Mi trovo in India per lavoro e vorrei comperare diamanti e gemme: consigli?

Buongiorno,

ho trovato il suo sito molto interessante e le risposte da lei fornite decisamente utili.

Mi trovo in India per lavoro e vorrei acquistare dei diamanti e gemme, ho letto parecchi pareri diversi su questo argomento online, dove alcuni sostengono che i diamanti siano più economici in quanto i costi per il taglio sono ridotti e il Paese è fornitore e altri che invece sostengono che non ci siano differenze, cosa ne pensa lei a riguardo?

Ha magari qualche contatto in India?

C'è magari qualche altra gemma invece che potrebbe essere redditizio acquistare in India? (rubini, zaffiri)?

Per i diamanti la classificazione e valutazione (teorica) è abbastanza chiara invece sa dirmi come funziona per altri tipi di gemme?

Grazie e ancora complimenti per il sito web.


Buona sera, Ivan

dove si trova e cosa sta facendo di bello in quell’affascinante continente?

Vede, a parte la mia curiosità e la voglia di rinverdire i ricordi indiani, forse potrei darle qualche indirizzo meno generico se lei mi fornisse maggiori dettagli…

Per esempio, lei sarebbe orientato ad acquisti per qualche migliaio oppure per qualche milione di dollari?

Sa, sono sfumature non secondarie perché nel primo caso lei nuoterebbe (quasi certamente) da solo, mentre nel secondo (lei permettendo) potrei raggiungerla io in qualità di gemmobadante. :-)

E poi, dov’é la sua sede di lavoro?

Per i diamanti Bombay (oggi Mumbay) era una buona piazza ma, attenzione:
per I PICCOLI diamanti da 1 a tre punti, con taglio 8/8 e a volte anche fino a 8-10 punti, magari con taglio “brillantato” .

Cioé con un numero di faccette superiore ai summenzionati 8/8 che noi chiamiamo huit-huit.

Ma a lei servirebbero dei diamanti tanto piccoli?
E consideri che sarebbero proprio questi a mantenere ancora un certo margine di “convenienza” economica giusto per l’abbondanza e il basso costo di una certa manodopera.

Per cristalli di maggiori dimensioni é invece l’insieme delle “4C” che distanzia di gran lunga il solo costo di lavorazione e allora la domanda é innanzitutto questa:
lei sarebbe in grado di giudicare in modo opportuno il valore di quanto le venisse proposto?

Tanto per confrontarlo con le quotazioni del mercato o magari del Rapaport?

Oppure lei si trova ora dalle parti di Jaipur, nel Rajasthan, dove in effetti é ancora possibile trovare qualche esemplare interessante di smeraldo…

Ma il quesito di cui sopra si arricchisce di ulteriori incognite, perché quasi certamente lei NON é attrezzato per riconoscere gli ultimi e raffinati tipi di smeraldi sintetici, né i trattamenti cosmetici ai quali fossero stati sottoposti quelli naturali.

Quindi, volendo riassumere la situazione in un semplice quanto brutale concetto, lei sarebbe nella posizione ideale per pagare a caro prezzo un’esperienza che, poi, si guarderebbe bene dal ripetere!

Tantomeno con rubini e zaffiri che oltretutto si trovano con maggiore scelta (e altrettanti rischi) in Thailandia.

Però lei mi chiede anche un consiglio e quindi, se proprio volesse perseverare nell’avventura, se la cifra da impegnare fosse “consistente” potrebbe rivolgersi a una rinomata gioielleria e/o farsi assistere da un gemmologo che la nostra ambasciata le avrà “stanato” per la bisogna.

In ogni caso NON s’illuda di poter consultare un qualsiasi listino che, per le pietre di colore, é solo una chimera.

Ora si faccia un bell’esame di gemmocoscienza e, ritornato con i piedi per terra, si ponga le ultime due domande:

a - cosa farne poi delle pietre preziose eventualmente acquistate, e
b - quanto costerebbero poi le sue gemme, una volta pagate le consulenze, gli oneri di esportazione e i diritti doganali per l'ingresso in Europa?

Occhio alle penne, dunque, e lasci perdere le opinioni pubblicate nel web:
quelle perle di saggezza che non sono quasi mai corredate né dai motivi né dalle circostanze che le giustificherebbero!   :-)