A 62 anni vorrei iniziare a vendere diamanti accontentandomi di un margine ragionevole: sarebbe fattibile?

Sig. Lenti innanzitutto buongiorno

La disturbo in quanto sarei interessato all’acquisto di diamanti all’estero (Africa, Surat ecc.) recandomi personalmente sul posto( e chissà quante mail di questo tipo avrà ricevuto) in quanto vorrei per necessità avviare questa attività.

Non sono più giovane (ho 62 anni) e le mie esigenze sono minime e cioè quelle di poter avere a fine mese un introito per poter pagare l’assegno di mantenimento ai miei figli.

Sono stato un dirigente d’azienda fino a quattro anni fa, poi con il fallimento dell’azienda mi sono trasferito in Messico (stato di Sinaloa) come direttore di uno stabilimento di pneumatici ma oggi la situazione è invivibile a causa del cartello di esportazione di stupefacenti .

E’ diventato troppo pericoloso e con due bambini a carico certo alla mia età cosa faccio?

Ho pensato a questa attività .

Posti particolari non mi dissuadono, sono stato in Mauritania durante le sommosse, in Medio Oriente.

Mi scusi se la sto assillando

Tornando a noi é possibile iniziare questa attività, ripeto accontentandosi di una remunerazione minima?

Grazie per il tempo che mi ha dedicato e mi scusi ancora.

Distinti saluti 

Maurizio.

 

Buon pomeriggio, Maurizio

guardi che a 62 anni lei ha una grande riserva di frecce per il suo arco e di bersagli professionali… anche!

In più ha un bagaglio di esperienza manageriale che le consentirà certo la valutazione con criteri razionale delle varie opportunità da considerare.

E soprattutto potrà e saprà fare le necessarie ricognizioni e i preventivi sondaggi che insieme a un accurato piano le consentiranno di ridurre notevolmente i “rischi d’impresa”.

Però non saranno certo rose e fiori perché il mercato delle gemme é condizionato da potenze economiche a livello mondiale e popolato anche di operatori a ogni livello.

Quasi tutti ben poco benevoli verso un possibile concorrente.

Però operando con attenzione la sua aspettativa di un ragionevole margine di guadagno mi sembra plausibile quanto realizzabile.

Ma non dimentichi MAI che i rischi resteranno QUASI uguali qualsiasi sia l’entità delle cifre in ballo.

Con i diamanti indiani lei potrebbe anche ridurre al minimo il numero dei collaboratori e vivere tranquillamente col piccolo gemmocabotaggio, a patto che non dimentichi che l’esperienza NON si compera… ma si paga!

E lei per ora almeno NON é in grado di valutare la correttezza e la competenza dei suoi interlocutori.

Tanto più che nel settore gemme ben di rado ci si arricchisce con una sola mossa… 

Ma certamente chiunque potrebbe rovinarsi in un attimo con una scelta errata, e questo anche prima d’aver venduto un solo diamante.

Se però lei avesse mantenuto contatti affidabili (!) in Mauritania o in uno qualsiasi dei Paesi dell’Africa, non trascuri l’ipotesi di provare il trading con l’oro:

le servirebbe una équipe, anche minima ma facilmente addestrabile, e una base operativa in loco dalla quale dirigere tanto le prime operazioni di fusione in lingotti grezzi quanto la marea di permessi, licenze e controlli che lei lubrificherebbe adeguatamente secondo le tradizioni locali…

DOPO essersi assicurato le spalle con una sicurezza adeguata.  :-)

E pur con tutti i problemi (e sono tanti!) lei potrebbe almeno operare “estero su estero” oppure "estero verso schiavo dogana” senza imbarcarsi nella palude di leggi di regolamenti, di procedure…e di tasse che in Italia la mummificherebbero mooolto prima d’aver visto una lira di utile.

Sono a sua disposizione per altri dettagli e sarebbe un piacere parlare con lei (magari via WApp) anche di Sinaloa:

triste però che abbia seguito l’esempio di altri Stati messicani che conosco e che amo, da Jalisco a Chihuahua…  :-(