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Gioielli & foto - parte II
Dettagli relativi all'uso del gruppo macrofoto:
- I componenti (gli stativi, per esempio):
si trovano, o si richiedono, nei negozi di fotografia; in edicola si può acquistare un annuario fotografico (A. di Fotografare, p. es.) con tutti i modelli e gli accessori costruiti o distribuiti in Italia.
- I correntini per i piani d'appoggio si trovano da un vetraio oppure, come profilati a "C" di alluminio, nei negozi di "fai da te".
- Gli oggetti da riprendere, quando é possibile, si appoggiano su di un piano costituito da un vetro perfettamente trasparente; i fondi (cartoncini non riflettenti, o rivestiti di panno tipo alcantara) saranno messi fuori fuoco, vale a dire tenuti almeno 5 cm al disotto del vetro usato come piano d'appoggio.
Gli anelli sono tenuti in verticale con le apposite graffette, oppure inseriti in scanalature adatte, o incollati provvisoriamente con plastilina; tutte e tre queste soluzioni sono, dal punto di vista estetico, orrende. Avendo tempo da spendere, potreste si infilano degli spilli in verticale su di una lastra di plexiglass, forandola con il trapano.
- Illuminazione.
Avevamo consigliato: a - i faretti alogeni, e b - il flash, perché sorgenti di luce di composizione (pressoché) completa.
Questo é fondamentale per ottenere riprese prima, e riproduzioni, poi, con colori accettabili, e modificabili se necessario con le opportune filtrature dai laboratori fotografici.
Le luci al neon, viceversa, sono adatte quasi esclusivamente per riprese in B&N perché producono dominanti di colore difficilmente eliminabili.
Per il materiale di costruzione consigliamo il legno, per la presenza di cavi elettrici; nel cielo del sistema é montata una griglia in alluminio, a nido d'ape, che consente una buona ventilazione (l'uso continuo dei faretti tende a scaldare molto) e, nello stesso tempo, funge da paraluce anti-abbagliamento, quando il complesso opera su di un piano basso (scrivania).
- Corredo ottico della fotocamera:
abbiamo indicato anelli di prolunga e/o soffietto macro come la via più consigliabile per chi già possiede un apparecchio reflex corredato di obiettivo intercambiabile standard; naturalmente, esistono in commercio anche obiettivi (denominati "macro") in grado di effettuare riprese ravvicinate senza l'aggiunta d'altri accessori.
Le lenti addizionali, viceversa, sono il mezzo più economico per effettuare questo tipo di foto, qualunque sia l'obiettivo in dotazione.
Si trovano in tutti i diametri più consueti, con diversi valori d'ingrandimento (1, 2, 3) e si avvitano direttamente sull'obiettivo.
Una sola per volta, anche se sarebbe possibile montarle in serie, perché la qualità dell'immagine épenalizzata dall'aggiunta di nuove superfici vetro/aria.
- Obiettivo.
L'uso di un obiettivo di focale doppia rispetto allo standard del formato é altamente raccomandato per quasi tutte le riprese macro: si può riempire tutto il campo di ripresa senza deformare troppo le prospettive dei soggetti tridimensionali.
Medaglie, monete, francobolli e orologi ne farebbero tranquillamente a meno, ma gli anelli certamente no. Ammenocché non piacciano deformati come tanti coni di gelato, visti dal disopra!
-Il formato della pellicola.
Per le normali necessità ci si può accontentare del 24x36 mm, il cosiddetto "Leica": l'enorme scelta di fotocamere e di accessori, magari reperiti sul mercato dell'usato, consente si soddisfare egregiamente la quasi totalità delle esigenze fotografiche.
Il limite consiste nelle ridotte possibilità di ingrandimento (effetto "grana", esteticamente apprezzabile solo in casi particolari) e, soprattutto, perché molte tipolitografie e affini non sono attrezzate adeguatamente per lavorare con negativi e diapositive così piccoli. Per ora.
