Pareri troppo drastici su valutazioni di un ipotetico diamante

Gianfranco, lei è una persona squisita.

Non mi sarei mai aspettato una risposta così immediata e, soprattutto, tanto cortese.

Mi sono avvicinato alle pietre preziose qualche anno fa sempre per dei regali, prima alla mia attuale moglie, all’epoca fidanzata, e poi al battesimo di mia nipote.

“Mondo” senza dubbio intrigante.

Le ho scritto dopo aver letto alcune altre risposte sul suo sito: 

tutte sempre veramente democratiche e che lasciavano all’acquirente la scelta.

L’aspetto però che mi ha colpito di più delle sue risposte è stato il consiglio che spesso scrive, e che ha scritto anche a me, di lasciarsi guidare un po’ dal cuore, dalle sensazione che si hanno osservando la gemma.

Io sono e abito a Roma e nel mio quartiere la mia famiglia (i miei nonni addirittura) si è sempre servita da una piccola gioielleria e orologeria tenuta da una bella famiglia di zona.

Il papà oramai in là con gli anni è orologiaio, il figlio invece gemmologo.

Mi sono rivolto anch’io a loro per questo regalo.

 Solo che poi, documentandomi un po’ in rete, ho trovato parere troppo duri su alcuni giudizi che si possono dare ad un diamante (esempio: “Non comprate mai una pietra con simmetria Good perché l’aspetto che avrà sarà spento” !!!) oppure contrastanti tra loro.

Allora le ho scritto.

In questi giorni, le confesso, che mi sono anche appassionato.

Veramente affascinanti i diamanti.

Io personalmente prenderei il diamante da 0.77.

L’unico dubbio che ho è sulla rifrazione della luce, sulla sua luminosità.

Non le nascondo che già dentro al blister è molto bello e luminoso.

Il diamante è senza dubbio un pochino più schiacciato rispetto all’altro (non lo vedo a occhio ma leggendo le proporzioni sulle schede credo di aver capito questo).

Quello da 0.52 visto senza blister, è veramente bellissimo, lucente, ricco di riflessi.

Il problema è che credo mi sia fatto influenzare dai due certificati.

La prossima volta che dovrò acquistarne uno leggerò le schede solo dopo aver visto a lungo e a fondo i diamanti.

Senza rubarle altro tempo le invio delle foto dei due certificati.

La ringrazio ancora moltissimo per il suo prezioso parere.

Un saluto,

Daniele

 

Buon pomeriggio, Daniele

grazie per i complimenti, ovvero per lusinghe dalle quali é difficile difendersi!

In effetti, se preso a piccole dosi e soprattutto intervallate nel tempo io potrei anche apparire gradevole…

Anche se avrebbero qualcosa da ridire, ovviamente in contrario, tutti quelli che m’hanno “preso contropelo”  :-)

Grazie per i due certificati, che sono una clamorosa conferma di un detto emiliano che recita:

“la carta é stupida perché si lascia scrivere da chiunque”  :-)

I diamanti descritti potrebbero essere considerati copie a carta carbone l’uno dell'altro, almeno a proposito dei valori rilevati a proposito della simmetria, ma uno é valutato “excellent” dagli americani, e invece l’altro soltanto “very good” dai prudenti analisti belgi…

Il mio candore di gemmoingenuo non mi farebbe considerare gli analisti d’oltre oceano un tantino (troppo) influenzabili da considerazioni commerciali, ma lei si farà certamente una sua opinione personale, vero?   :-)

Mi fa molto piacere constatare che c’é chi legge e ricorda quanto ho scritto (ormai il sito ha compiuto 15 anni), ma soprattutto conserva rapporti di stima e di fiducia per generazioni con i gioiellieri di famiglia:

conosco e ammiro questa razza di romantici alfieri di un settore tanto prezioso quanto negletto, un settore nel quale e per il quale ho fatto e credo di continuare a fare il Don Chisciotte.

Tornando quindi ai due diamanti si tranquillizzi:

lei NON può aver notato la differenza fra due esemplari praticamente identici, dei quali uno è in blister ove la plastica altera pesantemente la qualità dell’immagine.

Lasciando stare  la “rifrazione” che é una caratteristica ottica considerata per studiare il taglio migliore per ogni famiglia di cristalli, mi permetta di auspicare severi provvedimenti per i bischeri che inondano la rete con scemenze del tipo da lei letto:

“Non comprate mai una pietra con simmetria Good perché l’aspetto che avrà sarà spento”:

cioé una “sentenza" degna di quel giudice che in una gara cinofila riesca a confondere un Chihuahua con un San Bernardo.

E il peggio é che questi infaticabili e onnipresenti “esperti”di rete  sono persino in buonafede.

Tanto che i danni e il loro comportamento é quasi assimilabile a quello dei solerti Padri Domenicani nella gestione della Santa Inquisizione e relativi grill.

Vede, Daniele, solo rimanendo nel classico taglio “a diamante” (56 faccette + la tavola e un eventuale faccetta all’apice del padiglione) ci sono davvero tanti “Standard” che potrebbero essere adottati come proporzioni ideali di riferimento e quindi di valutazione per la voce CUT, ovvero Taglio.

Dallo storico, bellissimo e quasi introvabile Taglio Tolkowsky al più recente e certo più commerciale Taglio Scandinavo fino a spaziare a piacere fino a quello che piace a me, il Buon Taglio Germanico.

Che ne rappresenterebbe un felice compromesso.  :-)

Sia chiaro, le differenze sono minime e se la profondità percentuale del padiglione é compresa entro tolleranze molto strette, l’altezza della corona e quindi l’ampiezza della tavola variano in modo più ampio.

E di conseguenza  i risultati ottici (riflessioni e “fuoco”) del diamante, cioé quelli che lei, io e tutti gli appassionati amiamo valutare con il cuore oltre che con gli occhi.

A questo punto chi ha ragione, considerando che un “excellent” di dato  Standard potrebbe corrispondere (e sovente corrisponde!) a voti meno entusiastici secondo uno Standard diverso?

Risposta: ha ragione chi guarda con attenzione, confronta e poi sceglie PER SE STESSO il proprio diamante.

Mentre chi consiglia ha invece il dovere (la responsabilità?) di evidenziare quelle caratteristiche che rendono differenti i diversi esemplari… 

E poi di tacere.  :-)

La saluto cordialmente e la prego di salutarmi la famiglia di amici gioiellieri.