- Categoria: Diamanti
- Scritto da Gianfranco Lenti
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Posso recarmi dal negoziante che mi ha fatto la sostituzione e pretendere il ripristino?
Gentile sig. Lenti,
Le chiedo un gentile consiglio.
A settembre/ottobre del 2011 ho comprato a Milano un anello con 5 brillanti per totali 1 carato, di cui ho la copia della fattura e il certificato rilasciato dal venditore (che specifica la caratura ma non purezza e colore, anche se li ho fatti visionare a un amico esperto con lente e mi ha garantito che sono ottimi brillanti).
Volendo potrei chiedere anche se mi costerebbe un pò una perizia gemmologica.
Poco dopo lo porto a far mettere a misura in un negozio di XXX.
Non mi rilasciano niente, lo mettono in un sacchetto con l’indicazione della misura a cui va portato.
Quando lo ritiro pago col bancomat, di cui ho tracciatura così come di altri pagamenti effettuati in quel negozio a seguito di riparazioni su oggetti, che testimoniano la frequentazione del negozio.
Mi accorgo osservandolo che un brillante è più piccolo ed è posizionato strategicamente sul lato.
All’inizio credo di sbagliarmi e non ci dò troppo peso, ma qualche settima fa osservandolo attentamente lo constato con certezza.
Chiamo il negozio di XXX e mi dicono che non è possibile e che il laboratorio è di assoluta serietà e che per loro non è conveniente.
Ieri mi sono recata dove l’ho comprato per chiedere informazioni e mi hanno garantito che le pietre erano identiche come io stessa ricordo (dato che l’ho visto e rivisto più volte prima dell’acquisto) e mi dicono che sono disposti a sostenere un confronto telefonico.
Al di là dello spiacevole inconveniente,
- posso recarmi dal negoziante che mi ha fatto la sostituzione
e pretendere con gli strumenti che ho il ripristino?
- Se lo rifiutano come mi devo comportare?
La ringrazio molto in anticipo per la gentile risposta che vorrà darmi.
Cordiali saluti.
Raffaella
Buon giorno, Raffaella
lei mi pone due domande precise, e prima delle relative spiegazioni le anticipo brutalmente le due risposte:
a - no, allo stato attuale delle cose non potrebbe pretendere nulla, e
b - lasci perdere.
Vede, pur con tutti gli inconvenienti (e sono davvero tanti!) che le potrei elencare, il gioielliere vive (vivrebbe) in una botte di ferro che lo proteggerebbe in modo quasi perfetto da contestazioni del genere.
Purtroppo questa protezione vale tanto per i galantuomini quanto per i mariuoli...
Ma soprattutto per gli sprovveduti che si sono improvvisati sussiegosi operatori magari di blasonati avi.
Infatti lei NON ha in mano nulla che, di fronte a un giudice, le possa far balenare una ragionevole possibilità di soddisfazione.
E costituire uno straccio di prova A POSTERIORI rappresenterebbe (difficoltà a parte) solo un'effimera speranza.
Un esempio?
1 - lei dovrebbe recarsi dal venditore che, di fronte a testimoni,
- riconosca nella fedina l'anello che ha venduto e
- ne confermi la caratura dei diamanti per un totale di 1,00 ct in 5 gemme.
2 - far smontare i diamanti (sempre in presenza del plotone di cui sopra)
e farne verificare la caratura, che se DIVERSA da 1 carato
sarebbe la prova dell'avvenuta sostituzione.
A questo punto il gioielliere, per tagliar corto, potrebbe sostituire o rimborsare l'acquisto.
Ma potrebbe anche eccepire adducendo tolleranze di pesatura e/o errori da parte del suo fornitore, e per lei incomincerebbe una lunga, penosa agonia per la quale le sarebbero necessari un avvocato e un perito, che le sarebbero tanto grati, e per molto tempo.
Certo grati ma temo poco utili perché la prova della sostituzione sarebbe contestata innanzitutto per l'impossibilità di giustificarne il movente.
Sostituire un diamante da 0,20 con un altro più piccolino, ma sempre credibile, sarebbe un'operazione dal ritorno economico semplicemente ridicolo.
Lei precisa che la fedina avrebbe dovuto essere portata "a misura" ma non precisa come sono montati i 5 diamanti:
a griff oppure a binario?
Ragionando con calma potrei ipotizzare che siano montati "a binario" e quindi, nel caso di una modifica alquanto affrettata della misura una delle pietre abbia potuto sfuggire dalla sua sede, e magari perdersi fra le infinite carabattole del laboratorio riparatore.
Caso infelice ed evenienza spiacevole per tutti e sotto tutti i punti di vista, che però capita e si ripete, con la necessità di provvedere un altro diamante il più possibile simile a quelli rimasti.
Se però il gioielliere ammettesse proprio questa incresciosa eventualità (magari anche solo per tenersi una buona cliente), allora gli sorrida e metta da parte un bicchiere con le bollicine per il sottoscritto, che grazie a lei ha ora due nemici in più fra i principi del foro e fra i periti in preziosi. :-)
Non vorrei deprimerla oltre con altre argomentazioni a suo sfavore, ma la prego di credermi se le assicuro che, in caso di contenzioso, preferirei di gran lunga essere il consulente della sua controparte.