Il formato 6x6 cm (4,5x6 - 6x7 - 6x9) offre apparecchi di gran classe, ma oltre a costi d'acquisto (di solito) superiori affianca anche un costo d'uso almeno quadruplo per pellicola e relativo processo. E se lo scopo dell'attrezzatura é solo quello di catalogare migliaia di modelli per uso interno, allora vale davvero la pena di tener d'occhio i vari preventivi.
- Sensibilità della pellicola, e tipo.
Avevamo consigliato film di bassa sensibilità per minimizzare l'effetto grana che, agli ingrandimenti più spinti, rende l'immagine simile a una foto stampata sulla sabbia: suggestivo effetto per creativi e pubblicitari, ma disastroso per la registrazione dei dettagli più fini.
Agfa e Fuji offrono eccellenti pellicole da 50 ISO, sature e "neutre" come colori. Kodak ne produce diverse, su cui troneggiava la Ektar che però sembra scomparsa dai negozi. Per le diapositive esisteva una stupenda Kodak 25 ASA, dalla grana inesistente, che é fornita solo a richiesta, e processata (in una ventina di giorni!) all'estero.
Tutte le pellicole sono di solito disponibili sia per luce artificiale, per fotografare alla luce di lampade a incandescenza (come i faretti ad alogeni), sia tarate per luce diurna, adatte alle riprese con il flash e quindi meglio adatte ai nostri scopi.
I due flash proposti nel corredo emettono una quantità di luce preponderante rispetto a quella dei faretti usati per la messa a fuoco, tanto che l'effetto di questi ultimi (eccesso di toni rossi) é comunque minimo.
Se necessario, naturalmente, li si spegne al momento dello scatto.
- Esposizione ed esposimetri.
Esporre correttamente una pellicola significa mandarle la quantità di luce ottimale per registrare nel modo migliore i dettagli desiderati: le fotocamere automatiche fanno tutto da sole, compreso la regolazione del flash e, magari, gli errori, mentre le altre prevedono impostazioni manuali.
In pratica, si sceglie una coppia di tempo/diaframma, e si scatta.
Ricordare però che la maggior parte delle fotocamere sono sincronizzate per l'uso del flash con tempi fino ad 1/60 di secondo: usando tempi più rapidi (1/125 - 1/250 ecc.) si avrebbero pellicole esposte solo parzialmente.
Nel nostro caso, con l'uso del flash, s'imposta un tempo lento (1/60 di secondo) e si registrano vari scatti di prova con i diversi diaframmi disponibili: 4 - 5,6 - 8 - 11 - 16.
Nel campo di ripresa, insieme agli oggetti, sarà inserito un cartoncino con i valori impostati per quello scatto, e il rullino sviluppato fornirà poi le indicazioni per le riprese future. Nell'articolo precedente avevamo ipotizzato l'uso di flash Morris, con luce pilota, non automatici: se viceversa la vostra fotocamera é una superautomatica con controllo elettronico di un paio di flash dedicati, il numero degli scatti di prova si ridurrà sensibilmente.
Disponendo di un esposimetro, esterno oppure incorporato nella fotocamera, si possono effettuare riprese anche senza il flash: si riporta sull'apparecchio la sensibilità della pellicola e si misura la luminosità del campo di ripresa, leggendo tutta la serie di coppie tempo/diaframma disponibili.
Per i perfezionisti: é consigliabile scattare con diaframmi piuttosto chiusi perché gli obiettivi, normalmente, danno i migliori risultati ai valori medi, compresi fra 8 e 16.
- Problemi di esposizione:
il nostro allestimento fotografico dispone di un diffusore di luce che minimizza i riflessi delle gemme, ma certi soggetti (perle, miniature, coralli, p. es.) potrebbero invece richiedere un'illuminazione più direzionale, da sperimentare di volta in volta.
Come se non bastasse esiste il problema del contrasto d'immagine, visto che le pellicole non possono registrare contemporaneamente e altrettanto bene, i dettagli più chiari e quelli più scuri. Il classico gatto nero sulla neve, per capirci, sarebbe un caso disperato!
