Diamante di 2,5 ct con seri dubbi d’identificazione

Buongiorno ,gradirei sapere se fate le valutazioni e come vengono effettuate (se deve essere lasciata la pietra o si può assistere).

Ho un brillante con certificato del 1998 di un laboratorio XXX di Milano dove si specifica oltre le misure la pietra pura alla lente e senza colore!! (assurdo!!) a oggi fatta valutare da un gemmologo me l’ha ”svalutata” dandomi un verificato di una pietra colore L (addirittura)  e Vvs2.

Qualcosa non mi quadra nel momento che parliamo di una pietra di oltre 2.5 carati e indossata nel tempo.

Meglio farla valutare all’XXX di Milano?

E seconda cosa se la faccio incidere per riconoscerla si deprezza il valore?

Grazie mille.

 

Buon pomeriggio, Sara

prima di approfondire i perché di una scelta le consiglierei caldamente di far:

1 - PRIMA verificare le caratteristiche del suo diamante (la verifica costa la metà del certificato, 

     che si può sempre ottenere in un secondo tempo aggiungendo la differenza di costo) 

2 - POI scoprire cos’é successo per giustificare l’enorme differenza di attribuzioni tanto del grado di Clarity quanto e soprattutto del colore. 

Infatti, se stessimo chiacchierando in modo del tutto informale, a me verrebbe immediatamente il sospetto della sostituzione della gemma.

Trattandosi di un diamante da 2,5 ct la differenza di valore fra LC (Loupe Clean, puro alla lente) e VVS 2 non é certo trascurabile…

Ma anche operando con una normale lente 8x per gemmologia la presenza di caratteristiche interne di grado VVS 2 SI DOVREBBE poter notare e casomai, si potrebbe discutere su una maggiore o minore severità di attribuzione.

Ma non mi spiego l'errore fra un grado “Colorless” (senza colore) e un L Color, che di colore invece ne ha parecchio e oltretutto individuabile con una certa facilità.

Almeno da parte di qualcuno del mestiere.

Descrivendoli senza pretese, i diamanti “senza colore” potrebbero essere raggruppati dal D al G Color, ma graduarli L Color a me parrebbe del tutto inaccettabile.

Quanto all’assistere all’esame della sua gemma non é una prassi consueta, ma a volte - e prendendo accordi preliminari - ci si riesce.

Ma per la scelta del laboratorio, io diffido delle sigle perché mi piace parlare di persona con il responsabile che firmerebbe il papiro conseguente.

Intanto le faccio gli auguri per un felice esito, auguri non disgiunti dai debiti scongiuri in proposito.

Chiariti i punti controversi deciderà quindi se far incidere dal laboratorio stesso un n. di matricola sulla cintura del cristallo.

Un’operazione che io non amo ma che va di gran moda.

E che non dovrebbe deprezzarne il valore