Orrore: ma davvero si definisce gemmologia?

aro Gianfranco,

come va?
Vedo con piacere che hai ripreso a pubblicare domande e risposte, dopo un po’ che eravamo fermi all’acquamarina verde…

Ed è proprio di un’acquamarina che ti voglio parlare.

Poco prima di Natale dello scorso anno, il mio orafo ha procurato, tramite il suo fornitore di gemme, una splendida acquamarina per un mio carissimo amico.

Gli aveva chiesto se fosse interessato ad avere la certificazione, ma non l’ha ritenuto necessario: si è fidato.

E ha fatto male, comunque detto col senno di poi.

Ho visto anch’io la pietra, ed era molto bella, di taglio ovale e con un colore intenso.

L’ha regalata così com’era alla moglie per Natale.

Circa un mese fa ha portato la pietra da un’orafa, che è anche (così pare) gemmologa, per farla montare su di un anello.

Dimenticavo di dirti che il mio amico non è di Milano (qui ci lavora soltanto) ma di una città del centro Italia.

Quest’orafa, vedendo la pietra, si è meravigliata che fosse così bella e ha chiesto di poterla analizzare.

Il mio amico, forse un po’ ingenuamente, gliel’ha lasciata.

Passate tre settimane e rotti, gli ha detto che non di un’acquamarina si trattava, bensì di un topazio azzurro…

Puoi immaginare come ci sono rimasta quando me lo ha detto.

Ho subito chiamato il mio orafo, della cui buona fede non dubito assolutamente, e lui, che a sua volta ha la massima fiducia nel suo fornitore, mi ha detto che se l’acquamarina è diventata un topazio è perché gliel’hanno sostituita…

Ora, io non entro nel merito della faccenda, perché so bene che in questi casi c’è solo da rodersi il fegato.

Però vorrei che tu mi togliessi una curiosità: quanto tempo ci vuole, avendo l’attrezzatura che serve, a stabilire se una pietra è un topazio o un’acquamarina?

Tre settimane mi sembrerebbero un po’ tantine. Inoltre, mentre io metterei volentieri la mano sul fuoco per il mio orafo, altrettanto non se la sente di fare il mio amico per la sua, che conosce da poco.

E dopo questa grana, una bella notizia: a dicembre arriverà un ciondolo (estorto a mio marito con i sistemi che solo noi donne, anche se un po’ avanti negli anni, sappiamo usare) composto da tre diamanti, di cui due “particolari”.

Quello più in alto è un diamante a goccia “glacé” color champagne, taglio sfaccettato, il centrale è un classico diamante bianco taglio brillante, e infine quello in basso è un diamante a goccia “glacé” di colore rosso, il più grande tra tutti e tre.

Il tutto montato in oro giallo e infilato su di una classica catenina.

E’ una delizia, secondo me.

Già mi vedo le mie tre nipotine che se lo contendono, come fanno sempre quando ho indosso un nuovo (per loro) gioiello.

Ti auguro tante cose belle e ti ringrazio in anticipo per la tua risposta.

Un abbraccio.

Maria Rosaria

 

Buona sera, Maria Rosaria

le tue e.mail finiscono sempre per essere un balsamo per gemmoanime sofferenti, e quindi ti faccio innanzitutto i complimenti per l’entusiasmo che trasmetti nel comunicare i tuoi gemmoprogetti…
Con relativi sviluppi futuri a favore di precoci e ben orientate nipotine. :-)

E quando il ciondolo sarà finito, per favore mandamene una foto perché, se poi mi autorizzassi a pubblicarla, mi impegno fin d’ora a manifestare comprensione e solidarietà verso il tuo (felicemente) espropriato consorte. :-)

Poi devo reprimere lo sdegno verso la presunta “gemmologa” perchè si é tenuta in un cassetto per ben tre settimane una gemma “sconosciuta” da identificare.
Un esemplare che il più sprovveduto studente di gemmiologia avrebbe identificato con sicurezza in meno di mezzo minuto.

Infatti, fra un topazio e un berillo var. acquamarina risulta immediatamente una macroscopica differenza, tanto significativa da escludere senza esitazioni qualsiasi possibilità di scambio fra le due famiglie di cristalli:
1,6xx nel primo caso, e 1,5xx nel secondo.

Un pochino meno veloce ma altrettanto diagnostica sarebbe stata la determinazione della “massa volumica”, o peso specifico di scolastica memoria, che é diventata quasi una pratica di routine anche presso molti gioiellieri, almeno per esemplari di una massa non troppo ridotta.

Nessuna giustificazione quindi per tanta negligenza e del tutto ingiustificata supponenza, quindi consiglia al tuo amico di stare "bene alla larga” da quello scampolo di orafa.

Un esemplare a cui, per il bene della malconcia e bistrattata categoria dei gioiellieri, consiglierei caldamente il tranquillo ritiro in un sereno convento di clausura. :-)

Ciao.