Un piccolo gruzzolo da investire: da noi si dice "cercarsi i guai con la lanterna"


Caro Sig. Lenza, sono un giovane imprenditore con un piccolo "gruzzolo" da investire e stavo valutando seriamente di intraprendere la strada dell’importazione-lavorazione-vendita dei diamanti.

Recentemente sono stato colpito da una strategia commerciale a mio avviso molto valida e redditizia.

Ho sentito di persone che comperano diamanti grezzi a prezzi veramente bassissimi in paesi come Sierra Leone o Angola (recentemente usciti da guerre civili e ora riabilitati alla vendita legale di diamanti grezzi) li fanno valutare e tagliare in paesi dalla manodopera a basso costo ma con grandi capacità come l’India (Bombay se non sbaglio) per poi certificarli e venderli in Europa (Anversa, Amsterdam ecc..) con prezzi iper-lievitati rispetto all’investimento iniziale (ho sentito di prezzi sul grezzo intorno ai 200-400$ al carato, costi di taglio simili e prezzi di rivendita nell’ordine di 13.000-60.000 Euro/c per diamanti ovviamente di altissima qualità e certificazioni adeguate).

Premetto che dovrei avere una formazione specifica per valutare acquisti di pietre grezze e anche conoscenze in campo economico-legale (che io sappia i permessi da ottenere non sono pochissimi) ma, a suo parere, può essere una buona fonte d’investimento?

Crede che questo processo di vendita sia possibile da intraprendere per l’imprenditore singolo?

Questo "percorso"è fattibile?

Attendo un suo parere e magari qualche coonsiglio.
cordialemente per la gentile attenzione.

Remo




Caro Remo

calma e gesso!
Lei mi sembra proprio sulla rampa di lancio verso un’avventura che ha tutte le premesse per risolversi in una grossa delusione.
Nella migliore delle ipotesi, naturalmente.

Già l’essere estraneo al settore sarebbe un handicap decisivo, ma supponiamo che trovi un esperto disposto ad accompagnarla (*):
lei partirebbe per due delle zone meno raccomandabili del pianeta, ove anche se i locali hanno smesso (hanno smesso davvero?) di spararsi fra loro, hanno però conservato gli attrezzi del mestiere...
E, magari, anche la voglia usarli per arrotondare lo stipendio con un guadagno extra.

Ci sarebbe poi il problema del visto d’affari:
ottenibile previo invito di una ditta locale autorizzata al commercio dei diamanti, che poi la marcherebbe stretto e non certo per farle comperare al meglio i pregiati cristalli.

Ricordi che farsi pescare in Africa con un visto turistico, e un diamante di incerta provenienza vuol dire conoscere galere al cui confronto san Vittore e l’Ucciardone sono Portofino e Saint Tropez, con un sistema giuridico e giudiziario che non assomiglia per nulla a quello svedese.

Potrei indicarle alcuni sventurati che credevano di farla franca, e che non hanno nemmeno fatto in tempo a rientrare in albergo:
denunciati dallo stesso venditore che, previa spartizione della taglia con chi di dovere, ricuperava il diamante(i diamanti per ricominciare poi il lavoro di adescamento con un altro "cliente".

Dando per scontato che lei si premunisca adeguatamente (?) rimarrebbero ancora un paio di questioni da considerare:
a - la concorrenza, e
b - i prezzi.

I diamanti sono una delle materie preferite per il lavaggio e il riciclaggio delle finanze malavitose, i cui gentiluomini avrebbero due maniere per evitare la sua concorrenza:
rilanciare con un prezzo più alto. oppure prendere provvedimenti contro di lei, tra l’altro a prezzi assolutamente concorrenziali.

Infine, mi permetta un sorriso sulla favola dei margini che le sarebbero stati prospettati:
é pura fantascienza.

Costi tanto bassi sarebbero credibili solo se si trattasse dell’intera produzione di un giacimento, del quale l’80% sarebbe diamante industriale, con la quasi certezza che il "fiore" uso gemma si sia già involato per altri lidi.

E quanto a far tagliare a basso costo (in India, Filippine, o dove crede lei) i grezzi migliori, metta pure in preventivo una lunga permanenza in loco, perché solo per segare un grezzo di un carato ci vogliono otto ore.

Otto ore e molta attenzione, anche dopo, per evitare il "gioco delle tre carte"... :-)

Spero di non averla demoralizzata, e sottolineo che, a volte, capita anche di fare il "colpaccio", ma se volessimo fare la somma algebrica dei pro e dei contro relativi a quanto sopra, forse il superenalotto brillerebbe di nuovo fascino.

Comunque, auguri!

Gianfranco.

(*) Non il sottoscritto, che all’epoca sarebbe immerso in esercizi spirituali... :-)

P.s.
Rileggendo la mail di questa notte mi accorgo di non aver risposto agli ultimi due quesiti, quindi:
a - il miglior investimento riguarda proprio lei, e la sua competenza nel settore specifico, dopodiché qualsiasi attività ha buone prospettive di successo.
Ma non s’illuda che i suoi acquisti l’arricchiscano semplicemente giacendo in cassaforte.
b - L’iter burocratico prevede anche un nulla-osta della questura.
c - Un imprenditore singolo, che operi FUORI e magari lontano dai centri orafi avrà "tempi morti" considerevoli, e la consiglio quindi di valutare attentamente le disponibilità da suddividere fra acquisti, lavorazione e vendita.