delizioso celeste “glicine” (ho indovinato?) e poi scivola d’ala, anzi addirittura stalla rovinosamente con delle considerazioni economiche che non starebbero in piedi nemmeno appoggiate a un albero!

Ma andiamo per ordine:

Lo zaffiro che tanto l’ha colpita e che lei descrive con tanto calore rappresenta una delle tante, diverse saturazioni (intensità) di colore in cui si presenta questa deliziosa gemma:
dal blu scuro con riflessi verdi più o meno evidenti al blu profondo di certi esemplari particolarmente appetiti e apprezzati, fino al blu elettrico e quasi violetto di certe “new entry” di provenienza malgascia, pare.

E poi c’é “il nostro” zaffiro tinta fiordaliso (o Jacaranda, come dicono in Africa) che da noi é chiamato in gergo “Ceylon”.
Sottolineo in gergo perché indicare una provenienza geografica é una grossa, doppia sciocchezza:

perché mortifica sia l’universale bellezza di tante gemme, sia la professionalità di tanti gemmocommercianti che dovrebbero usare almeno la forma dubitativa a proposito di soggetti che non hanno estratto di persona dall’originario giacimento.

Appassionato osservatore e collezionista di caratteristiche interne sono un tantinello indifferente agli estatici entusiasmi di chi vede la bellezza SOLO nell’assenza di quelle inimitabili firme che la natura (e SOLO la natura) lascia a volte dentro una gemma…

Ma "de gustibus" :-)

In compenso, e per ritornare sul delicato e seducente colore dello zaffiro ammaliatore le suggerisco di continuare il pellegrinaggio per le vetrine della sua bellissima città:
magari potrebbe scoprire che un gioielliere di particolare buon gusto esibisce invece delle favolose tanzaniti proprio nel colore che lei e io amiamo, e che oltretutto hanno il pregio di NON essere sulla vetta dei prezzi.

Basta, per ora, con i lirici gemmovolteggi e parliamo della vile pecunia, quella che lei tira in ballo a colpi di spietati - e ingiustificati - confronti.

Non entro in merito ai suoi esempi perché, malgrado siano in molti/e a chiedermelo, io continuo a lucidare invano la mia sfera di cristallo e pertanto non posso giudicare.

Ma sappia che uno zaffiro grande quanto una mandorla potrebbe costare una fortuna, oppure essere sparpagliato insieme a tanti fratelli (allo stato grezzo) al posto della sabbia nei posacenere dell’aeroporto di Bangkok.

Lei stessa accenna a trasparenze, e a intensità (saturazione) di colore, a cui aggiungere le altre caratteristiche che, oltre a rendere unico quel soggetto, ne determinano quella bellezza e quel grado di rarità dalle quali deriva poi un valore commerciale.

Nel contraccambiare l’augurio per una piacevole serata spero vorrà gioire con me per le quotazioni inferiori che il nostro bel cristallo celeste ancora ci concede:
non lo dica a nessuno, ma temo che la cuccagna non durerà per sempre:

altro che “pregiudicare il valore"!