Diamante scheggiatosi dopo l'acquisto: che fare?

Gentile sig. Lenti, un paio di mesi fa il mio fidanzato mi ha regalato uno splendido solitario con diamante taglio brillante da 0.80 carati colore G SI 2.

Mi sono accorta che il brillante si è scheggiato in due punti vicini proprio sulla base dell'ottagono che costituisce la parte superiore della pietra.

Ora l'anello si trova nel negozio nel quale è stato acquistato e stanno decidendo il da farsi..

Il gemmologo ha dichiarato di non aver mai visto una scheggiatura simile e che secondo lui non è causata da un urto, ma piuttosto dal taglio della pietra (che però nel certificato risulta essere 'eccellente') o da un 'difetto' della pietra stessa.

Ora sono in attesa e piuttosto in ansia di sapere cosa mi proporrà il venditore..ha parlato forse di sostituzione della pietra (e sarebbe l'ipotesi migliore) oppure di lucidatura (con perdita di caratura e valore).

Allora le chiedo: secondo lei come dovrebbe comportarsi il venditore?

Esiste una sorta di garanzia per una situazione del genere?

Il venditore mi ha detto che dovrà sentire il grossista per la sostituzione..

Ma se il grossista non vuole cambiare la pietra, l'unica soluzione è' la lucidatura?

Posso pretendere la sostituzione, dato che anche il gemmologo si è esposto parlando di 'difetto' o taglio che ha indebolito la pietra?

E poi, per i diamanti valgono le leggi applicabili sull'acquisto/restituzione/cambio di un qualsiasi bene?

La ringrazio molto per l'attenzione e la saluto cordialmente.

Vincenza


Buona sera, Sissi

complimenti al suo fidanzato per l’ottimo (e intelligente) acquisto del magnifico e importante diamante, nonché per la felice disponibilità manifestatale dal gioielliere che ha venduto la gemma.

Un gioielliere che a ulteriore garanzia di un rapporto correttamente impostato, prima, e gestito ora da vero professionista, si avvale anche dell’assistenza di uno specialista come il gemmologo da lei citato!

A distanza mi é ovviamente impossibile andare oltre delle semplici opinioni, ma mi permetta intanto di chiarire un paio di punti che mi hanno lasciato interdetto…

Non credo infatti che il gemmologo si sia espresso in termini di “difetti di taglio” perché ritengo impossibile danneggiare l’ottagono di tavola in fase di lavorazione e poi immettere la gemma in commercio SENZA porvi rimedio con un ulteriore intervento.

In teoria sarebbe possibile che il taglio, prima, e le successive fasi di intervento abbiano “portato in superficie” situazioni di pericolo interne al cristallo (tensioni e/o fratture “risanate”, per esempio) ma e sempre a spanne, riterrei improbabile che l’analisi gemmologica al momento della certificazione NON abbia segnalato nulla di anormale o almeno di sospetto,

Tutto può succedere, ovviamente, perché ogni diamante é un caso unico, ma risalire a posteriori verso certezze indiscutibili é una semplice chimera… o quasi.

Un ulteriore ritaglio é certo possibile ma, come sottolinea lei, le comporterebbe tanto costi addizionali quanto, e più' un calo del valore e della dimensione della gemma.

Immagino che il negoziante abbia già ipotizzato col suo fornitore la soluzione più favorevole per una gentile cliente che, domani, gli farebbe certo una buona pubblicità, e quindi le consiglierei caldamente proprio un accordo del genere:
rapido, soddisfacente e professionalmente corretto.

Le sconsiglierei invece d'impegolarsi in un contenzioso legale perché avrebbe solo la soddisfazione… di mangiare tanta rabbia, nella migliore delle ipotesi.

Tra l’altro due mesi sarebbero ben oltre il termine relativo al diritto di recesso dall'acquisto, mentre sostenere il “difetto” preesistente nel diamante sarebbe certo un azzardo tecnico prima ancora che legale.

Auguri.

E quando sarà il momento mi aspetto i confetti, perché devo compensare molte carenze affettive. :-)