Una buona qualità e dunque un buon regalo o se essendo SI perde valore

Buongiorno, le scrivo perchè voglio chiederle un parere su una qualità di anello di fidanzamento che sto per acquistare. 

L'orefice mi ha mostrato un diamante da 0.42 e uno da 0,51, entrambi sono di colore F e qualità SI1 (si tratta di un solitario).

Volevo chiederle se è un buon diamante e se ha una buona qualità e dunque un buon regalo o se essendo SI perde valore.

Grazie per la disponibilità 

In attesa di una risposta le porgo cordiali saluti.

Buon giorno, Alessandro

un diamante di fidanzamento SAREBBE SEMPRE, io credo, UN BUON REGALO!

Un apprezzatissimo dono i cui noti effetti ipnotici si estendono e si ingigantiscono poi nel tempo:

fino a quelle estreme conseguenze con tanto di di confetti e di campane…  :-)

Il clarity di grado SI (tanto 1 che 2), é un'ottima scelta, tanto più che lei avrebbe abbinato anche un colore decisamente "alto", e approfitto del suo esempio per sottolinearle come quel "o si perde di valore" sia un'ipotesi del tutto gratuita.

Il "valore" (sovente confuso con la sua quasi diretta conseguenza, il prezzo), nei diamanti dipende da quattro elementi: tre naturali (dimensione, colore e clarity) che ne determinano la rarità, e uno, il taglio, che invece é aggiunto dall'uomo al fine di rendere il cristallo "il più bello" possibile.

Come se non bastassero le infinite e reciproche variabili delle tre caratteristiche naturali, anche solo per quanto riguarda la valutazione del taglio (proporzioni, simmetrie, finitura, dcc…) ci sarebbe da litigare (e si é litigato, mi creda) per anni. 

Per tanti anni, fino a raggiungere i compromessi che ora vanno per la maggiore.

Ovvero, quelle "misure" che sono state adottate come riferimenti "Standard" da una trentina d'anni, o poco più.

Quegli "Standard" che io considero NON la verità assoluta (Mosé NON era gemmologo  :-) bensì un ragionevole compromesso. 

Il compromesso fra le necessità estetiche dei migliori effetti e le opportunità commerciali, ovvero la "massima resa" di prodotto tagliato in rapporto alla a quantità di grezzo disponibile.

E qui viene il bello, perché con buona pace di quanti di dannano l'anima alla ricerca di diamanti graduati come tagli "excellent" può succedere (e a me succede sovente) di evidenziare soggetti con tagli di bellezza superiore che invece sono stati graduati "solo" come "very good", cioè con taglio "molto buono".

Ma come mai? Chiedono sempre i miei interlocutori...

Semplice la risposta: 

la bellezza che il taglio sprigiona nel diamante é un insieme di armonie reciproche fra le singole componenti delle complesse operazioni di formatura, di faccettatura e di finitura, la cui valutazione é infine (non poco) influenzata ANCHE dai motivi della selezione.

Per dirla in breve, sarà (dovrebbe essere) quindi lei a giudicare la felice sintesi che QUEL diamante le evidenzia col suo fascino.

E sarà quello che lei sceglierà, mentre il gioielliere la assisterà adeguatamente per illustrarle le caratteristiche di quanto lei sta acquistando.

Ora che con le spiegazioni, mi sono dato una bella dose di gemmoarie, le raccomanderei di nuovo di osservare i due diamanti tenendoli accostati e muovendoli sotto una luce diretta, come quella dei faretti.

Poi scelga SENZA ESITAZIONI né ripensamenti quello che l'avrà colpita alla prima occhiata.

P.s.

E spero per lei che sia la più piccola delle due la gemma che le piacerà maggiormente...
Perché la differenza di dimensioni sarebbe insignificante, ma il cristallo da 0,46 ct sarebbe in una fascia di prezzi inferiori rispetto a quelli del diamante da 0,51 ct   :-)