Diamante perso dopo la rottura dell'anello modificato nella misura

Salve. Vorrei avere un’informazione gentilmente, vista la sua esperienza.

A dicembre dello 2016 mi è stato regalato un solitario (marca XXX Gioielli) che, a detta del rivenditore, mi sarebbe stato rifatto su misura, dovendo rimpicciolirlo di 4 misure (da 14 a 10).

Ho quindi atteso quasi 2 mesi per riaverlo e, dopo esattamente 5 mesi dal giorno che l’ho ripreso, si è aperto letteralmente in 2, come fosse fatto di burro, nella parte che poggia sulla parte superiore del dito, proprio sotto la giuntura (quindi una parte “interna" dell'anello, che non entra in contatto con alcuna superficie se non la mia pelle) delle 4 braccia che tengono il diamante, che di conseguenza ho perso.

Il gioielliere a cui l’ho fatto vedere ha detto che è stato saldato male e ristretto troppo (anche se doveva esser fatto rifare da capo a detta del negozio) e l'ho quindi riconsegnato al rivenditore per poterlo sostituire.

Ora il perito d’azienda dice che non è un difetto di produzione ma è stato rotto in seguito a una botta e pertanto mi sono stati richiesti 60 euro “per il diamante" se voglio riavere l'anello come nuovo.

Mi chiedo:

1- è così semplice rompere un anello d’oro bianco 18 kt se non ha difetti e soprattutto dopo così poco tempo che l’ho indossato?

2 - È giusto pagare i 60 euro?

Tra l’altro mi chiedo che tipo di diamante possano rimettermi con questo prezzo così irrisorio.

Io per principio, vorrei non dover pagar nulla, vista la breve vita del gioiello e il modo, ma soprattutto il punto, in cui si è rotto che è fisicamente non compatibile con una botta.

Tra l’altro mi si è spaccato mentre cullavo mia nipote al passeggino, per cui non capisco come possa esser dipeso da me.

Ringrazio in anticipo,

Federica

 

Buona sera, Federica 

prima di tutto le debbo un mare di scuse perché la sua mail era finita nello spam: 

per mia imperizia, credo, e quindi spero che vorrà scusarmi.

Ora mi sono riletto un paio di volte il testo e le confesso che ho le idee abbastanza confuse…  :-)

Intanto il suo anello si sarebbe “aperto” nel punto dal quale partivano le quattro punte che tenevano la pietra:

quindi il gambo dell’anello si sarebbe trasformato da una O a una C, giusto?

Però se ho capito bene lei é stata vittima di una serie di concomitanze da cui io escluderei innanzitutto qualsiasi responsabilità da parte sua!

Dica pure al perito che lo sfido a dare “botte” a qualsiasi anello d’oro a 18 kt per riuscire a “dividerlo” in tal modo…

E percuotendo il metallo di un lampione o di una panchina e non certo portandolo al dito spingendo un passeggino!

Ancora meno credibile l’ipotesi che per assurdo il gambo dell’anello si sia diviso come se fosse stato affettato a mo’ di salame, tanto da provocare la separazione dei griff che trattenevano il diamante. 

La sola ipotesi che mi sembrerebbe plausibile riguarderebbe innanzitutto un lavoro affrettato e/o superficiale, perché il mettere a misura per ben quattro numeri un anello troppo largo richiederebbe un paio di riflessioni che non sempre e non tutti fanno:

a - l’oro bianco, che di solito è meno malleabile di quello giallo, reggerà lo sforzo della modifica SENZA subire qualche subdola e invisibile micro-frattura molecolare?

b - il tipo di montatura col sovrastante “bicchierino” dei griff era adatto alla modifica SENZA smontare (è stato smontato?)* il diamante?

c - la nuova misura é stata ottenuta segando un pezzetto del gambo e avvicinando i due monconi poi saldati CON o SENZA un preventivo riscaldamento dell’anello SENZA* la pietra?

Chi ha fatto l’anello dovrebbe sapere (o cercare di appurare) se il lavoro é partito da un cerchietto d’oro tranciato da una lastra e poi sagomato a lima, oppure se si tratta di un pezzetto di filo curvato e poi saldato in corrispondenza del suddetto bicchierino di griff.

Terza ipotesi, la meno favorevole, é che la montatura dell’anello sia stata semplicemente assemblata con due pezzi fusi velocemente, ove il controllo di qualità della fusione é sempre piuttosto relativo… e discontinuo.

Nel primo caso escluderei tanto il cedimento del metallo quanto il suo eccessivo indebolimento per la modifica richiesta.

Il secondo caso, così come la terza ipotesi si presterebbero invece a situazioni diverse, e senza un esame dell’oggetto sarebbe scorretto azzardare anche solo una “vetrificazione” del metallo dovuto a trattamenti impropri tanto nella fase della fusione quanto di successiva ricottura.

Quanto poi alla richiesta dei 60 € non saprei se ridere e basta oppure ipotizzare un “concorso spese” di sostituzione del diamante…

Ma a parte che si tratterebbe di una cifra ridicolmente bassa, tanto che anch’io mi porrei la stessa domanda a proposito di cosa le darebbero, il vero nocciolo della questione  sarebbe, a mio parere, che a lei NON dovrebbero chiedere nulla:

le dovrebbero sostituire il diamante e poi scusarsi per l’inconveniente che certo non le ha fatto piacere.

E che ora metterà alla prova la serietà del negozio!

Se accetta un consiglio le direi di evidenziare con i titolari del negozio proprio l’aspetto della fiducia nella loro garanzia e serietà, un argomento di primaria importanza nel nostro settore.

Auguri.