Domande sui diamanti:: caratteristiche interne, fluorescenza, prezzi.

 

Buongiorno sig. Lenti

Sono Luca  leggo ogni tanto i suoi interventi e le sue risposte alle domande che noi profani facciamo, talune anche bizzarre (forse troppo) sulle pietre.


Io avrei delle curisità.

Magari ne ha già parlato, ho provato  a cercare, ma non ho trovato nulla..

Quindi ho deciso di scriverle.


La prima domanda che è una domanda multipla:

Cosa sono: pinpoints, father, cloud?


Ossia io ho trovato che sono piccole inclusioni nel cristallo che si vedono solo con la lente a 10x?

Oppure di più,  e che insieme formano cloud (una nuvola):

Giusto?


Un diamante  viene deprezzato se fosse di taglio eccellente, colore molto alto D-E, e magari di purezza VVS1 se ha queste piccole inclusioni?


L'altra domanda è sulla fluorescenza perchè ho letto su un sito americano di diamanti una cosa.


La fluorescenza che è una caratteristica naturale dei diamanti, quando è molto forte e si trova negli esemplari D oppure E li deprezza molto e qui non ci piove ho visto i prezzi in giro e diamanti apparentemente simili in tutto colore taglio etc (lo sò che non si dovrebbe dire che ogni diamante è unico e stop)  con fluorescenza STRONG costano qualche migliaia di euro in meno.


Ma la cosa che ho letto è che nei diamanti di colore più basso esempio H oppure I   anche J una fluorescenza molto forte gli fà guadagnare a occhio nudo (e forse dico io anche molto inesperto) ben 2 classi di colore.


Lei che ne pensa in merito visto che di diamanti e di fluorescenze ne ha fatto il suo pane quotidiano?

Grazie.

 

 

Buona sera, Luca

 

i termini pinpoint, feather e cloud (punta di spillo, piuma e nuvola) sono semplicemente la descrizione di caratteristiche interne individuate nei diamanti.

 

I puntini, neri, incolori o biancastri, quando per il loro numero interessano una zona del diamante, sono chiamati "cloud" ovvero nuvola, nel tentativo di rendere un'idea visuale della loro presenza.

 

Le piume sono invece discontinuità di cristallizzazione o anche "fratture risanate" e sono chiamate in tal modo perché col loro aspetto ricordano appunto una piuma... magari un pochino scomposta.  :-)

 

Quanto alla loro visibilità, questa dipende dalla dimensione, dal colore, dal contrasto d'immagine e dalla posizione:

possono pertanto essere anche visibili a occhio nudo, con la probabile eccezione dei "pinpoints" (quando non riuniti a nuvola) che sono sempre di dimensione comunque ridotta.

 

Nei diamanti commerciali normalmente in circolazione, almeno.

 

Concordo sull'asserzione a proposito dell'unicità di ogni diamante, ma la informo che il mio pane quotidiano é quello pugliese, di Altamura, o quello napoletano, con la crosta nerastra...  dei quali sono goloso!  :-)

 

Sulla fluorescenza invece la diatriba é sempre aperta, e la discussione (quasi) al calor bianco... fra alcuni utenti.

Oppure passata sotto silenzio, perché tremando all'idea di allargare ancora e differenziare i loro portafogli anche per fluorescenza, i pietrai preferiscono glissare sull'argomento.

 

Se possono.  :-)

 

Poi, i diamanti non sono "svalutati" ma bensì classificati a livelli di rarità e quindi di prezzo diversi per la presenza e quindi la visibilità di eventuali caratteristiche interne.

Come appunto quelle che elenca lei e, naturalmente, di tutte le altre ben descritte nei vari testi specializzati.

 

Una forte fluorescenza può anche ridurre il prezzo di qualcosa, ma sono casi da valutare uno per uno e insieme alle altre variabili che caratterizzano il soggetto.

 

E se a rigor di logica (e di esperienza...) la relativa teoria non é del tutto infondata, a mio avviso il "salto" all'insù di un paio di gradi di colore é almeno un tantinello ottimistico, per forte che sia la fluorescenza.

 

P.s.

Che piova o no, io non seguo i siti americani, né tantomeno le loro quotazioni.

Sorry   :-)