Diamanti grezzi e pietre di colore da commercializzare

Buongiorno 

innanzitutto mi scuso per il disturbo ma purtroppo la mia assenza di competenze specifiche nel settore gemmologico mi portando a sottoporvi una questione.

Un caro amico residente in XXX possiede un quantitativo di pietre preziose e dei diamanti grezzi di proprietà e di lecita provenienza che però non sono certificati.

Data la situazione economica in cui egli versa ha deciso di monetizzare tali gemme ma non essendo a conoscenza di metodi e sistemi tali da soddisfare tale esigenza nel suo Paese mi ha chiesto aiuto.

Pertanto mi rivolgo a voi chiedendovi cortesemente quali procedure atte all'espatrio, la valutazione e certificazione e una possibile vendita, sono necessarie per poter andare incontro alla richiesta del mio caro amico.

Vi ringrazio anticipatamente per il vostro interessamento.

G.

 

 

Buon giorno, Gabriele

ben lieto se potessi esserle utile, quindi per favore NON parliamo di disturbo. OK?

Per azzardare valutazioni e ipotesi sensate a proposito delle gemme e dei diamanti grezzi del suo amico in Tunisia ritengo sia indispensabile procedere secondo una ragionata metodica:

1 - innanzitutto si separano i cristalli grezzi da quelli già tagliati

2 - si identificano le pietre di colore (già tagliate o grezze anche quelle?) e, se in quantità sufficiente, si dividono in lotti omogenei in modo da stimarne il valore complessivo;

     naturalmente gli esemplari di maggior pregio si valutano a uno  a uno.

3 - I grezzi di diamante si dividono subito un tre gruppi:

     a - diamanti di tipo “industriale”, e/o cristalli di scarso pregio estetico;

     b - diamanti “gem quality”, di piccola taglia e/o di forme poco appetibili per un taglio 

     c - diamanti di elevata qualità e colore, nonché di dimensione e di forme apprezzabili per l’uso in gioielleria.

I diamanti di tipo a e b rivestono un certo interesse economico solo se in quantità considerevoli.

I diamanti di tipo C possono essere tagliati a uno a uno, quindi sotto controllo individuale, in Italia.

oppure affidati in blocco a ben collaudate taglierie in Belgio e in Olanda.

Ci sarebbero anche le taglierie indiane ma oltre a non secondari problemi di affidabilità ci sarebbe anche la complicazione di operare fuori della Comunità Europea… 

Quanto alla commercializzazione, per le pietre di colore é sufficiente la fattura accompagnatoria intestata al compratore europeo e, nella peggiore delle ipotesi, superare la perizia di un perito doganale del Paese ricevente (come il sottoscritto, che però si tiene bene alla larga da qualsiasi tipo di ufficio pubblico…)   :-)

Burocraticamente qualcosa di simile esiste anche per i diamanti grezzi, che devono (dovrebbero, almeno) essere accompagnati dal sussiegoso (e costoso) papiro detto Kimberley Process.un  un “certificato” che attesterebbe la moralità la sacralità e forse anche la verginità di cristalli che non sarebbero serviti a finanziare guerre né ottenuti con lo sfruttamento di lavoro minorile.

Quindi la questione sarebbe un tantino più delicata, e (se crede) sarebbe il caso di parlarne di persona, anche a proposito dei vari canali di vendita e relative modalità operative.

Magari direttamente a XXX, che per fortuna non é lontana.