Gioielli "firmati", garanzie e leggende metropolitane.

Salve,
vorrei avere un chiarimento su quanto successo oggi al momento dell'acquisto (sfumato in seguito) di orecchini punti luce griffati (prestigioso marchio italiano).


Cosciente e consapevole di quanto un gioiello griffato sia spesso esageratamente e immotivatamente più costoso del corrispondente "non di marca", sorvolo sulla serie di motivi che purtroppo mi condizionano nella scelta.


Fra l'altro è la prima volta che miro a un "classico griffato" e la cosa che mi ha trattenuta all'ultimo momento è stata la mancanza, nonostante il prezzo, di una documentazione "seria" all'interno della confezione che descrivesse le caratteristiche delle pietre (il negoziante mi ha detto che questa si usa solo da mezzo carato in su ... per cui la griffe diventa un "atto di fede").


Avrei avuto solo il solito piccolo depliant della casa con un misero righetto vuoto dove il negoziante stesso avrebbe apposto la caratura (0.32).

Stop.


Più polizza furto e scippo, ovviamente.


Eppure lo stesso negoziante nell'esporre verbalmente i "pregi" degli orecchini aveva parlato di H color - IF.

Lo sapeva perchè "il rappresentante l'ha detto".


Però questo non me lo avrebbe scritto.

Perchè?


Perchè le griffe son griffe e già il nome è una garanzia.

E torniamo all'atto di fede.


Ora mi chiedo come è possibile che case produttrici così prestigiose (e costose) riservino alla propria clientela un trattamento così scarno in fatto di sicurezze?


E' vero che un certificato senza blister è un pezzo di carta senza valore, ma il cliente non dovrebbe, almeno a titolo indicativo, leggere da qualche parte che tipo di pietra ha comprato senza per questo arrivare al costosissimo carato?


Non nascondo che ho qualche dubbio sull'attendibilità del negoziante.

Anche perchè, a ben pensare, la griffe rimarrebbe così solo ed esclusivamente una questione di confezione.


Perchè non mi risulta che gli orecchini possano essere incisi fisicamente in qualche modo con un qualche codice che li riporti alla casa produttrice.

Oppure mi sbaglio?


Credo che mi stia sfuggendo la logica di questo mercato.

Oppure il negoziante è stato troppo frettoloso.


Ma, in parole povere, che cosa mi assicura che io stia portando a casa un gioiello o una pietra di "casa prestigiosa" e con determinate caratteristiche, se il produttore si "espone" solo su uno scatolino di cartone e in un misero certificato in bianco, peraltro non necessariamente collegato a quel particolare gioiello?


Infine, è vero che le griffes, sebbene spesso usino, a parità di prezzo con marchi meno ambiziosi, pietre meno pure, puntino molto di più su tagli perfetti e montaggi più sicuri?


Oppure anche questa è una leggenda metropolitana?
Grazie

 

Buona sera, Annarita

 

sto ripescando negli anfratti del computer tante e.mail alle quali potrei aver risposto, oppure che potrebbero essermi sfuggite, o magari finite in cartelle periferiche grazie alla mia perdurante (e abissale) incapacità informatica.

 

Capisco il suo sconcerto nel sospettare o nel constatare un comportamento "frettoloso" da parte del negoziante,

magari un poveretto che probabilmente lei ha messo in difficoltà con domande precise... e numerose!  :-)

 

Sia chiaro, il "sentito dire" da parte del rappresentante NON é una giustificazione, e per la cifra che le é stata certamente richiesta per la "firma" lei aveva diritto a descrizioni esaurienti e, soprattutto, "nero su bianco" con tanto di firma.

 

Ma mi consenta qualche ulteriore considerazione..., giusto per puntualizzare qualcosa in più.

 

Intanto, gli oggetti "griffati" e quelli anonimi montano i diamanti che il gioielliere fabbricante ha scelto, di solito in funzione di una fascia di mercato a cui suppone di offrire i suoi gioielli.

Se la qualità può benissimo essere la stessa, quello che cambia é certamente il prezzo perché le "firme" sono pompate da un battage pubblicitario popolato di personaggi di alto bordo.

E di alta tariffa, naturalmente:

 

Lungi da me il chiamarla "marchetta", ovviamente, ma se la gente é (a mio avviso) tanto ingenua da comperare un chiodo qualsiasi solo perché l'ha "sponsorizzato" una qualunque star, allora passerebbero in secondo piano quasi tutte le altre considerazioni.

 

La qualità del prodotto, innanzitutto, e le relative garanzie, trasformando appunto in un cieco "atto di fede" quella scelta che dovrebbe invece essere effettuata a occhi bene aperti.

 

In secondo luogo, e per non cadere nell'eccesso opposto, certe "garanzie" devono (dovrebbero) essere commisurate al valore del bene garantito...

E dal sito rileverà come vi siano utenti che vorrebbero analisi gemmologiche anche per gemme di dimensione minima, e di valore addirittura inferiore a quello della stessa analisi!

 

Giusto poi per incrinare certe "sicurezze", io ho sempre sostenuto che le sole  "garanzie" degne di tale nome siano quelle che originano dalla serietà, dalla competenza e dall'attenzione del gioielliere che tratta col cliente finale:

i cartellini, i numeri di matricola e i blister sono solo fumo negli occhi, o persino pericolose anestesie ai danni di quell'attenzione di cui sopra.

 

In ultimo, vogliamo entrare nel dettaglio di cosa ci si aspetti da una "griffe"?

 

Già, perché la domanda fondamentale é sempre la stessa:

quel tale gioiello é firmato perché é bello, o lo si ritiene bello perché é "firmato"?

 

Nel primo caso sarebbero giustificati tanto un eventuale sovrapprezzo, quanto tutti i dettagli del caso,

ma se la scelta é stata motivata solo dal "gratificante" ...Oooh... d'invidia che si pensa di suscitare,

allora le garanzie e le polizze non servono più, perché ci sono tante, ottime ed economiche imitazioni... :-)