Il diamante, il suo colore

Il colore è la conseguenza dell'assorbimento, da parte del diamante, di una o più lunghezze d'onda della luce "bianca": La luce restituita dal diamante, quindi, apparirà tanto più colorata quanto più marcato sarà stato il fenomeno dell'assorbimento.


Le scale di colore (master stones) permettono di effettuare una classificazione (graduazione) molto precisa del colore nei diamanti, a patto di rispettare precise regole, e di possedere un'adeguata preparazione con gli strumenti specifici.

Il diamante costituito di solo carbonio sarebbe perfettamente incolore, (1*) (in gergo, bianco), però in tale stato é una vera rarità;
la maggior parte dei cristalli in circolazione presenta tracce soprattutto di azoto che, presente in percentuali e sotto forme diverse, é il responsabile della colorazione gialla (serie Cape) o verdastra.

Altri elementi, come il boro (d. azzurri), sono, molto più rari.

Il colore nei diamanti si valuta alla "luce standard", emessa da una lampada dotata di neon speciali con temperatura di colore di 5500K (e fino a 6500K, gradi Kelvin, l'unità di misura), utilizzando come metro di confronto una serie di diamanti di colore noto:
i "diamond color masters", tarati accuratamente con esemplari dai colori situati al confine fra gradi contigui (di una scala CIBJO oppure G.I.A.).

E necessario anche premettere che le scale di colore considerano esemplari della serie gialla (Cape) fino al (quasi) incolore: i diamanti di colore diverso (grigio, marrone, ecc.) saranno valutati come di "colore equivalente".

Poiché il colore é una conseguenza della luce, é evidente la necessità di disporre di una sorgente Normalizzata, e di una scala di colori attendibile.
In diamante, naturalmente, poiché quelle realizzate in CUBIC ZIRCONIA possono tutt'al più servire come esempio da vetrina, ma non certo per la graduazione o, peggio, per ub serio impiego didattico.


In ultimo, é necessario ricordare che i nostri occhi percepiscono la somma dei colori che compongono la luce che restituisce il diamante (2*):
l"eventuale presenza di fluorescenza (azzurra, di solito) potrebbe perciò indurre in errori di valutazione, e sarà considerata con attenzione mediante un (rapido) test UV a 366 nm.

É quindi evidente come la graduazione del diamante sia compito da specialisti:
con esperienza, attrezzature adeguate, in buone condizioni fisiche e...
con una solida reputazione di serietà professionale.



Note:
(1*) - Prima di procedere ad una graduazione di colore nei diamanti é quanto mai opportuno prendere la precauzione di pulire accuratamente campioni e paragoni: l'ideale sarebbe una bollitura per un paio di minuti in una provetta contenente, nell'ordine, acqua, acido solforico, e acido nitrico (70 +15 + 15), in una ambiente aperto, o ben ventilato, ma sono utilizzabili anche altri solventi meno pericolosi:
etere, trielina, acetone e alcol isopropilico (2) (da tenere anche presso il microscopio in occasione della valutazione della purezza).

Ricorderemo, infine, come il colore possa essere indotto artificialmente con vari metodi, alcuni dei quali sono vere e proprie truffe:

- immersione in colorante temporaneo (alcol + l'inchiostro di una biro);
- colorazione della cintura (rotolamento su carta carbone);
- deposito di strati metallici (tipo il trattamento degli obiettivi fotografici);
- riempimento di fratture con resine (eventualmente) colorate, eccetera.

Quindi, occhio alle penne!

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(2*) - l'alcol isopropilico, reperibile in farmacia, è un buon solvente e serve egregiamente sia per immergervi i diamanti prima dell'esame al microscopio, sia per eliminare polvere, smog e impronte digitali dalle superfici ottiche.
Un piccolo spruzzatore da profumi consentirà di dirigere il getto verso l'alto, da dove gli oculari del microscopio (la lente 10x o gli occhiali dell'operatore) faranno sgocciolare il liquido in eccesso.

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Articolo pubblicato su Oro e Diamanti - Trezzano S/N (rivisto ed eventualmente aggiornato)