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Corsi di gemmologia a costi molto diversi: come mai?

Salve sig. Lenti, sono un giovane 28enne laureato in Biologia e biotecnologie, da sempre appassionato alla gemmologia.

Nell'ultimo periodo, trovandomi di fronte a diverse situazioni lavorative, ho pensato essendo un libero professionista, d'intraprendere e inventarmi un nuovo percorso.

Ho quindi iniziato a cercare informazioni relativi, alla formazione del Gemmologo e come primo contatto ho trovato il sito dell’XXX, il quale fornisce i corsi per intraprendere questa carriera con delle spese piuttosto onerose.

Successivamente, mi sono imbattuto nel suo sito e leggendo diversi scambi di battute, ho notato che l'offerta formativa proposta dalle sue strutture è di molto più accessibile.

A questo proposito, volevo chiederle quali sono realmente i prezzi relativi ai corsi per poter ottenere le tre fondamentali certificazioni, la durata dei corsi, come mai esiste questa discrepanza economica per quanto riguarda le scuole e i corsi, e sopratutto una volta ottenuta la qualifica, questa è riconosciuta in egual misura come le certificazioni ottenute presso gli altri istituti?.

La ringrazio anticipatamente dell'attenzione, rimango in attesa di ricevere sue notizie.

Sole.


Buon pomeriggio, Sole

ho nello staff un biogemmologo come collaboratore che nel tempo é diventato un amico, e anche lui mi ha descritto motivazioni personali e professionali simili a quella che mi elenca lei:
insomma, anche i gemmodottori NON sono immuni dal contagio dei micidiali gemmovirus, tanto del ceppo “diamanti" quanto di quello “pietre di colore”. :-)

Intanto, per entrare in argomento le faccio i miei complimenti per l’accuratezza della ricerca preventiva, che certo non si é limitata a una semplice comparazione di prezzi dei vari corsi..

Perché l’offerta didattica é certo molto differenziata come da lei correttamente rilevata, ma sovente NON é abbastanza esplicita a proposito delle finalità alle quali si indirizzerebbe.

Quindi, e senza alcuna (o quasi…) velleità di polemica vorrei prima di tutto precisare che la gemmologia tanto come materia di studio quanto come professione spazierebbe su di un orizzonte davvero molto vasto, e comunque impegnativo.

Con i miei corsi, necessariamente sintetici (almeno nella formula di base) ho inteso offrire ai partecipanti quegli insegnamenti che avrei voluto trovare io all’inizio della professione di gioielliere.

E quindi ancora oggi pur con formule, programmi e attrezzature che si sono andate perfezionando e aggiornando fin dal 1975 offro le basi di una conoscenza che permetta con un buon approccio con quelle gemme che da una passione si sono trasformate in materia di impegno professionale.

In parole povere si tratta di come cercare gli elementi diagnostici nelle gemme, valutando correttamente quello che si trova di naturale, e individuando nel contempo gli elementi che contraddistinguono sintesi, imitazioni e anche certe insidiose adulterazioni.

E questo equivarrebbe (grossomodo) all’80% dei casi pratici nella quotidiana esperienza di un addetto al settore, o magari anche a molto di più se ci limitassimo alle (solite) “quattro grandi” sparse nelle vetrine delle gioiellerie.

Questo non vuol dire che dopo qualche corso e magari ad alcuni seminari di aggiornamento ci si possa afflosciare per vivere di rendita sui propri titoli accademici, per quanto altisonanti possano apparire perché la materia é in continua evoluzione.

Così come le regole e le norme che la categoria considera, modifica e aggiorna anche con una certa frequenza.

Quindi a ciò conseguono almeno un paio di considerazioni a mio avviso importanti:

a - la necessità di scegliere un campo d’azione come meta di specializzazione, e perseguirne l’ottimizzazione e l’aggiornamento senza digressioni, e
b - l’opportunità di adottare un percorso didattico ben strutturato e, per quanto possibile, esente da costose “zavorre” culturali.

Nella prima ipotesi é chiaro come gioiellieri, commercianti di gemme tagliate e cacciatori di grezzi abbiano esigenze abbastanza diverse ma non antitetiche, ma é proprio nella seconda ipotesi che molte speranze naufragano in delusioni purtroppo pagate in anticipo… :-)

Tanto per farle un esempio é umanamente comprensibile il desiderio di “imparare tutto, e di impararlo al meglio”.

E allora é facile infarcire i programmi con onerose materie, magari affascinanti come la cristallografia e la chimica dei cristalli, ma con le quali far durare per anni una didattica che poi all’atto pratico non è servita a molto di più che non per ripetute bocciature.

Bocciature di allievi che si credevano giunti a metà corso e che ora assaggiano l’amarezza di (tanti…) esami da ripetere.
E da pagare, ovviamente in ordini di grandezze che non sono quantificabili a priori ma comunque da aggiungere a tempi di studio addizionali e a ulteriori trasferte.

Se poi volesse aggiungere che lo stesso “istituto” che la boccia le potrebbe suggerire che la disponibilità degli strumenti le sarebbe certo utile per un miglior rendimento scolastico, lei potrebbe solo ringraziare per l’offerta di venderle tali strumenti ricevuta dal medesimo istituto… :-)

O magari persino i diamanti o le perle per il suo negozio, a prezzi di favore ovviamente per farle risparmiare tanto tempo.
Il tutto “senza scopo di lucro”, più o meno come le benemerite confraternite deputate all’accoglienza dei tanti sbarchi. :-)

E guardi che sono stato anche delicato, perché con un pochino di pelo sullo stomaco ci starebbero dentro varie altre delikatessen:
dalla vendita di testi gemmologici all’organizzazione di viaggi “di studio”, dalla cessione di campioni didattici fino a periodici e magari obbligatori (e sempre indispensabili?) seminari di aggiornamento.

Con, ciliegina sulla torta, la prestigiosa (e non gratuita) associazione alla collettività degli ex alunni, che altro non sarebbe se non un elenco di possibili clienti.

Sarebbe, perchè con le infinite possibilità offerte dal Web il sapere che la tale di Mumbai o il talaltro di Las Vegas hanno in comune la frequenza di una determinata scuola avrebbe perso molto della sua utilità, se non del suo fascino.

Le sottolineo che parlo a titolo del tutto personale, e per concludere ammetto che non sono molto aggiornato a proposito del riconoscimento dei “titoli” di studio di cui sopra.

Perché senza affiancare loro quell’esperienza che si acquisisce con pazienza, umiltà e fortuna, io avrei una paura folle anche del più titolato gemmobarone:
e non solo perché metterebbe a rischio i miei sudati spiccioli, ma perché insieme a loro rischierebbe di letamizzare anche la mia reputazione.

E questo non voglio e non me lo posso permettere. :-)

Ben lieto di continuare il discorso, magari di persona ove lei non abitasse troppo lontano da Valenza, e sono comunque a sua disposizione per altri dettagli.