- Categoria: Pietre di colore
- Scritto da Gianfranco Lenti
- Visite: 3335
Mi è capitato di acquistare, presso dei rivenditori indiani...
salve,
mi è capitato di acquistare, presso dei rivenditori indiani, dell'ametista scura (al buio sembra nera) e, successivamente, dell ametista chiara.
Mi chiedevo se la qualità chiara fosse migliore??
E' possibile che quella scura sia stata "riscaldata"?
E, in tal caso, come vengono riscaldate?
Cosa mi dite invece riguardo la "pasta di turchese"?
La fanno davvero con il turchese... o è soltanto una trovata per vendere?
grazie,
Roberta
Salve, Roberta
visto che il colore non esiste perché é solo una conseguenza della luce, al buio non soltanto le sue ametiste ma qualsiasi soggetto non solo SEMBREREBBE, ma SAREBBE nero. :-)
Quanto alla "qualità migliore" del quarzo ametista beh, direi che il giudizio dipenda innanzitutto dai suoi gusti e poi anche dal mercato.
Commercialmente spuntano quotazioni anche elevate gli esemplari di un bel viola, profondo e vellutato, ma nel suo caso direi che il primo dettaglio da osservare sia la qualità del taglio.
Taglio che se effettuato tenendo conto INNANZITUTTO delle leggi dell'ottica potrebbe valorizzare non poco anche i cristalli con un colore più "debole"...
Dando loro quella vivacità di riflessi che ne sottolinei le delicate sfumature cromatiche.
Il colore nei cristalli può essere alterato, o anche indotto, con metodi diversi, scelti non solo in funzione dell'efficacia estetica dei risultati, ma anche del pregio del materiale da trattare perché alcuni trattamenti richiedono attrezzature imponenti.
Nel suo caso, invece del bombardamento, dell'infiltrazione o della termodiffusione si userebbe quasi esclusivamente quel riscaldamento che lei ipotizza.
Tanto in moderni forni a muffola, con controllo elettronico dei tempi e delle temperature di processo, quanto su semplici fornelli a carbonella, ove i cristalli vengono trattati "a sentimento" previa ricopertura con una malta protettiva.
Per sua informazione io avevo provato più volte col forno (e la pasta) di un panettiere, ottenendo risultati decisamente discontinui.
Infine, la "pasta di turchese" é un'imitazione (molto povera, per la precisione) che può essere fatta anche con gli sfridi di lavorazione del turchese, benché questo a me sembri più un alibi che non un pregio.
Il prodotto così ottenuto necessita infatti sia di coloranti che di leganti, e tanto varrebbe quindi farlo cuocendo o plastificando ceramiche varie.
oppure con dei marmi o delle quarziti adeguatamente colorati e poi lucidati alla perfezione.
O persino con delle squallide paste vitree...