Smeraldo danneggiato cambiando la montatura:Il negoziante mi ha proposto di fare ricostruire l’angol


Tempo fa ho portato uno smeraldo acquistato diversi anni or sono del valore di circa ? 800,00 da un oreficie per farlo montare su di un anello di nuova fattura.

Al ritiro dell’anello mia moglie si è accorta che la pietra era scheggiata e ne mancava un angolino.
Il negoziante mi ha proposto di fare ricostruire l’angolino in un laboratorio di gemmologia di Milano garantendomi che il valore della pietra non sarebbe cambiato.

La proposta del laboratorio è corretta?

Posso farmi rimborsare il valore della pietra e come posso essere sicuro che il valore ad oggi della pietra corrisponda a quello commerciale? quanto mi verrebbe a costare una stima e chi dovrebbe pagarla?

Spero di essere stato chiaro nell’esposizione delle mie richieste e che possiate darmi un consiglio in merito

Porgo distinti saluti e singeri ringraziamenti.




Buona notte, Corrado

immagino che per chiamarla l’una e tre quarti, di notte, sia un pochino tardi, e domani sarò ancora fuori sede.

Le anticipo però
a - una domanda: il valore che lei indica. 800 € da dove lo deduce?
"diversi anni fa" (quanti?) non c’era ancora l’euro...
e,
b - le risposte:

1 - non é possibile ricostruire l’angolo scheggiato in uno smeraldo naturale:
se il danno é di lieve entità si potrebbe procedere a un ritaglio della gemma, con un modesto sacrificio della massa (del peso) totale.

Tale intervento (purtroppo di routine) si può eseguire in una delle varie taglierie di Valenza, per esempio da:
Giovanni Puglierse - via Po, 14 - tel. 0131 951.655 e NON in un laboratorio gemmologico.

2 - Una stima le verrebbe a costare un centinaio di euri, con ricerca di una pietra analoga per qualità e dimensioni, e relativo valore attuale.
Ovvio che tale onere competerebbe a lei, salvo accordi diversi con il negoziante e/o il laboratorio d’incassatura.

3 - Quanto al rimborso, lei avrebbe qualche speranza solo riuscendo a dimostrare:
a - che lo smeraldo non presentava già fratture al momento della consegna al negoziante, e
b - che tanto il negoziante quanto l’orefice hanno trascurato le precauzioni del caso:
il primo non controllando lo stato del cristallo al momento dell’accettazione dell’incarico, e il secondo attuando le operazioni successive senza la necessaria perizia.

Insomma, una grana che, per tempi e per costi finirebbe per costarle più del valore della sua gemma.

E sempre che l’eventuale arbitrato (giudice di pace?) le dia ragione, naturalmente.

Al suo posto cercherei un accordo con la controparte...

Mi chiami pure sul cellulare, domattina, se le servissero altri dettagli.