Televendite e dintorni: un gemito di dolore o un urlo di battaglia?

Gent.mo Sig. Lenti
ho letto le lettere pubblicate sul suo sito, e mi sono fatto di lei l'idea di una persona a cui piace parlare di argomenti connessi alle gemme, per il puro piacere di farlo.

Mi sono preso perciò la libertà di scriverle una (ahimé lunga) email concernente alcuini dubbi che mi sono sorti di recente.

Come tanti e tante mi sono imbattuto di recente in un canale di televendite di gioielli di un'azienda con sede in diversi paesi europei, basata sulla "vendita diretta" di quanto prodotto in un laboratorio sito in Chanthaburi, azienda che non nomino confidando sul fatto che ciò a cui mi riferisco non le sarà sconosciuto, se non altro perché credo che come me qualcun altro Le avrà scritto in merito.

Mi permetto ciononostante di raccontarle ciò che più mi ha colpito di queste trasmissioni.

A sentir loro, comprare le loro pietre è un'operazione del tutto sicura... il ritornello durante le trasmissioni è "portatelo al vostro gioielliere e fatelo valutare, vedrete che a volerla comprare sul mercato normale avreste speso almeno n volte" ...con n che è due, tre, cinque, ma a volte arriva anche a dieci.

Un altro tormentone è "se siete un giolielliere comprate questo pavè, smontate le pietre e rivendetele come solitari, ci guadagnerete dieci volte" e così via.

Soprattutto la frase più tentatrice è "potreste smontare questo gioiello con cinque pietre, farvi un solitario e due orecchini, lasciare due pietre al gioielliere, e riceverete pure il resto..." quasi fosse un acquisto di denaro contante a prezzi scontati... insomma un regalo.

Sul perché si realizzi questo miracolo dell'economia le ragioni fornite sono sostanzialmente due: la prima è "abbiamo acquistato queste pietre dieci anni fa e ve le rivendiamo a quanto le abbiamo pagate" (un tal grado di altruismo è assolutamente inquietante)... e l'altra è che "noi realizziamo in casa tutto, dall'acquisto del minerale grezzo alla confezione del prodotto finito, quindi eliminiamo tutti i passaggi intermedi”.

Il tutto condito dal mantra del diritto di recesso "avete 14 giorni lavorativi per restituircelo, potrete farlo stimare con tutta calma”.

Attenzione: sempre se il pezzo non è stato smontato o manomesso in alcun modo... e qui già si intravedono sviluppi inquietanti... dimostrare che un oggetto non è stato manomesso senza un previo accordo tra le parti su cosa dovrebbe essere l'apparenza di un oggetto non manomesso è un pò come sfuggire alle accuse di lesa maestà in un regime totalitario... (senza parlare del fatto che se faccio stimare una pietra e mi dicono che è un falso non dovrei limitarmi a restituirla, ma dovrei denunciarli per truffa…

Però dato che siamo in italia, tribunali, giudici e avvocati sono una tal perdita di tempo e di soldi che mi si accorcia la vita anche solo a pensarci).

La chiave di volta di tutto l'impianto è che "tutte le pietre sono corredate di certificato redatto secondo le direttive emesse dagli organismi internazionali" (che per quanto ne so sono molti e non sono d'accordo neanche tra di loro…

Inoltre quali sarebbero quelli a cui loro si riferiscono non è dato sapere... altro campanello d'allarme che mi si accende in testa).

Con tutte queste assicurazioni (e con la mia indole sospettosa istigata al massimo grado), decido di fare una prova e acquisto due orecchini in argento con zircone azzurro "Ratanakiri", per la somma di circa 35 euro, che, poco o tanto che sia, considero spesa unicamente per soddisfare la mia curiosità.

Domando informazioni su eventuali trattamenti delle pietre durante la registrazione e mi spiegano che avrei ricevuto una pubblicazione in cui erano elencati tutti i tipi di gemme con i loro trattamenti (il che viene ingenuamente interpretato da me come una specie di "bugiardino" cumulativo per tutti gli articoli, da inviarsi una volta per tutte... neanche una brutta idea, nell'ottica che il cliente continui a comprare da loro).

Ricevo dunque regolarmente quanto acquistato, la loro pubblicazione intitolata "L'esperto compratore di gemme", ma soprattutto ricevo il famoso certificato, che riporta però solamente la seguente dicitura (oltre alla foto del monile, al peso dell'argento e al suo titolo): "Zircone Ratanakiri / taglio ovale / 6x4 mm ca. / 2 pietre / peso totale 1.39 ct /

Provenienza Cambogia".

Io mi aspettavo anche la dichiarazione dell'eventuale trattamento della pietra e del tipo di tale trattamento, della quale però non v'è traccia.

