- Categoria: Diamanti
- Scritto da Gianfranco Lenti
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Consentito ai periti un margine d'errore di un grado per purezza e per colore?
Buona sera,
vorrei chiederle dei chiarimenti sui margini di errore consentiti nelle perizie gemmologiche.
Alcuni gemmologi sostengono che in tali perizie e in special modo in quelle sui diamanti, sia nei casi di perizie per privati, sia nei casi di CTU per cause civili, sia consentito ai periti un margine d'errore di un grado per purezza e per colore.
Vorrei chiederle se lei è a conoscenza di questa norma (e nel caso sarebbe importante per me avere un riferimento di legge o normativa) oppure se questa sia solo una "comodità interpretativa" di alcuni gemmologi che così possono tentare di certificare, ad esempio,VVS1 una pietra VVS2 oppure F una pietra G.
Resto in attesa di una sua risposta al più presto.
Grazie anticipatamente.
Buona sera, Pierluigi
che io sappia, la legge prevede che un chilogrammo sia un chilogrammo, e un litro sia un litro, ma francamente quelle tolleranze che lei immagina addirittura codificate dalla legge mi lasciano decisamente meravigliato.
Nelle gemme in generale, e nei diamanti in particolare, vi sono caratteristiche che non possono essere "misurate" con uno dei "sistemi" conosciuti, ma possono solo essere valutate per approssimazione, tanto per confronto (colore) quanto per valutazione complessiva per osservazione (grado di "clarity").
Non entro nel merito delle opinioni dei gemmologi che lei cita né tantomeno di quelle che lei indica come "comodità interpretative", ma le faccio presente due punti che io considero essenziali:
a - le perizie DEVONO essere le più accurate possibili,
tanto quelle per i privati quanto quelle eseguite in sede legale, e
b - il colore e il grado di "clarity nei diamanti sono SEMPRE
determinati per approssimazione, ovvero attribuiti
previa considerazione e valutazione di parametri che
NON sono riconducibili a formule matematiche, per esempio.
Nei certificati d'analisi lei troverà sovente dichiarazioni del tipo "i giudizi riportati sono emessi con tutta l'attenzione e l'accuratezza che la nostra l'esperienza e l'attrezzatura del laboratorio consentono, ma..." eccetera,...
Con l'esclusione di responsabilità eccedenti il costo della perizia stessa.
Sia chiaro, é una precisazione logica, lecita e corretta perché le attribuzioni riportate sinteticamente nei certificati e nelle perizie DOVREBBERO essere confortate e completate da alcune considerazioni accessorie,.. che di solito invece mancano.
Il giudice non ha tempo per entrare nel merito della diatriba, e se proprio l'aria si facesse spessa si avvarrebbe di un'ulteriore consulenza;
le ditte e ancor più i privati di solito volano molto più alti di certe "quisquilie tecniche" :-) così quando si volesse impostare un discorso in modo più approfondito ci si troverebbe nella necessità di concordare PRIMA quali metri usare.
E "certificare ad esempio,VVS1 una pietra VVS2 oppure F una pietra G" é una frase ad effetto, ma equivale a sparare alle nuvole, perché:
a - si potrebbe essere di manica stretta,
quindi graduare G color e VVSI 2
b - essere più commerciali, e certificare un F Color / VVSI 1
c - adottare un ragionevole compromesso,
che compensi un'eventuale, lieve ottimismo,
nel grado di colore oppure in quello di clarity.
Infatti non succede quasi mai che, soprattutto nei gradi "alti" le posizioni siano tanto nette da non richiedere una valutazione mediata.
Spero d'averle risposto abbastanza velocemente, se non proprio "al più presto" perché, sa, almeno nei ritagli di tempo dovrei anche lavorare. :-)