- Categoria: Diamanti
- Scritto da Gianfranco Lenti
- Visite: 2340
Pericolo disastri: un'opinione in merito all'imminente acquisto di un diamante - 2 -
Buongiorno sig. Lenti,
come sta?
come da precedente mail, finalmente è approdato in quel di Parma il famoso diamante di cui parlavamo! :-)
Ora… essendo una caratura importante (parliamo di 0,90 carati) ed essendo una montatura minimale quella che avvolge la pietra, mi chiedevo se vi fosse la remota possibilità che il diamante si scheggiasse.
Sul suo blog ho visto richieste di aiuto in merito a pietre scheggiate e rovinate.
Conoscendo io, da non esperta, il diamante come una delle pietre più resistenti al mondo, mi chiedevo a che genere di pressione dovrebbe essere esposto per subire un danno significativo.
Le chiedo questo poichè mia intenzione è quella di portare il simbolo del legame di coppia con il mio compagno perennemente all'anulare senza parcheggiarlo nemmeno per una giornata all'interno della cassaforte.
La ringrazio in anticipo per la disponibilità.
Le auguro una buona giornata.
Buon giorno, Alessandra
ringraziando per la premurosa attenzione la informo che io posso stare solo bene oppure meglio perchè ho tante cose da fare e non mi piace lasciare qualcosa a metà…
E non faccio neppure parte del coro di prefiche di scena ormai da anni :-)
Complimenti intanto per l’arrivo dell’atteso, graditissimo e importante diamante che lei sarà felice di indossare il più a lungo possibile, anche se una montatura “minimale” non rappresenterebbe il massimo della protezione.
Ma la compressione del diamante, in rapporto alla possibilità di una rottura é proprio l’evento che la deve preoccupare di meno.
Infatti, la straordinaria durezza del “signore delle gemme” - la n. 1 nel mondo minerale - lo metterebbe in grado di sopportare senza problemi il peso di un intero carro armato, ma la durezza (con relativa resistenza alla compressione) non deve essere confusa con la tenacità, ovvero quella proprietà che si oppone alla divisione del soggetto.
Nel caso specifico ci sono due particolari da considerare:
il primo é la presenza di “zone a rischio” come gli spigoli delle faccette, la cintura e la cuspide del padiglione, ma mentre questa é annegata nell’anello, gli spigoli e la cintura sono esposti al rischio di urti che potrebbero causare la temuta scheggiatura.
Il secondo é la particolare struttura cristallina del diamante, che presenta direzioni con tenacità (molto) diverse:
per semplificare, immagini un cubetto formato da piani con una struttura “a wafer”:
facile da separare agendo in una direzione ma molto più tenace se impegnato secondo una direzione di applicazione orientata in modo perpendicolare ai piani “del wafer”.
Indicati appunto come “piani di sfaldatura” questi piani sono attentamente individuati per dividere il diamante grezzo con la tecnica del clivaggio (mazzuolo e scalpello), ovvero nella prima fase di lavorazione…
Ma se fossero invece interessati da una caduta su pavimenti a mattonelle (o da un urto contro il solito rubinetto) allora si rischierebbe una catastrofe con la fatale suddivisione del soggetto in due parti praticamente irrecuperabili.
E sottolineo che potrebbe essere sufficiente anche una sollecitazione di entità (relativamente) modesta per generare il disastro di cui sopra.
Giusto poi per turbare :-) i suoi sonni le preciso che quanto sopra NON considera la presenza di aggravanti di rischio come l’eventuale presenza di fratture interne alla pietra, o di zone di discontinuità nella struttura relative alla sua formazione.
Con questo avrei ipotizzato i casi certo meno consueti, perché il rischio di danni è (sarebbe) ridotto davvero al minimo con l’adozione di semplici quanto essenziali precauzioni.
Precauzioni tanto nell’uso quanto nella scelta del tipo di montaggio, neh! :-)
Sperando d’averle restituito quella tranquillità che il mio sito sembrava averle incrinato, vorrebbe cortesemente informarmi sul programma di quel Teatro Regio del quale sono incondizionato ammiratore?