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Informazioni su un corso di formazione per creare dei gioielli

Buonasera Gianfranco,

 

volevo avere delle informazioni su dei corsi intensivi e di breve durata per creare dei gioielli, non ho alcuna esperienza in questo campo a parte la passione per le pietre semipreziose.

 

Vorrei poter anche poter seguire un percorso che mi permetta di poter riconoscere la giada, il diaspro, i rubini e altre pietre che vengono estratte in Birmania.

 

La ringrazio in anticipo per ogni tipo di informazione che mi possa dare, cordiali saluti.

Cristiana 

 

 

Buona sera, Cristiana

 

i gioielli che si possono "creare" spaziano dai semplici monili senza pretese che creavano gli hippies accovacciati su di un tappeto fino ai favolosi pezzi unici che Karl Fabergé realizzava per lo zar:

 

E fra i due estremi ci sono tante varietà da giustificare una robusta emicrania solo per un discreto elenco.  :-)

 

A Valenza ci sono due istituti, Il Benvenuto Cellini che una burocrazia idiota ha trasformato in un'assurda media superiore, e il FOR.AL che la stessa burocrazia avrebbe riservato agli allievi di 14 anni o meno.

 

Con la crisi della città anche le suddette istituzioni sarebbero a malpartito, per cui in coscienza le suggerirei di trovare un buon artigiano che fosse disponibile per insegnarle almeno  i rudimenti del mestiere.

 

A pagamento, ovviamente, reinventando l'uso del "Lehrgeld" ovvero il "compenso per l'insegnamento" che la famiglia versava al Maestro che formava l'allievo.

 

In una zona civile come l'Alto Adige, ovviamente, e molto tempo addietro perché oggi INPS ed Equitalia procederebbero all'immediata esecuzione dell volenteroso ma sprovveduto  Maestro .

 

E con sadica, consumata ed efficace maestria, ovviamente.

 

Molto meno oneroso, sotto ogni punto di vista, il percorso per ottenere le basi operative per il riconoscimento e  l'analisi dei minerali che lei elenca, e in proposito la inviterei a dare un'occhiata alla sezione "formazione professionale" del sito.

 

Nel frattempo le chiederei di cancellare l'infelice termine "semiipreziose" dal suo vocabolario, perché riduttivo e tra l'altro anche commercialmente negativo.