Come riparare il baffo dell'incastonatura ”a punto di luce” di un brillant

Gentile Gianfranco Lenti,  

innanzitutto la ringrazio per i suoi garbati e illuminanti pareri.

La disturbo per chiederle  gentilmente un consiglio:

si  è staccato uno dei 3 baffi dell'incastonatura che sostiene il brillante del mio orecchino (pietra certificata di 1 carato, regalo importante di mio marito  di 10 anni fa), realizzato a punto luce con pavé di brillanti intorno .

Uso questi orecchini giorno e notte, non me ne stacco mai se non per pulirli con lo spazzolino e il sapone neutro.

Pensavo di contattare l'orefice da cui mi servo da anni per chiedergli se me lo può sistemare in mia presenza.

Non voglio lasciarglielo perché sono diffidente e temo la sostituzione della pietra.

Sono timorosa

a)  non vorrei si offendesse alla richiesta summenzionata

b)  nel caso accetti ho paura mi danneggi la pietra o la struttura dell'orecchino perché pur essendo un laboratorio e faccia riparazioni orafe credo non sia un incastonatore esperto. 

Nella speranza di leggere suoi graditi consigli le invio i miei miglior saluti. 

Donatella

 

Buona sera Donatella

premesso che in una montatura “a punto luce" un diamante corra davvero ben pochi rischi, un diamante da un carato avrebbe meritato almeno quattro riccioli di fermo…

E anche cinque non avrebbero certo stonato perché quasi invisibili sulla cintura della gemma.

E’ possibile che dieci anni di uno spazzolino magari rigido e usato con frequenza abbiano finito per indebolire il metallo di ritegno, quindi per i prossimi decenni le consiglierei di bollire diamante, ciondolo e magari anche l’orecchino in acqua saponata ricordando però che anche il risciacquo sarà effettuato in acqua calda quanto quella della bollitura.

Lasci raffreddare lentamente il tutto e quando l’acqua sarà solo tiepida faccia ancora una breve immersione nell’acqua distillata che usa per il ferro da stiro.

Quanto poi ai suoi timori a proposito di un’eventuale sostituzione le assicuro che lei li condivide con un 99% abbondante delle gemmonavigatrici…

Però anche se il suo diamante é certo più appetibile dei piccoli calibri di solito montati “a punto di luce”, io escluderei tranquillamente che un professionista con anni di reputazione da difendere si giochi la reputazione e quindi il futuro commerciale per uno scambio di cristalli!

Uno scambio che nel suo caso sarebbe anche estremamente rischioso perché nel suo certificato sono indicare caratteristiche precise e molto significative che qualsiasi operatore appena appena esperto potrà memorizzare (o anche fotografare) prima e riconoscere dopo l’avvenuta riparazione.

Soprattutto se la gemma ha un grado di “clarity” DIVERSO da F o IF…

Questa la mia tranquillizzante diagnosi, anche se temo che lei continuerà un pezzo a struggersi nella pena e nella paura del dubbio conseguenti!  :-)

Perché oltretutto chiedere una riparazione “in sua presenza” rischierebbe:

a  -  di far rizzare il pelo sulla schiena dell’orafo che la segue da anni, e/o

b  -  di far eseguire allo stesso un “veloce" lavoro su morsetto e NON su fuso con mastice a caldo, decisamente più accurato:

e qui deve decidere lei, consolandosi (poi) per avere, con l’occasione, aumentato le sicurezze per il suo diamante portando da 3 a 6 il numero dei “baffi” a cui accennava.

Per sua tranquillità aggiungo che per un orafo esperto ricavare i riccioli all’interno della “tazza” é un’operazione quasi di routine, a patto d’avere un ferro ben affilato e il castone saldamente immerso nel mastice apposito.

Quindi proceda con fiducia e intanto io faccio i complimenti a suo marito per il dono e a lei per come lo ha saputo valorizzare perché secondo me é cos’ì che andrebbero vissute le gemme:
nel loro significato più bello!

Altro che cassaforti, cassette o caveau in banca…  :-)

Buona serata.