Partirò tra poco per Mauritius ove una cara amica appassionata di gioielli mi ha consigliato l'acquisto di diamanti…

buongiorno, tra pochi giorni partirò per Mauritius.

si tratta del mio primo viaggio in quest'isola, lo ho programmato da tempo e ormai non vedo l'ora!

Tra le cose da fare li, una cara amica appassionata di gioielli mi ha consigliato l'acquisto di diamanti perchè belli e molto convenienti.

Preciso che non ho non un budget illimitato e che praticamente l'unico acquisto che mi piacerebbe fare e' un bracciale tennis da 3 max 4 carati.

Sarei orientata ad acquistare presso un grande negozio/ fabbrica tipo Adamas, Cledor o Atva. non mi sembra che nei vari post si sia mai trattato l'argomento, ma alcuni gioiellieri italiani mi hanno sconsigliato l'acquisto perchè si tratterebbe di diamanti indiani o pachistani....

Non ho capito la preoccupazione, ma da quel che ho letto a Mauritius c'e' oggi una consolidata esperienza nel taglio dei diamanti.

Mi farebbe davvero piacere ricevere la sua opinione e qualche consiglio specifico per l'acquisto che vorrei fare.

Grazie in anticipo!
Francesca


Buon giorno, Francesca

complimenti per la favolosa meta del viaggio, soprattutto se praticasse lo scuba o almeno lo snorkeling, perché i mari tropicali sono un’esperienza di cui gioire almeno una volta nella vita!

E complimenti anche per il tennis, perché un gioiello con tre o quattro carati di diamanti sarebbe davvero un “signor” bracciale.

I miei entusiasmi sono poi corroborati dalla constatazione che finalmente le informazioni si chiedano PRIMA degli acquisti e non DOPO, magari a conferma dello sperato “affare” concluso chissà dove. :-)

Le premetto subito che concordo con le conclusioni dei colleghi ma sono anche deluso nei loro confronti.

Nei confronti di quelli che non le hanno saputo spiegare in modo almeno decente, se non convincente, il perché sia altamente sconsigliabile un acquisto importante “a casa di dio” e per di più in vacanza.

Vede, Francesca, di tagliatori “esperti” di gemme è (quasi) pieno il mondo, almeno quella parte del globo dove girano soldi, imprenditori… e turisti.

Da almeno un mese si é aperta l’annuale caccia al gemmoturista in cerca dell’affare a tutti i costi o, comunque dello sconto "davvero consistente".

E purtroppo saranno in molti/e a rimpiangere scelte ove consigli, apparenze e anche euforie del momento avrebbero dovuto essere neutralizzate senza pietà.

Per entrare quindi nel merito “gemmotecnico”, pur dando per scontato che ovunque (e quindi anche a Mauritius) possano esserci gioiellieri corretti e competenti, è molto probabile che lei possa rappresentare un appetitoso bocconcino per venditori un tantino disinvolti.

E quindi ricordi senza distrazioni DUE puniti-chiave:
1 - a Mauritius sono musulmani, e quindi sublimi e appassionati maestri nell’arte della vendita a tutti i costi, e
2 - lei non sarebbe /sarà in grado di verificare il rapporto qualità prezzo di quanto propostole.

Per il primo punto non le rimarrebbe che sperare nella correttezza (e nella competenza) del venditore, nella speranza che sia anche di robuste tendenze ascetiche.
E pertanto non voglia strapazzare troppo crudelmente le finanze di una turista che, oggi entusiasta, sognante e comunque indifesa, quasi certamente non tornerà più nel suo paradiso

Quanto al punto 2 lei potrà affidarsi solo al suo prudente buon senso, magati considerando i dettagli che i dannati colleghi le hanno centellinato.

Ovvero, che nessuno regala nulla, quindi salvo miracoli geograficamente localizzati, è improbabile che a Mauritius rinuncino per principio a una più o meno consistente fetta di utili.

Ma siccome in un negozio illuminato adeguatamente TUTTI i diamanti apparirebbero bellissimi, il/la felice turista finirebbe per confrontare eventuali precedenti offerte solo per caratura.

