Quali sarebbero i criteri per riconoscere un falso CERTIFICATO GIA e/o una falsa incisione? - 2 -

Buongiorno,

prima di tutto grazie della risposta e un "super grazie" per la tempestività della stessa.

Il prezzo a "buon mercate sarebbe il seguente:

COLORE D

PUREZZA IF

CARATI 0,40

TAGLIO VERY GOOD (CERTIFICAZIONE GIA)

Prezzo X.XXX €

Il commerciante, che ha il monopolio in tutta l'area sud del Libano, previo un acconto del 30% e rilascio del proprio documento (conoscendo il luogo del mio lavoro e tutta la mia linea gerarchica) mi permette di portarlo in Italia, verificare l'autenticità e poi successivamente pagare la differenza al mio ritorno in Libano.

Per ora l'unico "ente" certificatore (di cui nn conosco l'affidabilità in ambito internazionale) che ho trovato si trova a Milano, XXX, che in giornata, previo appuntamento, analizza le caratteristiche del diamante rilasciando anche la loro certificazione.


Considerando che in realtà sono di Roma, mi cambierebbe davvero poco "allungare fino a Valenza" e anzi, considerando che i miei anni più belli li ho trascorsi a Torino, mi farebbe molto piacere sottoporre la verifica a Lei.


In realtà oltre a un risparmio economico c'è da dire che purtroppo sono una persona molto curiosa e vorrei capire se tale venditore ha frodato oppure reso un ottimo servizio.


Cosa ne pensa?

Di nuovo un grazie e a questo punto spero di vederla presto (il mio presto è due tre mesi).

Luca

 

 

Buona sera, Luca

 

come avrà notato in analoghe occasioni io evito di esprimere giudizi di congruità a proposito di gemme che non vedo.

 

E un certificato, per quanto dal nome altisonante, é solo e sempre unj pezzo di carta sul quale sono riportate le opinioni e le osservazioni di uno o due analisti...

 

Nulla da ridire sulla loro attendibilità, e se il commerciante libanese le lascia portare in Italia la pietra per una contro-perizia, tanto meglio.

Anche se questo le farà levitare un pochino il costo d'origine, costo che comunque non é tale da far svenire dall'emozione per il buon affare.  :-)

 

Avrei però un suggerimento e un dettaglio che le suggerirei di considerare PRIMA di lasciare acconti, o di impegnarsi in qualsiasi modo.

 

a - lei sarò il benvenuto, a casa mia, e guarderò volentieri il suo diamante,

ma se si prevedesse la possibilità di una qualsiasi contestazione qualitativa

(e le spiegherei a voce quali), per lei sarebbe meglio far eseguire l'analisi

proprio da un laboratorio di analisi gemmologiche di primo piano:

perché in caso di contenzioso il suo peso specifico sarebbe ben maggiore

del mio!

 

b - il deposito di soldi e documenti SAREBBE una prassi normale perché

il commerciante le affiderebbe un diamante di valore ben maggiore, ma, ma...

ma cosa succederebbe se, ritornando in Libano con un esito NEGATIVO

della contro-perizia, lei si sentisse accusare d'aver sostituito

la pietra, naturalmente con altra di caratteristiche inferiori?

 

Tanto più che, allo stato attuale delle cose, lei NON é in grado di verificare SE il diamante "matricolato" che le affiderebbero SIA DAVVERO quello descritto nel certificato GIA.

 

E se il commerciante libanese fosse LUI in malafede sarebbe LUI a scambiare il diamante:

per obbligarla poi al susseguente acquisto!

 

Le ricordo che considero la matricola incisa in cintura  al diamante solo un palliativo tecnico, e un ottimo espediente promozionale.

 

Una grana del genere sarebbe una rogna infame in Italia, ma se dovessi venire io a Beirut per difenderla tecnicamente credo proprio che avrei tutti i fastidi dell'universo:

per identificare prima, e per convincere qualcuno (un giudice) poi, dell'identificazione di un esemplare dentro il quale (grado IF di clarity) NON C'E' NULLA di significativo...

 

A lei (e a me) non resterebbe che sperare in qualche segno caratteristico all'esterno del diamante, con la pia speranza che sia ben descritto nel certificato GIA, nonché ben riconoscibile da me...

e, per i motivi di cui sopra, correttamente INDIVIDUATO da LEI al momento di ritirare il diamante da far esaminare nel nostro dolce Paese.

 

Mi scuso se le sono sembrato un terrorista commerciale, ma lei mi ha chiesto cosa ne penso, e quindi se la sarebbe anche cercata!   :;-)

Ma con qualche decennio di esperienza potrei scrivere un corposo libro sul come truffare la buona fede di clienti come lei.

 

Se non avessi paura di suggerire ingegnosi espedienti e raffinate tecnologie alla massa di cialtroni che vivono ai margini del mondo delle gemme, ovviamente.

 

La aspetto.