Il proportionscope

Il nome completo è "diamond proportionscope" e, tecnicamente, non è altro che un proiettore di profili opportunamente predisposto per un compito molto importante: l'osservazione e il rilevamento delle quote significative del taglio nei diamanti.

Importante, ma fino a poco tempo fa abbastanza trascurato, perché nelle transazioni commerciali si accentuava l'attenzione sul colore e sulla purezza dei diamanti, oltre che sulla loro massa. Oggi, con il progressivo affermarsi dei certificati d'analisi che accompagnano almeno gli esemplari più importanti, il taglio e la sua valutazione sono rimasti, forse, l'unico spazio di manovra all'interno del quale il gioielliere può ancora esercitare una funzione determinante come esperto e consigliere nell'orientare gli acquisti.

Non che purezza e colore abbiano perso d'importanza, ma sono facilmente riconducibili a livelli precisi, e sovente non rimane altro da fare che spiegarne in termini comprensibili le sigle che li contraddistinguono.

Per il taglio, invece, è ancora l'occhio dell'esperto che, al di là di aride cifre di angoli e percentuali, può sottolineare la felice armonia di proporzioni che, in ultima analisi, rendono affascinante ed unica proprio quella gemma.

Scompaiono così, almeno dalle analisi più recenti, le valutazioni qualitative delle proporzioni di taglio, quelle valutazioni espresse con termini come "molto buono", "buono", eccetera, che oggi sono quindi lasciate all'interpretazione personale di valori precisi.

Valori rilevati apponto con uno strumento apposito: il proportionscope.

Premesso che nella storia del diamante molti sono i tagli proposti come standard ideale, in Europa si è affermato come standard quello codificato come 'Scan.D.N." ovvero taglio scandinavo, che rappresenta forse il miglior compromesso fra effetto ottico e resa commerciale. Non bisogna dimenticare, infatti, che nella scelta del taglio si cerca di minimizzare la perdita o, in altre parole, di ottenere il massimo dal grezzo di partenza e, dato l'alto costo della materia prima, un taglio studiato con cura significa una resa percentuale superiore di parecchi punti.

Ecco quindi il perché un taglio otticamente eccellente come quello proposto da Tolkowsky é quasi una rarità rispetto al ben più consueto "Scan. D.N."

Ma come si usa, in pratica, il proportionscope?

Nel modo più semplice, perché il diamante viene montato in un supporto che lo presenta di profilo (fig. 1), ed inserito nel fuoco di un sistema ottico; un'apposita sorgente di luce ne proietta quindi i contorni su di uno schermo traslucido, schermo che reca tutti i riferimenti necessari per le misurazioni del caso. Il sistema ottico zoom, previa un'accurata messa a fuoco, permette di far coincidere i bordi della cintura (dell'ombra della cintura, per l'esattezza) con le linee di riferimento che rappresentano il diametro della gemma: da questo momento in poi, sarà sufficiente una serie di spostamenti della gemma, o dello schermo mobile, per confrontare i riferimenti con le proporzioni e le quote significative del campione in esame.

La prima operazione, di solito, è una rotazione del diamante secondo l'asse tavola/apice, rotazione che evidenzia immediatamente le eventuali asimmetrie della tavola, della cintura e dell'apice rispetto all'asse. (Per inciso, quest'operazione si effettua benissimo anche sotto il microscopio, approfittando delle piccole dimensioni del supporto di montaggio che correda il proportionscope. In tal caso si possono rilevare anche le caratteristiche della cintura, nonché le numerose particolarità della finitura della gemma in esame).

Quali valori si rilevano con il proportionscope?

Praticamente tutti: la percentuale (riferita al diametro) dell'altezza totale, della corona, della cintura e del padiglione; la percentuale di tavola e, volendo, anche gli angoli alla cintura ed al padiglione (all'apice). Un profilo generale, comunque, consente una valutazione immediata delle proporzioni generali del campione rispetto al "profilo standard", nel nostro caso quello scandinavo, o "Scan. D. N." Appoggiato poi il diamante su di un disco di vetro, o montandolo opportunamente sul supporto (fig. 2), se ne osserva quindi la rotondità e, nel caso di ovalizzazioni (poco) marcate, se ne può valutare l'ipotesi di ritaglio in termini di perdite di massa.

Già, perché di tanto in tanto si presenta la necessità di ritoccare il taglio di un diamante, e non solo per correggere lievi asimmetrie, ma addirittura per modificarne radicalmente le proporzioni originali.

Come nel caso di esemplari con "taglio vecchio", dal fascino antico ma sacrificati in nome di moderne esigenze commerciali, più che estetiche. Con il proportionscope (più calibro e tabelle di calcolo) si possono valutare con buona approssimazione le nuove dimensioni ricavabili, per decidere se procedere o meno al blasfemo sacrificio.

Usato quasi esclusivamente per il taglio rotondo "a brillante", il proportionscope viene utilizzato anche per tagli diversi, ovali carrés, ottagoni e tagli di fantasia, ricordando però di presentare il diamante secondo il profilo della sezione minore.

In alternativa al proportionscope esistono oculari da microscopio con opportuni reticoli, che però sono una soluzione decisamente scomoda per chi debba esaminare numerosi esemplari.

Ed assolutamente sconsigliabile quando si intenda utilizzare il taglio come supporto di vendita, funzione in cui il proportionscope offre inaspettate soddisfazioni. Intanto perché assomiglia, seppur vagamente, ad un televisore, dai noti effetti ipnotici, e poi perché è di immediata comprensione anche da parte del cliente più distratto.

E dato che non esistono, in pratica, diamanti con taglio tanto infelice da differire clamorosamente dai profili del "taglio ideale", gli argomenti commerciali si arricchiranno subito di un motivo in più, molto recepibile e quindi molto efficace.

Non rimarrebbe molto da dire su di un apparecchio il cui uso é pressoché immediato, se non, forse, ricordare con rimpianto una ditta (giapponese) che produceva i migliori apparecchi in circolazione; e, forse per questo, ormai fallita da tempo.

Oggi resistono un paio di strumenti, uno americano ed uno europeo, che fanno a gara per la povertà delle soluzioni adottate, tanto ottiche quanto meccaniche. Entrambi richiedono aggiustamenti che sarebbe facile correggere all'origine, ma che sono molto noiosi da correggere poi.

Banalità da perfezionista, direte, perché i risultati sono comunque accettabili, ma é triste constatare come il mercato sembri optare costantemente per le soluzioni a basso prezzo. Costi quello che costi…!

 

Articolo pubblicato su Oro e Diamanti - Trezzano S/N (rivisto ed eventualmente aggiornato)