Consulto la pubblicazione e mi accorgo che è un libro del tutto generale, con informazioni di base e una serie di schede dedicare alle varie pietre colorate. In appendice la famosa tabella che riporta però non i trattamenti effettuati da loro, ma quelli "correntemente in uso", specificando che secondo le linee guida della WJC/CIBJO "tutti i gioiellieri dovrebbero essere consapevoli dei trattamenti a cui sono state sottoposte le gemme da loro vendute e rendere queste informazioni disponibili ai loro acquirenti"... cosa che perciò mi sarei aspettato di veder riportata sul certificato. In ogni caso la famigerata tabella riporta per lo zircone il semplice riscaldamento, avvisando che la pietra può sbiadire se esposta alla luce solare per troppo tempo, e quindi, dato che gli orecchini non sono brutti, rifetto sul fatto che non avrei pagato di meno per dei monili con incastonato del vetro "swarovski" e quindi me li tengo.

Dopo qualche tempo mi capita di vedere, nel loro palinsesto, uno speciale di un'intera mezza giornata dedicata allo zaffiro "Padparadscha”.

Siccome è una pietra che mi ha sempre affascinato (e per la quale mi hanno sempre prospettato prezzi inaccessibili e favolosi), guardo la trasmissione e comincio a notare che i prezzi non sono affatto inaccessibili... ad esempio 70 euro per una pietra di mezzo carato.

Essendo già loro cliente posso accedere al loro centro servizi per prendere informazioni e così faccio loro alcune domande:

"questi zaffiri sono trattati? - Sì, come tutti gli zaffiri. - Bene, ma che tipo di trattamento hanno subito? riscaldamento? -

Sì, il riscaldamento è un trattamento usuale per questo tipo di pietre:

nel libro che ha ricevuto ci sono elencati tutti i trattamenti che subiscono le pietre -

Ma sono stati fatti anche altri trattamenti? come ad esempio l'irraggiamento, la diffusione di berillio... rilasciate anche dei certificati aggiuntivi, magari pagandoli a parte, con maggiori specifiche? - Attenda in linea che chiedo ai miei colleghi... dopo un pò torna e dice: no, signore, tutte le nostre pietre sono al 100% pietre NATURALI, e l'unico certificato disponibile è quello che mandiamo...".

Il che mi sembra una dichiarazione un pò capziosa:

a quanto pare, quindi, una pietra naturale, anche se trattata, è sempre una pietra naturale, nel senso che non è una pietra sintetica... tutto sta nell'aggettivo "naturale"... se si ammette che una pietra naturale, subìta una manipolazione qualsiasi, continua ad essere naturale, allora vale tutto, e "naturale" significa soltanto che il materiale di partenza non è sintetico... ma se un turchese può essere (secondo la famosa tabella) oliato cerato plastificato e addirittura tinto, e restare 'naturale'... quasi quasi è più "sincero" un pezzo sintetico.

Comunque la tabella distingueva tra "Zaffiro Padparadscha" a cui attribuiva il solo riscaldamento, e "Zaffiro color Padparadscha" a cui attribuiva anche la diffusione di berillio, ma per entrambi i trattamenti specifica "questo trattamento serve per migliorare o anche PRODURRE (!!) il colore”.

Nel dubbio decido di non comprare nulla, ma mi cade l'occhio sulla riga "Rubino": riscaldamento, anche con vetro al piombo, anche colorato di arancione per migliorare il colore della pietra, e/o per riempire fratture e cavità; anche stuccatura e/o diffusione di berillio... praticamente della mia "idea del rubino" non rimane nulla... prendo un corindone tutto fessurato più o meno color tra-sù-de-ciucc, lo scaldo con del vetro arancione e del berillio (o del crisoberillo NATURALE, in modo da poter dire "a Chanthaburi non si aggiungono ingredienti chimici né tanomeno berillio"), e viene fuori un rubino "rosso tanzania tripla A"... venduto al fantastico prezzo di ...70 euro per mezzo carato (ho visto anche questo).

Allora quadra tutto... come lessi in un articolo di A. Scarani, a Chanthaburi prendono materiale che in passato sarebbe stato semplicemente macinato per farne abrasivi e lo "migliorano"... e, aggiungo io, lo vendono anche a soli dieci euro a pietra di cui nove sono tutto guadagno... altro che riserve vintage a prezzi di realizzo ed eliminazione dei passaggi intermedi della filiera...

Lei mi dirà "nessuno la obbliga a comprare da questi signori, se tali e tanti sono i dubbi"... e qui arriviamo al punto.

Anche altri rubini che io ho comprato in passato da altri gioiellieri sono stati certificati su un pezzo di carta intestata scritta a mano semplicemente come "rubino naturale di tot carati tagliato così e di misura cosà" senza dire altro... perciò anche per questi devo supporre (o temere) che la loro naturalità sia come la castità di certe signore che si incontrano andando per strade non propriamente cittadine?

Cosa vieta ad un gioielliere di fare incetta di queste pietre per poi proporle a prezzi decuplicati, visto che basta scrivere su un pezzo di carta intestata "rubino naturale" e si è a posto anche di fronte alla legge?

