Le controverse definizioni circa le proporzioni del taglio di un diamante.

Gentilissimo sig. Lenti,
lei è il mio punto di riferimento prima di un acquisto, quindi adesso le rompo le scatole con qualche domanda sperando tanto in una sua risposta.

Mi hanno proposto un diamante taglio rotondo da 1,31 ct, G, VVS2, no fluo e fin qui tutto ok.

Finiture ottime, simmetria ottima.

I miei dubbi arrivano leggendo la TAV 64%, ALT TOT 57,5%. ALT PAD 43,5%. Cintura 2%. ANG. Corona 34.

1) Con una tavola così larga e l altezza tot e della corona scarse come può avere proporzioni ottime??

E che luce può riflettere??

2) Poi il termine "ottime" può essere paragonato a un very good?? (Anche se la traduzione letterale non sarebbe corretta)

Il diamante è blisterato quindi non si può vederlo in tutto il suo splendore ed è difficile vederne lo scintillio e il fuoco ( o c è qualche segreto che lei mi può svelare per capire qualcosa attraverso il blister?) però il prezzo richiestomi mi sembra buono XX00€...

O no?

Cosa ne pensa?

Grazie grazie grazie sempre x le sue risposte!

L’attendo con ansia… ansiosissima!

Elena di Reggio E.

 

 

Buona sera, Elena

niente paura, NON mi rompe le scatole, tanto più che lei é un ottimo esempio di gemmovittima… tripla!

Ovvero di quotazioni numeriche, di prezzi e di proporzioni e infine dei dannatissimi blister. :-)

Ma andiamo per ordine.

Intanto nulla da dire sul prezzo, perché non vedo il diamante.

Poi non ho nessun miracoloso rimedio contro la mortificazione dei blister, per i quali suggerisco sic et simpliciter una bella sforbiciata.

Sia chiaro, se io avessi una bella riserva di diamanti come bene rifugio avrei anche potuto farli blisterare magari al momento dell'acquisto, ma SOLO DOPO averli esaminati a uno a uno,.

E NON certo prima!

Quanto alle “ottime” proporzioni che sembrano (quasi) angosciarla, le dico subito che il valore più importante, ovvero la profondità del padiglione, é semplicemente perfetto.

L’altezza della corona e l’ampiezza della tavola sono variabili significative ma NON la dovrebbero distrarre da quella che é la “stima” fondamentale:
cioé l’osservazione attenta e priva di preconcetti del diamante in predicato.

Perché alla fine della fiera quelli che contano sarebbero solo DUE parametri:
la vivacità dei riflessi del diamante, e… la sua personalità, ovvero quell’indescrivibile “di più” che può giudicare solo lei.

Infatti, le tre variabili principali - ripeto, padiglione, corona e tavola - hanno davvero un’infinità di combinazioni e quindi d’influenze reciproche, tanto che rendono ogni gemma un esemplare unico.

Lei riattacca con i valori percentuali delle proporzioni “ottime"?

E io ribatto a pié fermo che ci sono standard diversi che quindi si riferiscono a valori anche lontani fra loro:

quindi perché cavillare o peggio rovinarsi il piacere di un acquisto quando sarà solo lei a decidere se l’abbondanza di luce riflessa (”bianca”) da una tavola generosa sia più gradevole di una maggiore quantità di luce rifratta e ricca di riflessi colorati?

Dunque avanti con le forbici, tanto più che se il diamante é stato sigillato in Italia, l’inserimento in un nuovo blister costerebbe davvero un nulla.

La saluto cordialmente e la prego di considerarsi in debito di un caffè, che riscuoterò non appena passerò da Reggio Emilia per esplorare una bellissima armeria locale.