Diamante con Clarity VVSI 1: Per il gioielliere è tanto invisibile che potrebbe passare per una LC: secondo lei come si spiega?

Buona sera sig. Lenti innanzitutto le vorrei fare i complimenti per le sue illuminanti risposte alle centinaia di domande che riceve.

Io ne ho due a cui mi piacerebbe avere un suo parere, la prima è:

io ho fatto un cambio di una coppia di orecchini da 0,40 ct l'uno colore G senza certificato comprati dall'orefice (famiglia diciamo).

Ho poi optato per uno singolo con caratura di 0,72 dando la differenza all orefice le scrivo le caratteristiche.

Brillante - carati 0,72
- fluorescenza NIL
- colour E
- clarity vvs1
- proportions good
- polish exellent
- symmetry exellent
- Measurements 5,55-5,59 mm x3.60 mm
- girdle medium 5.0% faceted
- culet pointed
- total depht 64,5%
- total width 56%
- crown height 17%
- pavillon depth 43%
- lenght halves crown 50%
- lenght halves pavilion 75%
- sum 78,1 deg.
con certificato HRD

ho optato per questa scelta dato che essendo stufo di portarne due e senza (diciamo) specifiche se non il colore anche per un fatto puramente estetico dato la notevole differenza tra la fluorescenza blu dei primi (che è' una questione puramente individuale) che non mi faceva impazzire soprattutto con le luci della sera, scambiandoli con uno singolo completamente priva di essa.

Diciamo che dandoli allo stesso gioielliere me li ha valutati lo stesso prezzo che avevo speso 5 anni prima e con la differenza alla fine facendo i calcoli quest ultimo mi è costato X.000 euro.

Vorrei sapere se il prezzo fattomi è onesto e se la pietra è di giuste proporzioni soprattutto essendo un taglio GOOD.

La seconda domanda è un po' più da specialista e lei saprà darmi una risposta (spero ^_^):

in pratica sui certificati non vi è riportato nessun difetto nella scheda dove dovrebbero essere riportati i punti delle intrusioni.

In poche parole risulta un VVS1 ma sui certificati nella casella dove è disegnata la pietra e quindi dove si troverebbe il piccolissimo (ma esistente dalle indicazioni) difetto.

Il gioielliere mi ha detto che è talmente invisibile che la pietra potrebbe passare per una LC secondo lei come si spiega tutto ciò?

Cmnq io ho controllato i numeri di serie della pietra che sono visibili anche se è montata e risulta tutto alla HRD (nn si sa mai...) attendendo una sua illuminazione la ringrazio e complimenti per la sua competenza.

 


Buona sera, Emanuele
la ringrazio per i complimenti, ma ora attendo critiche e suggerimenti per migliorare il sito: va bene? :-)

Che un paio di diamanti non abbiano uno straccio di certificato é proprio l’ultimo dei problemi, perché (finalmente!) i laboratori gemmologici “seri” sono ormai diffusi, apprezzati… e richiesti. :-)
Quindi chiunque é in grado di far certificare, anche a posteriori, i propri preziosi acquisti.

Naturalmente lei e solo lei può valutare l’opportunità di uno scambio come quello del quale mi accenna, anche se ammetto che un diamante E color da 0,70 e passa ct é proprio un sassolino davvero attraente.

Che le é stato ceduto a un prezzo decente.

Idem dicasi per i gusti a proposito della fluorescenza, che comunque NON é un difetto.
Come NON sono ”difetti, imperfezioni, intrusioni, ecc." le caratteristiche interne, più o meno evidenti che siano.

Sovente sono bellissime e talmente particolari da valere come “incontestabile prova provata” che si é in presenza di un diamante naturale.

Quanto all’assenza di una rappresentazione grafica della posizione e del tipo di caratteristica individuata, quella che ha fatto classificare VVSI 1 il suo cristallo non é altro che una precauzione commerciale:
infatti é sufficiente proprio quella magica sigla relativa al “Clarity” per precisare con esattezza l’opinione dell’analista, mentre un segno in rosso sul “plotting” (il grafico) del certificato quasi certamente spaventerebbe l’utente finale.

Corretta la spiegazione del gioielliere, che sottolinea l’esigua differenza fra IF e LC (Internally Flawless e LC, Loupe Clean), tanto che sovente i due termini sono scambiati in conseguenza di considerazioni e di condizioni d’esame differenti.

Per essere più chiari, se un altro gemmologo certificasse il diamante IF, alzandolo così al massimo grado ovvero “internally flawless, senza caratteristiche interne, e ne abbassasse poi il colore al Grado F, per lei non cambierebbe niente, in pratica.

Ma se per il colore esistono serie di "diamanti di paragone” ai quali riferirsi (come quelli che uso io nei corsi),   per le caratteristiche interne é invece giocoforza esprimere un giudizio riassuntivo a proposito di numero, posizione, colore, contrasto, orientamento et similia delle stesse.

Quanto sopra in totale buona fede, sia chiaro, e SENZA nessun pregiudizio della credibilità del "quadro descrittivo complessivo” redatto sul il diamante in esame.

Lei ha fatto benissimo a controllare sul sito HRD i dettagli relativi alla sua pietra, ma sappia che é solo il suo gioielliere che le garantisce che di quel diamante e di quel certificato non ne siano state spacciate tante altre “copie”.

Concludo con il disappunto a proposito del certificato HRD che accoda il prestigioso istituto belga (al quale levo sempre tanto di cappello) al G.I.A. americano:
sull’autorevole, attuale papiro non sarebbero più indicate le percentuali di tavola "come una volta", mentre compaiono un paio di astruse (almeno per i comuni mortali) voci che permettono lunghe e sussiegose spiegazioni gemmotecniche.

Però, nella penombra della mia caverna mi compiaccio di ricordare “urbi et orbi” che ho sempre sostenuto il confronto diretto o almeno l’attenta osservazione di tutte le gemme, da scegliere solo in base al proprio gusto e alle emozioni suscitate da un particolare esemplare,

E nello specifico caso dei diamanti, orientarsi in base al “voto” del taglio (good, very good, excellent) dato da qualcun altro e magari in base a “Standard” sconosciuti o non condivisi, è semplicemente un’assurda… banalità:
più o meno come scegliere la propria metà sui cataloghi di Internet. :-)