Se io volessi fare una perizia per questo tipo di pietre, quanto costerebbe svelare i vari trattamenti? Non dico il riscaldamento o la termodiffusione al berillio, che a quanto pare sono difficilissimi da individuare, ma almeno il riempimento con vetro colorato... un conto è che il colore del materiale naturale sia quello finale, e che il vetro faccia semplicemetne sparire le fratture, un conto è che prendo un cristallo lilla e lo faccio diventare rosso…

Ma se devo spendere cento euro per una pietra che ne costa trecento, scoprire che se l'avessi vista "al naturale" non l'avrei presa neanche regalata (come gioiello... altro discorso è il cristallo da osservare, magari al microscopio).

Ho visto in un negozio degli smeraldi così perfetti da sembrare pezzi di vetro... alle mie domande la commessa rispose "tutte le gemme sono migliorate perché il mercato richiede colori più vividi"... sì, ma migliorati come? oliati cerati, incollati con l'attak... -- non saprei... se vuole le possiamo fare il preventivo dello stesso gioiello ma con smeraldo "naturale" (a questo punto il riferimento alla pièce surreale di Achille Campanile su naturale e minerale è d'obbligo).

E infine come dovrei fare per tutelarmi da eventuali periti "furbetti" che trasformano acquamarina in topazio con la sola imposizione delle mani?

Fare una fotografia al microscopio della pietra e farla timbrare e firmare?

Non vedo altre soluzioni, ma magari lei ha in mente metodi più efficaci...

Con queste premesse, non posso più guardare al mondo delle pietre preziose con occhio "rispettoso"... d'ora in poi solo bigiotteria e pietre sintetiche?

Capisco che forse sono io che ho un'idea un po' "romantica" o "anni 70" (del che non mi meraviglio, essendoci cresciuto) delle pietre preziose, ma allora qual è il giusto atteggiamento da tenere? Cosa, secondo lei, ci si deve aspettare entrando in una gioielleria, e cosa ci si deve rassegnare a non trovarci?

La ringrazio per la pazienza, e mi farebbe molto piacere ricevere una sua cortese risposta.

Nel frattempo le porgo i miei migliori saluti.
Costantino.


Salve, Costantino

si, la sua e.mail é un tantino abbondante, ma spero che siano in molti a leggerla perché é scritta in modo piacevole… e attendibile, oltre che in larga parte condivisibile.

Mi permetta però di sorvolare senza rimorsi sulle amenità del televenditore e di quelle spacciate poi dalla sua organizzazione perché sarebbe solo una ripetizione di quanto ho già sostenuto fino alla noia.

E poi ciascuno é libero di farsi abbindolare come crede, visto che gli argomenti spaziano dal romantico-monetario fino a un sussiegoso pseudo-scientifico turpiloquio, no? :-)

I punti più significativi però non possono essere disattesi, e lei ha descritto perfettamente la situazione d’impotenza che deriva dallo stato della “giustizia” nostrana:
quindi anche le leggi migliori sono utili più o meno quanto le foglie d’autunno.

Io continuo a imbufalirmi quando vedo “garanzie” e “descrizioni” che sono solo mezzi eclatanti per confondere e quindi per truffare gli acquirenti, purtroppo sfruttando le troppe imprecisioni e/o ambiguità che la lingua di Dante consente.

Già, perché definire tout court “naturale” un corindone vetrificato o termodiffuso é, a mio parere, una porcata bella e buona, a cui (anche se opportuno) non sarebbe comunque sufficiente sostituire la dizione “di origine naturale” SENZA una dettagliata descrizione della sofisticazione posta in essere.

Non condivido l’ipotetica alternativa verso i cristalli sintetici, che sono anche interessanti soggetti di studio ma, almeno per me, nulla di più.

Con un minimo di strumentazione gemmologica, e relativa formazione professionale, tutti gli interessati al settore potrebbero e dovrebbero poter parlare con cognizione di causa e, comunque, saper evitare termini dei quali non si padroneggia il significato né si può garantire la corrispondenza merceologica.

E quindi mettiamo in gioco anche la competenza di tanti operatori di fresco e magari anche di antico pelo, sui quali non é più il caso di mantenere il solito, pietoso velo di riserbo.

Ragionevoli comunque i costi d’analisi per la ricerca e l’individuazione di eventuali trattamenti, tenendo presente che le casistiche presentano un ventaglio di difficoltà crescenti.

Condivido con lei il “gemmoromanticismo”, ma le precauzioni che lei ipotizza sono in pratica del tutto inapplicabili…

Almeno per le gemme di una fascia di prezzi medio-bassi.

Quindi le suggerirei di cercare con calma un fornitore che le possa dare le sperate garanzie di competenza e di onestà a cui affidare i pregiati e sudati gemmorisparmi. :-)