Per fortuna, gli zaffiri blu molto scuri non sono più di moda, almeno non molto, perciò le foto riprodurranno in modo onorevole diamanti e pietre di colore con risultati del tutto accettabili.
In ultimo, attenzione allo sfondo:
oltre a entrare nella composizione dell'immagine (e rovinarla con amenità tipo smeraldi e piselli, rubini e melograni, ecc.) influenza anche l'esposimetro. Se si usa un fondo bianco é necessario aprire il diaframma di un valore almeno rispetto alle indicazioni dell'apparecchio, o viceversa chiuderlo di altrettanto se si usa un fondo nero.
Esempio:
valore indicato dall'esposimetro 8. Per aprire il diaframma, impostare 5,6. Per chiudere impostare 11. Quanto sopra vale per le riprese con pellicole negative, da stampare su carta; il contrario, invece, se si utilizzano pellicole per diapositive.
- Polaroid, materiali e macchine.
I film polaroid hanno avuto un discreto successo anche in gioielleria per merito di certi apparecchietti che forniscono foto immediate. Gli svantaggi però sono molteplici, dal piccolo formato delle immagini, alla bassa qualità delle stesse, fino al ridotto campo di ripresa.
Eccellenti prestazioni per prove di ripresa, invece, si hanno usando dorsi Polaroid su macchine professionali (Hasselblad, Rollei, Plaubel, Sinar, ecc.) che essendo veri sistemi componibili permettono di utilizzare tutte le tecniche e i dispositivi necessari per riprese impeccabili. A caro prezzo, naturalmente.
Un compromesso ragionevole sarebbe l'adozione di fotocamere tipo Mamiya 23 (o Polaroid 600, che é la stessa cosa, con un nome diverso), ma si tratta di apparecchi reperibili forse solo sul mercato dell'usato.
- Filtri polarizzatori, filtri colorati, filtri ad effetto.
I filtri polarizzatori, ottimi per accentuare l'azzurro del cielo, servono anche (o soprattutto) per eliminare i riflessi di superfici speculari come vetro e acqua.
Ma non quelli di superfici metalliche, che continueranno imperterrite a "sparare" luce, salvo non siano state ricoperte con una delle apposite vernici spray a effetto opacizzante. Filtri colorati (monocromatici, ad arcobaleno, ecc) e filtri a effetto (immagini multiple, a stella e così via): da dimenticare!
Sono la scelta obbligata dei poveri di spirito e, purtroppo, producono effetti gradevoli quanto un moscerino in un occhio.
Per finire, un paio considerazioni sulla fotografia digitale, e sui nuovi mezzi di diffusione delle immagini, ai quali dedichiamo un articolo in altra parte del sito.
Sono una realtà in rapidissima evoluzione e, a nostro avviso, hanno un futuro importantissimo nel nostro settore, ma i costi dei sistemi professionali sono ancora proibitivi, perché fra apparecchi professionali (Leaf, Kodak, dorso Rollei) computer (Macintosh, Silicon Graphics) e programmi di acquisizione si devono prevedere investimenti molto elevati.
Però, almeno a livello amatoriale, i prezzi stanno scendendo rapidamente, e marche come Canon, JVC, Sharp, Ricoh e altre offrono sistemi digitali dalle prestazioni dignitose, per il computer di casa o per internet, al costo di una normale videocamera.
Con l'eccezione di Sony, che fa gruppo a sé, per prestazioni e prezzo.
Esistono anche apparecchi classificabili in un segmento intermedio, come costi: dai cinque a diecimila euri , più omeno.
Ma attenzione: le velleità elettroniche, presuppongono un attento esame di coscienza. Budget a parte, o si dispone del tempo necessario per sfruttare al meglio la catena di dotazioni e di nozioni necessarie, oppure ci si procura, fra i vari accessori, anche lo schiavo (di madrelingua inglese, possibilmente) che dovrà effettuare le riprese In bocca al lupo!
Articolo pubblicato su Oro e Diamanti - Trezzano S/N (rivisto ed eventualmente aggiornato)