E qui ecco il primo madornale errore, perché se é facile valutare la regolarità della tavola dei diamanti montati, molto più difficile (o impossibile, a volte) apprezzarne con precisione lo spessore di cintura.

Con due conseguenze da manuale (capitolo “ah, se l’avessi saputo…”)
la prima quella di portarsi a casa un assortimento di gemme provenienti da lotti diversi, e quindi penalizzati con tavole e corone diseguali;
la seconda quella d’avere sull’agognato tennis dei diamanti che in gergo chiamiamo “agnolotti”, ovvero con una cintura più spessa di quanto sia desiderabile.

Questo le darebbe un numero inferiore di diamanti per il peso indicato, ma le farebbe pagare della materia in più che però NON aggiungerebbe nulla alla bellezza delle gemme montate.

Ultima e controversa nota, quasi certamente i diamanti del tennis a “destinatio turisticorum” NON saranno stati scelti per fluorescenza:
una selezione attuata per assicurare loro una resa uniforme in differenti condizioni di luce.
Compresa la discoteca, dove alcuni di essi s’accenderebbero con colori più o meno intensi (di solito celesti o blu) mentre altri rimarrebbero inerti.

Nulla di drammatico, ma é un altro modo per risparmiare sui costi.

I costi di selezione colore, in questo caso. nella certezza che nessun cliente di passaggio sia attrezzato per il test relativo con una lampada UV a onda lunga come quelle delle discoteche o dei lettini abbronzanti.

Le basta, o posso infierire ancora? :-)

Lei pensa di saper valutare il “grado di clarity”, ovvero l’entità delle caratteristiche interne dei tre o quattro carati di piccoli diamanti che vorrebbe comperare?

E’ un dettaglio importante, tanto estetico quanto economico, e DEVE essere considerato attentamente insieme alla qualità del lavoro di montaggio:
per evitare gemme inclinate, bordi scheggiati o fissaggi imprecisi.

O magari anche punte del metallo sbriciolate per una fusione mal riuscita o magari solo economica, col pericolo della perdita di diamanti che poi sarebbero difficili da rimpiazzare senza alterare l’armonia dell’insieme.

Last but not least, supponiamo che il negozio, il negoziante e il rispetto nei confronti della sua amica locale le abbiano assicurato il bracciale dei suoi sogni, per bellezza e per convenienza.

Rimane l’ultima considerazione, questa volta davvero fondamentale:
quale colore hanno i diamanti montati sul tanto sospirato tennis?

Vede, anche qui ci sono ostacoli che metterebbero in difficoltà anche un esperto, se dovesse rispondere alla domanda precedente.

Perché i diamanti si esaminano, si valutano e si scelgono prelevandoli da cartine che contengono “lotti” di pietre che sono (sarebbero) poi il biglietto da visita del gioielliere.

Quindi colori ben individuai, oppure gemme raccolte dai “fondi” di lotti diversi?

Le faccio presente che in gioielleria le luci sono previste per esaltare lo sfolgorio dei riflessi proveniente dai gioielli ma quasi mai adatte alla stima del colore dei cristalli montati sul suo bracciale.

Le lampade alogene e i faretti a led sono molto efficaci, come scenografia, ma quasi sempre hanno una luce più “calda” di quella che le permetterebbe (forse) di distinguere i soggetti di colore più “alto”.

Se poi aggiungesse il fatto che ai tropici anche la luce naturale quando non é ambrata é almeno tendente al giallo, allora capirà come al rientro rischierebbe di vedere il bracciale con occhi diversi.

Ora basta col gemmoterrorismo, anche se non avrei certo finito.

Ma almeno consideri l’ultimo argomento, per me decisivo:
con le dovute precauzioni e la necessaria calma, a casa nostra potrebbe ottenere TUTTE le informazioni e le garanzie che il suo sudato budget vale e merita per farla dormire tranquilla e gemmosoddisfatta.

Il prezzo si dimentica, ma la qualità rimane!

Se crede, mi faccia poi sapere com’é andata. :-).

Buon viaggio